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Cronaca

Concussione elettorale, Multiservizi parte civile: anche danni d’immagine

Istanza della società del Comune di Brindisi all’udienza preliminare: imputati Pietanza e altri quattro dipendenti

BRINDISI – Danni economici, ma soprattutto di immagine per la società Multiservizi. La partecipata del Comune di Brindisi intende costituirsi parte civile nei confronti di Daniele Pietanza, accusato di concussione elettorale, peculato e abuso d’ufficio, e degli altri quattro dipendenti per i quali il pm ha chiesto il processo a conclusione dell’inchiesta nata da un messaggio spedito su WhatsApp nel periodo delle amministrative di giugno 2016 e arrivata a scoprire episodi di peculato e abuso d’ufficio. Accusa, quest’ultima, contestata all’ex consigliere comunale, Pasquale Luperti, già assessore all’Urbanistica di Palazzo di città.

Parte civile

Daniele Pietanza-2“E’ un atto dovuto”, spiega l’amministratore unico della Multiservizi, Giovanni Palasciano, di recente riconfermato alla guida della srl dal sindaco Riccardo Rossi. “In tal modo saremo presenti nel caso in cui il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Brindisi dovesse disporre il processo nei confronti dei dipendenti”. Tra gli imputati solo Pietanza è agli arresti domiciliari. E’ in attesa del ricorso in Cassazione.

Multiservizi ha già conferito incarico a uno studio legale di Brindisi per chiedere il ristoro di tutti i danni conseguenti alle condotte contestate, nel caso in cui dovessero trovare confermare processuale. In primis i danni di natura economica, quindi quelli legati a conseguenze sul piano dell’immagine.

Parti civili sono anche il Comune di Brindisi, in qualità di socio della Multiservizi, nonché di proprietario dei computer custoditi negli uffici di Palazzo Guerrieri, oggetto di furto; il  Ministero dell’Interno, presso l’avvocatura distrettuale dello Stato; Sandro Trane e altri sei dipendenti della partecipata, tra i quali il funzionario responsabile degli affari legali.

Gli imputati e le accuse

Compariranno davanti al gup il mese prossimo: Carlo Zuccaro, dipendente della Multiservizi, accusato  in concorso con Pietanza di concussione elettorale, poiché sua sarebbe la voce dell’audio su Whatsapp; Bruno Giannotte accusato di furto di sei pc custoditi a Palazzo Guerrieri; Sirio Antonio, titolare di una impresa a Brindisi, cognato di Pietanza, per ricettazione di uno dei computer del Comune. Furto aggravato, ai danni dell’Amministrazione cittadina, per un valore di “almeno 2.400 euro”, comprensivo delle “tre serrature elettroniche forzate e danneggiate per entrare nei locali del Comune”

Imputati, inoltre: Nicola Iacobazzi, accusato di peculato in concorso con Pietanza, in relazione all’appropriazione di quattro pneumatici e altrettanti cerchi di proprietà della Multiservizi, destinati a un mezzo intestato a Sirio; Pasquale Magrì, Maristella Tramonte, impiegati dell’ufficio provinciale del Lavoro e Cosimo Rizzello, dipendente Multiservizi, questi ultimi accusati in concorso di abuso d’ufficio con Pietanza e Luperti perché questi ultimi avrebbero ordinato la rimozione della carcassa di un topo morto dall’abitazione privata di Tramonte, dopo la telefonata di Magrì a Luperti.

Nei giorni scorsi è stata notificata ai difensori prima la richiesta di rinvio al giudizio del Tribunale e a seguire la data dell’udienza preliminare.

Le richieste di archiviazione

Il pm Giuseppe De NozzaIl pm Giuseppe De Nozza non ha esercitato l’azione penale nei confronti di tre persone, inizialmente destinatarie di avviso di garanzia: Pasquale Priore Oliva, pediatra di fiducia della famiglia di Pasquale Luperti, Paolo Lanza e Raffaele Zuccaro, dipendenti della Multiservizi. De Nozza ha chiesto l’archiviazione della posizione, anche dopo aver ascoltato gli indagati, finiti sotto la lente di ingrandimento per la “riparazione e il rifacimento del muro lesionato di proprietà del medico”Fonti
di prova: l’audio su WhatsappNei confronti degli altri, il sostituto procuratore ritiene di aver raccolto in questi mesi elementi in grado di sostenere l’accusa al dibattimento. Fonti di prova sono le informative di reato trasmesse dagli agenti della Digos, diretti da Antonio Calò, partendo dalla denuncia sporta da Sandro Trane, uno dei dipendenti della Multiservizi, finito – secondo la ricostruzione accusatoria – nella rete delle minacce a sfondo elettorale, finalizzate a far ottenere consensi a Luperti, come candidato consigliere nella lista Impegno sociale, a sostegno dell’avvocato Angela Carluccio, come sindaco. La prima sindaco donna della città, a capo di una coalizione centrista, eletta al ballottaggio. Al secondo turno riuscì a superare l’imprenditore Nando Marino, schierato dal centrosinistra a trazione Pd, risultato vincitore del primo turno.

L’inchiesta è stata imbastita sui messaggi audio che nel periodo compreso tra il primo e il secondo turno elettorale furono inviati dall’utenza telefonica in uso a Pietanza, con la voce di Zuccaro. Il primo: “Buongiorno amici miei, mi raccomando domenica di andare a votare Lino Luperti consigliere comunale e come sindaco la Carluccio, Angela, ok ragazzi? Tutti a votare olee”. L’altro audio, quello in vista del ballottaggio: “Amici grazie a tutti voi per l’ottimo risultato fatto avere al nostro caro amico Lino, adesso tutti insieme dobbiamo andare a votare il nostro sindaco Angela Carluccio: tutti insieme ragazzi, prendiamoci per mano e andiamo a votare Angela Carluccio, oleee!”.

Gli stipendi

Pietanza, assistito dall’avvocato Livio Di Noi, ha negato di aver mai fatto pressioni elettorali, così come ha escluso condotte simili Luperti, difeso dalla penalista Laura Beltrami. L’ex assessore ha reso interrogatorio il 10 luglio scorso per fornire una spiegazione alla contestazione mosse, legate a un episodio di abuso d'ufficio. Accusa che lo spinse a non ricandidarsi alle ultime amministrative, nella lista civica Brindisi Popolare a sostegno del candidato sindaco Roberto Cavalera.

Il pm ha sottolineato che proprio nel periodo elettorale, ci sarebbero state tensioni per il pagamento dello stipendio ai dipendenti e in modo particolare alla “squadra addetta al verde pubblico coordinata da Trane”. Pietanza avrebbe ordinato, “senza averne titolo”, all’ufficio amministrativo della Multiservizi di non pagare Trane e gli altri che “si erano dichiarati orientati a votare Nando Marino”. Sempre in quel periodo Pietanza e Zuccaro avrebbero “minacciato di un grave danno ingiusto il legale interno della società” perché uno dei familiari era candidato a sostegno di Marino.

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