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Cronaca

“Consales mi fece dei nomi: quelle persone poi assunte nella Nubile”

I verbali-confessione di Luca Screti fonte di prova per la corruzione contestata all'ex sindaco e ampliata rispetto all'ipotesi iniziale della tangente di 30mila euro: ascoltati i sei segnalati dal primo cittadino e assunti il 7 gennaio 2014, due mesi dopo l'ultima tranche della mazzetta

BRINDISI – “Consales mi chiese di assumere un certo numero di persone alle dipendenze della Nubile, nell’impianto di Cdr in via per Pandi: di quelle che mi segnalò, ne presi sei che furono assunti a partire dal 7 gennaio 2014”.

La confessione dell’imprenditore Luca Screti non è più coperta dal segreto istruttorio dal 27 giugno scorso, quando sono stati notificati gli avvisi di conclusione dell’inchiesta sui rifiuti, filone appalto di gestione dell’impianto di Cdr in favore della Nubile srl, per la durata di 15 anni, a fronte di un valore di 176.514.000 euro. I due verbali delle dichiarazioni rese davanti ai pm sono leggibili e  costituiscono la principale fonte di prova posta alla base dell’accusa di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio il cui contenuto è più pesante rispetto a quello inizialmente mosso nei confronti dell’ex sindaco di Brindisi, Mimmo Consales, finito ai domiciliari il 6 febbraio scorso, e rimesso in libertà dallo stesso gip che aveva firmato il provvedimento di arresto, agli inizi dello scorso mese di maggio, sia pure con il parere negativo dei magistrati.

La Procura, con il capo Marco Dinapoli e il sostituto Giuseppe De Nozza, ha aggiunto alla tangente da 30mila euro che Screti ha ammesso di aver versato in favore di Consales, due elementi accertati nel seguente ordine temporale: in primo luogo la provenienza di questa provvista di denaro, che sarebbe stata alimentata dai compensi come amministratore unico della Nubile che l’imprenditore ha dichiarato di aver  messo da parte in vista del pagamento delle rate, poi un’ulteriore utilità per l’ex primo cittadino costituita “nell’assunzione o comunque nel far lavorare nella Nubile, persone indicate da Consales”.

Entrambi gli aspetti sono stati svelati da Screti in sede di interrogatorio subito dopo l’arresto in carcere: la prima volta il 9 febbraio scorso, dopo la decisione di avvalersi della facoltà di non rispondere davanti al gip, la seconda il 16 quando era ai domiciliari e quindi con un diverso approccio nei confronti dei pm. Secondo la Procura quelle dichiarazioni sono puntuali e precisi e sono credibili essendo state riscontrate dagli accertamenti delegati alla Digos, gli ultimi dei quali risultano nella relazione depositata il 27 giugno scorso, al termine della fase di ascolto dei sei ex dipendenti Nubile che secondo l’imprenditore sono stati assunti su richiesta di Consales.

Per quale motivo l’ex sindaco avrebbe chiesto o comunque insistito nelle assunzioni di un certo numero di persone? E come mai quei contratti di lavoro risultano essere stati sottoscritti all’inizio del 2014? La risposta è nei verbali, dalla lettura dei quali c’è la conferma dell’elemento che avrebbe alimentato il presunto rapporto corruttivo, vale a dire l’esistenza di “un imponente debito personale di Consales con Equitalia”, pari a 314mila euro,  legato alla vecchia società di comunicazione News sas, quella per quale è già imputato in relazione alla proroga dei servizi di call center e rassegna stampa dopo l’elezione a sindaco di Brindisi.

Di quel debito si sapeva già in fase di campagna elettorale o almeno lo sapeva qualcuno, fatto sta che Equitalia approva la rateizzazione della somma di 30mila euro il 17 luglio 2012, disponendo il pagamento in sei tranche, ma i conti correnti di Consales neo eletto primo cittadino non sono tali da permettere il versamento.

Due mesi prima, il 20 luglio 2012, c’è la “sottoscrizione del contratto di affidamento dell’impianto in favore della società, senza che il sito fosse sottoposto al progetto di revamping prescritto dall’Aia del 2010 e poi confermato nel 2013”. Nonostante, secondo la Procura, Nubile si fosse “aggiudicata la gara del Comune proprio sul quel progetto” di potenziamento. Senza oltretutto la “prestazione delle prescritte garanzie finanziarie e senza la preventiva realizzazione delle opere di tompagnamento e di un efficace sistema di biofiltrazione”.

