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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

“Furti d’auto per guadagnare e mantenere la famiglia”

Ammettono gli episodi ricostruiti dalla Procura di Brindisi dieci indagati sui 13, arrestati nel blitz dei carabinieri, ma negano l’appartenenza al sodalizio. “Non esisteva alcuna associazione”. Ruolo di primo piano contestato a Maurizio De Michele e Fabio Iurlaro

BRINDISI – “E’ vero, siamo noi quelli dei furti d’auto: lo abbiamo fatto per necessità, perché avevano bisogno di denaro per mantenere le famiglie. Lo stesso vale per i furti in alcune casa di campagna durante l’estate”. Le confessioni, una dopo l’altra, sono state consegnate nel corso degli interrogatori di garanzia, all’indomani del blitz dei carabinieri: dieci indagati su 13 finiti in carcere, hanno ammesso i furti d’auto e in appartamento davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi Maurizio Saso, firmatario del provvedimento di arresto chiesto dal pubblico ministero Milto Stefano De Nozza, all’esito degli accertamenti dei militari.

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I brindisini arrestati, di fronte ai percorsi delle auto svelati dal Gps e davanti al contenuto delle intercettazioni, tra ambientali e telefoniche, fonti di prova più che semplici indizi, hanno scelto la strada dell’ammissione degli addebiti. Con una precisazione: “Non esisteva alcuna associazione per delinquere”, hanno detto al gip.

La contestazione di essere stati a capo del sodalizio è stata mossa nei confronti di Maurizio De Michele e di Fabio Iurlaro, entrambi difesi dall’avvocato Pasquale Annicchiarico. Il ruolo di partecipi è stato contestato a: Daniele Durante, Antonio Cera, Antonio D’Amuri detto Tony, Attilio De Michele e Antonio Lodeserto, detto Gargamella, ritenuti ricettatori ed esecutori materiali dei furti, mentre Eugenio Errico e Mario Iurlaro mandanti e specializzati nelle operazioni di smontaggio, rivendita e riutilizzo delle auto o di alcune componenti. Nel sodalizio, sempre nella ricostruzione dell’accusa, anche due donne: Angela De Michele, moglie di Maurizio, è stata indicata come intermediaria tra il coniuge e i “soggetti terzi nella fissazione di incontri di carattere illecito” e Cosima Bernardi, figura come “contabile”. Gli indagati sono assistiti dagli avvocati Andrea D’Agostino, Raffaele Pesce, Michele Iaia, Luca Mangia e Michele Fino.

I furti di auto erano finalizzati alla richiesta di somme di denaro a titolo di riscatto per la consegna delle auto, nella logica del cavallo di ritorno. Da qui l’accusa di estorsione. In altri casi, invece, le auto venivano “smontate” per rivenderne alcuni pezzi.

Hanno scelto, al contrario, la professione di innocenza Eugenio Errico, difeso dall’avvocato Giancarlo Camassa, Leo Rocchetto e Mario Iurlaro, difeso da Pasquale Annicchiarico. Il primo ha precisato di essere stato contattato da alcuni conoscenti perché carrozziere e ha escluso qualsiasi partecipazione agli episodi ricostruiti nel provvedimento di arresto.

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