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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Traffico di migranti fra la Grecia e le coste salentine: quattro condanne

La corte d'assise di Brindisi infligge pene da un minimo di 5 anni a un massimo di 6 anni e 4 mesi a 4 imputati (3 brindisini e un ostunese). Il processo è scaturito da un'indagine del Gico della Guardia di finanza di Lecce

BRINDISI – Condanne da un minimo di 5 anni a un massimo di 6 anni e 4 mesi sono state inflitte dalla corte d’assise di Brindisi ai quattro imputati coinvolti nel processo scaturito dall’operazione “Sestante”. Si tratta di un'inchiesta su un presunto traffico di migranti fra la Grecia e le coste salentine condotta del Gico (Gruppo investigazione sulla criminalità organizzata) del nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Lecce, avviata nel 2018 e confluita nell'attività di una squadra investigativa comune composta dalla pm della Dda di Lecce, Carmen Ruggiero, da fiamme gialle leccesi, da magistrati greci e dalla polizia della regione dell'Attica, che il 12 dicembre portò all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 13 persone, sette delle quali residenti in Italia. 

Nel primo pomeriggio di oggi (giovedì 2 dicembre) il collegio giudicante presieduto da Genantonio Chiarelli (a latere Barbara Nestore e poi i giudici popolari) ha inflitto le seguenti pene: 5 anni e 4 mesi a Davide Lacalaprice, Brindisi, 41 anni; 5 anni a Alessio Giuseppe Mignarri, Ostuni, 32 anni; 5 anni e 8 mesi a Natale Morleo, Brindisi, 39 anni; 6 anni e 4 mesi a Maria Sara Zecca, Brindisi, 27 anni. Inflitte inoltre delle multe per un ammontare complessivo di oltre 1,8 milioni di euro. Per altri due imputati, gli stranieri irreperibili Mohamood Anas, 37 anni, originario della Siria, e Mohammad Dalil, 28 anni, palestinese, è stata stabilita nullità di tutti gli atti e trasmissione al gip per ricominciare. Un 29enne brindisino è stato giudicato lo scorso aprile al termine di un processo celebrato con rito abbreviato. 

Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Daniela D’Amuri, Mario Guagliani, Gianvito Lillo e Alessandro Gueli. 

L’inchiesta fece luce su una serie di cosiddetti "sbarchi fantasma", avvenuti cioè a bordo di gommoni o, comunque, di piccole imbarcazioni. Sono stati documentati, in particolare, sette sbarchi che hanno coinvolto 99 migranti, perlopiù di nazionalità siriana, iraniana e pachistana. In alcuni casi gli scafisti avrebbero lasciato il comando dell'imbarcazione agli stessi migranti per sottrarsi alla cattura. 

Gli inquirenti hanno utilizzato intercettazioni telefoniche, ambientali e informatiche. E ancora: appostamenti, pedinamenti e filmati. In questo modo sono state ricostruite le rotte utilizzate e i ruoli all'interno dell'organizzazione. Il gruppo brindisino aveva un compito ben preciso: preparare le imbarcazioni, motoscafi veloci, necessari per il viaggio. Ma la sponda italiana (litorale leccese e brindisino) era l'ultima, prima c'è la Grecia. E la Turchia, come porta d'accesso all'Europa. Gli itinerari terrestri e quelli via mare sono stati seguiti dai finanzieri di Lecce con il supporto della guardia costiera di Corfù e del Reparto operativo Aeronavale di Bari, in collaborazione con gli aerei di Frontex, che è l’agenzia europea della guardia di frontiere a costiera, schierati sul canale d'Otranto.

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