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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Condannato per abusi sulla figlioletta. In appello chiede una nuova istruttoria

BRINDISI – Inizierà il 13 ottobre il processo di appello nei confronti di un genitore condannato a cinque anni di reclusione per violenza sessuale sulla figlia di quattro anni. I difensori dell’imputato, avvocati Rosario Almiento ed Ettore Randazzo, al giudice di appello chiederanno la rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale motivandola con elementi nuovi emersi dopo la sentenza di primo grado, tali da poter capovolgere la sentenza di primo grado.

BRINDISI – Inizierà il 13 ottobre il processo di appello nei confronti di un  genitore condannato a cinque anni di reclusione per violenza sessuale  sulla figlia di quattro anni. I difensori dell’imputato, avvocati Rosario Almiento ed Ettore Randazzo, al giudice di appello chiederanno la rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale motivandola con elementi nuovi emersi dopo la sentenza di primo grado, tali da poter capovolgere la sentenza di primo grado.

Ovviamente spetterà alla Corte valutare se gli elementi nuovi sono così importanti e validi da poter disporre la riapertura dell’istruttoria dibattimentale, fatto molto raro in un processo d’appello. L’imputato è un uomo sulla quarantina,  originario del Brindisino, residente in Lombardia dove, ai domiciliari con facoltà di andare a lavoro, sta scontando la condanna. Ad accusarlo è stata la piccola che dopo fine settimana  trascorso in sua compagnia avrebbe raccontato alla madre delle attenzioni subite dal padre.

L’uomo nel corso del processo di primo grado, durato un anno, si è difeso strenuamente, accusando la moglie separata di avere orchestrato tutto, inculcando alla piccola odio nei confronti del padre, tanto da farle raccontare cose non vere. Solo per vendetta di una separazione che la donna non avrebbe voluto. I due alcuni anni fa, dopo un periodo di vita matrimoniale, si separano. Nel corso del matrimonio è arrivata la piccola. La separazione è assai raro che avvenga senza contraccolpi, con il consenso di entrambe le parti. Il più delle volte chi la subisce reagisce in malo modo riversando sull’altro odio e meditando vendette.

Quante volte in queste separazioni vengono coinvolti i figli spingendoli a odiare uno dei genitori. Gli avvocati Valletta e Randazzo, nel corso del processo di primo grado, hanno fatto emergere questa guerra esplosa tra marito e moglie dopo la separazione, contendendosi l’affidamento della piccola. La spunta la madre. Il padre non si arrende. Vuole quanto meno l’affidamento congiunto. Si rivolge al giudice il quale modifica la prima decisione e ordina l’affidamento congiunto. La violenza sessuale di cui viene accusato l’uomo si verifica dopo l’ottenimento dell’affidamento congiunto.

Il padre trascorre con la bimba un week end: al ritorno a casa la madre nota che la piccola è di pessimo umore, triste, chiusa in se stessa.

Dopo vari tentativi (questa è la versione che fornisce agli investigatori) la figlioletta cede e tra le lacrime le racconta di essere stata accarezzata in modo particolare, di strani giochi fatti con il padre. La donna denuncia l’ex marito che viene indagato a piede libero. Troppo fragile il margine tra la realtà e l’irrealtà. Inizia il processo e la mamma si costituisce parte civile con gli avvocati Pasquale Annicchiarico e Valerio Spigarelli.

In tribunale si scontrano le tesi dei periti che ritengono veritiero il racconto della bambina e dei periti che parlano di degenerazione psicologica del conflitto familiare, dell’assorbimento da parte della bimba dell’odio della madre verso colui che era stato il marito. Il 13 ottobre di questa brutta vicenda si tornerà a parlarne in Corte di appello. Appello presentato dall’imputato perché vuole dimostrare la propria innocenza.

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