A pagare è Screti “ sino al 29 ottobre 2013”, stando ai risconti bancari costituiti dagli estratti conti che lo stesso imprenditore ha voluto consegnare ai pm nel momento in cui ha confessato la tangente. Mazzetta che Consales ha sempre respinto, ammettendo di aver ricevuto la somma ma solo a titolo di contributo elettorale offerto da Screti, quindi non chiesto, senza sapere niente altro. Né quando né tanto meno l’importo. In tal senso sarebbe configurabile l’ipotesi di finanziamento illecito, rispetto alla quale i pm scuotono la testa avendo blindato l’accusa di corruzione anche facendo riferimento alla successione degli eventi dopo aver ricordato la ragione per quale l’imprenditore mette mano alla provvista di denaro.

Screti ha ammesso di aver avuto necessità di quell’appalto: “Rischiavo il fallimento perché la società era gravata una imponente esposizioni debitoria”. L’imprenditore ottiene dall’Agenzia delle entrate di Brindisi il 23 luglio 2012, “un accordo di transazione spendendo soprattutto la stipula del contratto con il Comune”, avvenuta appena tre giorni prima.

Ad alimentare la corruzione, quel rapporto di do ut des, ritenuto esistente dall’accusa, ci sarebbero state le posizioni debitorie di entrambi, Consales e Sreti, che proprio guardando ai rifiuti avrebbero cercato di estinguerli.

Risulta  che “il 7 gennaio 2014 in occasione della messa in esercizio, a regime, dell’impianto di Cdr di proprietà del Comune, autorizzato da Consales con provvedimento extra ordinem illegittimo del 6 novembre 2013”, vengono firmati i contratti di assunzione per sei persone i cui nominativi sono stati fatti da Screti.

I contratti, stando agli atti acquisiti nella sede della Nubile, risultano firmati proprio il 7 gennaio 2014 con durata differente,  sino ad arrivare al mese di giugno 2015, quando in seno all’Oga c’erano tensioni sfociate nel commissariamento per mano della Regione Puglia, con atto del governatore Michele Emiliano, e risoluzione del contratto per gravi inadempienze.

Nell’elenco figurano brindisini che avrebbero lavorato per Consales giornalista, quindi prima della campagna elettorale, e chi  con il sindaco sarebbe entrato in contatto dopo. Tutti sono stati sentiti dalla Digos lo scorso mese di giugno.

Consales in aula durante processo, avvocato Manfreda-2L’ingresso nella società di persone segnalate sarebbe anche successivo al pagamento dell’ultima tranche della mazzetta, collocata come si diceva il 29 ottobre 2013. Il successivo 19 novembre i pm dispongono perquisizioni nell’ufficio e nell’abitazione di Consales, così come a carico di Giuseppe Puzzovio, dirigente di Equitalia Sud, all’epoca entrambi indagati nel filone sul pagamento in contanti del debito del sindaco nei confronti della società di riscossione dei tributi. E a distanza di qualche tempo rinviati al giudizio del Tribunale.

Il 16 dicembre 2013 nell’inchiesta si inserisce il tassello costituito dalle dichiarazioni dell’ex segretario particolare di Consales, Cosimo Saracino, che sarà sentito il 5 marzo 2015 e di recente, il 9 giugno scorso, quindi quattro giorni dopo le elezioni amministrative a Brindisi.

In piena campagna elettorale, invece, sono stati ascoltati il segretario generale del Comune, Paola Giacovazzo, il 26 e il 27 aprile; il vice Costantino del Citerna, il 28 aprile; l’ex assessore Antonio Giunta, rimasto fuori dalla Giunta al momento di uno dei rimpasti, sentito il 27 aprile così come l’ex commissario Bruno Pezzuto e prima ancora l’x prefetto Nicola Prete il 13 aprile. Il 26 e il 29 aprile è stato interrogato come persone informata sui fatti l’ex ingegnere capo del Comune, Pietro Cafaro già sentito il 27 maggio dell’anno scorso. Sette interrogatori per Gianluca Cuomo, l’altro ingegnere dell’Amministrazione cittadina: il primo il 14 aprile 2014 e l’ultimo il 31 agosto 2015.

La conclusione, per i pm, è una sola: “corruzione per aver compiuto plurimi atti contrari ai doveri sul suo ufficio e per aver speso il suolo politico e amministrativo a sostegno degli interessi della Nubile, in tal modo asservendo in maniera stabile ruolo e funzioni di sindaco alla società”.

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