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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

"Consideravo Brindisi una seconda scelta, ma qui mi sono trovato benissimo"

A pochi giorni dalla pensione, il procuratore capo di Brindisi, Marco Dinapoli, si è accomiatato dagli avvocati nel corso di una cerimonia organizzata dall'ordine degli avvocati di Brindisi. "Ho trattato con pari rispetto tutti i protagonisti di un processo: anche i malviventi, anche i mafiosi"

BRINDISI – “Mi sono trovato così bene che penso di essere stato molto fortunato ad aver svolto questo lavoro, perché era l’unico che potevo svolgere e non ho mai perso le motivazioni”. Ha faticato a trattenere la commozione il procuratore capo di Brindisi, Marco Dinapoli, quando con queste parole si è accomiatato dagli avvocati, al termine di una cerimonia che si è svolta stamani presso la biblioteca forense “Avv. Carlo Monticelli”, all'interno del tribunale di Brindisi.

IL VIDEOSERVIZIO

Fra pochi giorni Dinapoli andrà in pensione. Gli ultimi otto anni di una carriera quarantennale gli ha spesi a Brindisi: una destinazione che inizialmente era “una seconda scelta”, per stessa ammissione del procuratore, ma in cui poi si è “trovato benissimo”. L’evento è stato organizzato dal presidente dell’Ordine di Brindisi, l’avvocato Carlo Panzuti, nel corso di una mattinata in cui era prevista anche la cerimonia di giuramento di alcune decine di neo avvocati.

l'avvocato Carlo Panzuti-2

Lo stesso Panzuti ha accolto Dinapoli esprimendo il dispiacere, a nome di tutti i suoi colleghi, per la fine della sua carriera da procuratore. “Non siamo contenti – dichiara Panzuti - che va in ferie permanenti (come Dinapoli ama definire il pensionamento, ndr)”. Panzuti tratteggia il ritratto di una “persona gioviale, alla mano, sempre disponibile”, la cui porta era sempre aperta “non solo per gli avvocati ma anche per i cittadini”.

“E’ un appassionato di retorica. Ama la cultura. Ha sempre privilegiato il dialogo – prosegue Panzuti - abbiamo risolto dei casi delicati, parlandoci. Ne abbiamo palpato l’umanità nella vicenda dell’attentato alla scuola Morvillo Falcone”. Panzuti ha inoltre rimarcato come Dinapoli abbia sempre “ribadito il rispetto per la professione forense, mostrando rispetto per la diversità dei ruoli e rinverdendo una tradizione brindisina che è un vanto nostro: quella di avere ottimi rapporti fra istituzione forense e avvocati”.

Il saluto del procuratore Dinapoli egli avvocati di Brindisi

Dopo il presidente dell’Ordine, sono intervenuti gli avvocati Giampiero Iaia, vice presidente della Camera Penale, Domenico Attanasi, componente della giunta nazionale dell’Aiga (Associazione italiana giovani avvocati), Giovanni Luca Aresta e Rocco Lamarina, che ha regalato al procuratore un libro. Poi ha preso la parola lo stesso Dinapoli, che ha fatto un excursus della sua esperienza brindisina.

“Quando mi hanno mandato a Brindisi – dichiara Dinapoli - non l’ho scelto io, perché io avrei scelto una città più grande. Ma non ero abbastanza titolato per andare in una città più grande. Quando mi hanno mandato qui è stata una seconda scelta. Ma io sono molto contento di essere venuto qua, perché Brindisi ha la caratteristica di un ambiente medio piccolo, in cui ci conosciamo e questo è un grandissimo vantaggio nello svolgimento del nostro lavoro. Perché conoscersi vuol dire rispettarsi. Vuol dire che non ci sono fraintendimenti”.

Gli avvocati in sala-2

Dinapoli rivendica di aver “trattato con pari rispetto tutti i protagonisti di un processo: anche i malviventi, anche i mafiosi. Ho sempre trattato bene tutti, dando a tutti del lei”. E a tal proposito racconta un aneddoto di pochi giorni fa, quando gli è capitato di sedere al tavolo di un ristorante, accanto a un tavolo in cui c’era un capo mafia con la moglie nei cui confronti aveva sostenuto l’accusa.

“Mi aveva riconosciuto subito – dice Dinapoli riferendosi al capo mafia – e continuava a guardarmi. A un certo punto si presentò, dicendomi: ‘Hai fatto condannare a me e mia moglie’. Ma hanno riconosciuto che era lavoro, non era un fatto personale. E questo mi ha consentito di consumare la cena accanto a una persona che grazie al mio impegno era stata condannata”.

Il procuratore ha manifestato il suo “grande rispetto” nei confronti dell’avvocatura, “perché sono convinto che nessuno è infallibile e che quanto più incisivo è il contraddittorio, tanto minore è il rischio di prendere decisioni sbagliate. E questo è il ruolo fondamentale dell’avvocatura”.

“A volte – prosegue Dinapoli - diciamo cose diverse, giungiamo a conclusioni diverse, abbiamo punti di vista diversi, ma se non ci fosse il contraddittorio che giustizia sarebbe? Sarebbe sicuramente una giustizia monca, parziale”. Al termine del discorso, tutti gli avvocati si sono alzati in piedi, tributandogli un applauso. A ricordo di questa giornata, Carlo Panzuti ha consegnato al procuratore una stampa del porto di Brindisi della seconda metà del 1700 e una pubblicazione risalente allo stesso periodo storico, sulla cronaca dei sindaci di Brindisi. Nei prossimi giorni, intanto, si conoscerà il successore di Dinapoli. Nove i candidati, fra cui due donne. 

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