Consulenze e collaboratori a Brindisi sono segreti. E nessuno paga pegno
L’efficienza degli enti che svolgono attività di pubblico interesse, ma anche le società partecipate dall’amministrazione comunale di Brindisi, è oggetto di una approfondita riflessione e analisi da parte dell’associazione Left di Brindisi
BRINDISI - L’efficienza degli enti che svolgono attività di pubblico interesse, ma anche le società partecipate dall’amministrazione comunale di Brindisi, è oggetto di una approfondita riflessione e analisi da parte dell’associazione Left di Brindisi, che intende verificare in che modo vengono organizzati i servizi e spese le risorse pubbliche, per eliminare, attraverso la correttezza e trasparenza degli atti, le aree di opacità, gli sprechi e le inefficienze, in funzione dei risultati positivi di bilancio, dello sviluppo e, conseguentemente, della salvaguardia dei posti di lavoro
Nei giorni scorsi il presidente Carmine Dipietrangelo ha esplorato il primo capitolo di questo lungo percorso, che si vuole compiere insieme ai cittadini, analizzando il sistema di nomine realizzate all’interno della Stp, che sembra lontano da quella nuova municipalità, da quella trasparenza, dal quel nuovo modo di amministrare le risorse pubbliche, cui si fa spesso riferimento nei discorsi della politica, che rimane purtroppo ancorata a pratiche antiche, che tanti danni hanno procurato e continuano a procurare.
In linea con quel ragionamento, in molti si chiedono come si possa rimanere a dirigere una società che utilizza risorse economiche pubbliche, che per la Corte dei Conti rappresenta la pubblica amministrazione in senso oggettivo, quando per lungo tempo non si rispetta la legge e si calpestano i diritti dei cittadini, di coloro che con il pagamento delle tasse e dei tributi vari creano quelle risorse.
Sul sito istituzionale della Multiservizi di Brindisi, della Energeko, di proprietà al 100% del Comune di Brindisi, della Fondazione Teatro Verdi, della Stp (società di trasporto pubblico) e Asi (Area di sviluppo industriale) di Brindisi, si continua a non pubblicare l’elenco contenente le indicazioni relative agli incarichi di consulenze e di collaborazione conferiti, nonostante quanto prescritto da numerose leggi.
L’ultima in ordine di tempo è quella contenuta nell’articolo 15 del decreto legislativo n. 33 del 14 marzo 2013, in vigore da 20 aprile 2013, riguardante il riordino della disciplina sugli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione delle informazioni, che obbliga le pubbliche amministrazioni, le società in house e le fondazioni, le partecipate, gli enti di diritto privato che svolgono attività di pubblico interesse, a pubblicare ed aggiornare sul proprio sito web, gli elenchi e le informazioni relative agli incarichi di collaborazione e consulenza conferiti, entro tre mesi dal conferimento dell’incarico e per i tre anni successivi dalla loro cessazione.
Una obbligo di pubblicazione rafforzato dalla previsione, che il conferimento della collaborazione o di consulenza acquista efficacia e consente la liquidazione del compenso solo con la pubblicazione degli estremi dell'atto di conferimento dell'incarico. L’ eventuale pagamento del corrispettivo disposto in assenza della pubblicazione, prosegue la legge, determina la responsabilità del dirigente, che l’ha disposto e comporta il pagamento di una sanzione pari alla somma corrisposta. A meno che il destinatario non risarcisca il danno.
Una situazione che potrebbe far presupporre ai cittadini che visitano il sito, l’eccezionale circostanza, che nessun incarico e/o collaborazione sia stato conferito e, conseguentemente, nessun compenso liquidato, in tutti questi anni. Ma anche presupporre, in assenza di indicazioni o di riferimenti, che si prosegua in barba alla legge e alle sanzioni.
Nondimeno, al fine di consentire ai cittadini di poter esercitare i diritti rivenienti dalla legge e verificare direttamente, senza complicazioni e/o difficoltà burocratiche, il buon andamento della pubblica amministrazione e in che modo vengono spese le risorse pubbliche e organizzati i servizi, così come hanno già fatto tempestivamente moltissime società in house, fondazioni e società interamente partecipate da enti pubblici esistenti in Italia, in cui esiste un efficiente sistema di controllo, è obbligatorio pubblicare , tenendolo aggiornato, l’elenco dei conferimenti effettuati quest’anno e negli anni precedenti.
Naturalmente, con tutte le indicazioni prescritte dal decreto legislativo 33 del 2013, che si riferiscono al soggetto incaricato, al suo curriculum, all’oggetto e durata dell’incarico, al provvedimento di conferimento, al compenso previsto, agli importi di viaggi di servizio e missioni pagati con fondi pubblici, nonché ai dati relativi ad altri eventuali incarichi con oneri a carico della finanza pubblica. Ma anche le eventuali sanzioni nel frattempo applicate.
Quello che fa specie in questa circostanza e la riluttanza a conformarsi alla legge, che risulta essere evidentemente un impegno molto doloroso, ma anche l’inerzia dell’amministrazione comunale di Brindisi, che è venuta meno alle funzioni proprio di controllo, che aveva il dovere di esercitare, in modo particolare sulle società in house, al 100% di proprietà comunale. Circostanza questa, che a molti la fa apparire corresponsabile di questa grave omissione.