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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

“Consales mi promise un posto di lavoro, non lo fece e incendiai l’auto”: condannato a due anni

Alessandro D'Errico, 39 anni, brindisino, giudicato con rito abbreviato: riconosciuto colpevole anche stalking ai danni dell'ex sindaco che non si è costituito parte civile. Anche oggi in udienza, l'imputato ha reso dichiarazioni spontanee: "Gli diedi documentazione medica di mio figlio"

BRINDISI -  Anche oggi, prima della sentenza, ha confermato di aver aiutato l’ormai ex sindaco Mimmo Consales nella campagna elettorale del 2012 e di aver ottenuto la promessa di un posto di lavoro che poi non fu mantenuta: Alessandro D’Errico, 39 anni, disoccupato, brindisino, è stato condannato per l’incendio  che nella notte del 3 novembre 2014 distrusse la Ford Kuga in uso al primo cittadino e per stalking ai danni dello stesso Consales.

Il pm Savina ToscaniLa sentenza è stata pronunciata nella tarda mattina di oggi (14 aprile) dal gup del Tribunale di Brindisi di fronte al quale è stato incardinato il processo con rito abbreviato, chiesto e ottenuto dall’avvocato Mauro Durante, difensore di fiducia di D’Errico che ha chiesto la parola per rilasciare dichiarazioni spontanee, prima che il giudice si ritirasse in camera di consiglio.

Consales che pure era stato indicato come parte lesa, non si è costituito in giudizio e resta ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta per corruzione sul’affidamento dell’impianto di Cdr alla società Nubile.L’ex sindaco, come è noto, è stato arrestato il 6 febbraio scorso su richiesta (anche) dallo stesso pm che ha rappresentato la Procura nel processo a carico del disoccupato, Savina Toscani (nella foto). Accusa alla quale Consales non ha mai ritenuto di dover replicare, dal momento che non risultano esserci, allo stato, interrogatori resi.

Il sostituto procuratore ha chiesto per D’Errico la condanna alla pena di due anni e quattro mesi, dopo aver sottolineato il rapporto di conoscenza tra il disoccupato e Consales, risalente al periodo della campagna elettorale. Il gup ha chiuso il conto della giustizia, al netto della riduzione di un terzo per la scelta del rito alternativo al processo ordinario, a due anni. Senza il beneficio della sospensione della pena, ma con il riconoscimento delle attenuanti generiche a fronte della recidiva contestata.

Il trattamento sanzionario è comunque mite, tenuto conto del fatto che l’aggravante di aver agito ai danni di un pubblico ufficiale avrebbe potuto portare a una condanna di quattro anni. Va anche ricordato che D’Errico ha un  presofferto, vale a dire un periodo di custodia cautelare, pari a un anno.

L’avvocato difensore dell’imputato ha già anticipato l’intenzione di presentare ricorso in Appello, una volta depositate le motivazioni della sentenza, per contestare la sussistenza dello stalking, non essendoci stata una sequenza di atti a sfondo persecutori, come richiesto dalla fattispecie di reato. Accusa che, invece, il pm e il gup hanno confermato in relazione a telefonate ed sms che D’Errico avrebbe fatto all’utenza di Consales (quella personale).

In tutto, risulterebbero tre chiamate senza risposta partire dal numero in uso all’imputato e rivolte all’exsindaco e nove sms, nessuna delle telefonate e nessun invio dei messaggi avvenne in ore notturne, come invece aveva riferito Consales, ha rilevato ancora l’avvocato Mauro Durante, il quale nell’arringa della scorsa udienza, aveva ribadito che a D’Errico, da parte del sindaco, era stato promesso un posto di lavoro in cambio dell’impegno in campagna elettorale.

D’Errico, secondo la difesa, conosceva Mimmo Consales ancor prima della sua elezione, perché era a capo di uno dei comitati elettorali che sostenevano la candidatura del giornalista di Telenorba. Si trattava di uno di quelli aperti nel rione Sant’Elia, in un garage a fronte di un affitto di 300 euro.

La circostanza è stata confermata anche oggi, con l’aggiunta di un particolare legato alla motivazione dell’incendio: non solo Consales non avrebbe tenuto fede alla promessa di trovare un posto di lavoro, ma avrebbe perso la documentazione medica che D’Errico gli aveva personalmente consegnato. Si sarebbe trattato di certificati relativi a una patologia di uno dei figli del disoccupato che, sempre secondo l’imputato, sarebbero stati chiesti da Consales.

La Ford Kuga era parcheggiata sotto l'abitazione di Consales, rione Bozzano. Ed era in uso all'ex sindaco ed è la stessa auto di cui la Procura parla nel capo di imputazione per il quale  è già sotto processo, in relazione al filone della società di comunicazione News Sas con annessa cessione delle quote e della proroga dei servizi di call center e rassegna stampa, ad elezioni avvenute. Quando cioè Consales era stato eletto, motivo per il quale si sostiene l’esistenza di un conflitto d’interesse.

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