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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Contro la leucemia della figlia, da disoccupati

ERCHIE - Silvia ha una voce squillante, sorride in foto accanto a Nicolàs Burdisso il difensore della Roma che ieri è andato a trovare lei, 12 anni di Erchie, e tutti i bambini ricoverati nel reparto di Ematologia del Bambin Gesù. Silvia ha la leucemia.

ERCHIE -  Silvia ha una voce squillante, sorride in foto accanto a Nicolàs Burdisso il difensore della Roma che ieri è andato a trovare lei, 12 anni di Erchie, e tutti i bambini ricoverati nel reparto di Ematologia del Bambin Gesù. Silvia ha la leucemia, gliel’hanno diagnosticata un anno fa. Pensava di aver sconfitto il male, ne era certa. Ma è tornato: e ora è in attesa di trapianto di midollo, dopo un lungo ciclo di chemioterapia sostenuto a Roma.

Burdisso, oltre a regalare ai ragazzi qualche gadget giallorosso, ha raccontato la sua vicenda personale, una storia a lieto fine che ha riguardato la figlia e che inevitabilmente è finita sotto i riflettori. Una storia che potrebbe infondere coraggio ai piccoli pazienti ma anche ai loro genitori. Mamma Anna e papà Pietro sono accanto alla figlia da tre mesi. Sono entrambi disoccupati e non percepiscono alcun sussidio.

“Ha fatto un lungo ciclo di chemio. Noi siamo qui, anche se non abbiamo un’entrata economica, siamo disoccupati e Silvia non percepisce nulla. L’Inps a luglio l’ha dichiarata guarita, noi abbiamo comunicato l’aggravamento delle sue condizioni – spiega il padre – ma finché è in ospedale non le spetta un centesimo”. Pietro fa l’intonachista e non lavora ormai da mesi: “Mi hanno licenziato, ora non è facile trovare un impiego. Sono qui a contare i centesimi, anche per mangiare. Ma dobbiamo lottare per Silvia, sperando che qualcuno ci aiuti ma soprattutto che ce la faccia, che riesca a buttarsi alle spalle questo incubo”.

Silvia frequenta la seconda media. E’ ansiosa di tornare in classe, vorrebbe che accadesse il più presto possibile. “Tutte le nostre speranze sono riposte in questo trapianto. Non è stato ancora individuato il donatore – spiega il padre – ma attendiamo. Ci hanno anche spiegato che c’è una possibilità che noi genitori si sia  compatibili. Ad ogni modo siamo qui, a provarle tutte. I parenti ci aiutano. Ma non è facile da soli. A Silvia viene fornita assistenza e vitto, ma a mia moglie che le sta vicino no. E devo pensarci io, che non so come pagare l’affitto e tra un po’ mi sfrattano”.

Ieri è stata una giornata speciale per la piccola donna di Erchie, forte come un leone.  Una giornata da immortalare e da condividere con gli amici di Facebook, lo strumento che la tiene in contatto con il mondo fuori, con il mondo giù in Puglia.  Un beniamino, Burdisso, perché è famoso, perché è un calciatore e perché è un uomo che come altri ha dovuto affrontare un momento terribile, quando era tesserato all’Inter. La figlia, Angelina, malata di leucemia come Silvia. Poi guarita, dopo otto mesi. Oggi ha undici anni e il futuro davanti a sé.

Può essere così per tutti coloro che sono ricoverati lì, in quel reparto in cui il calciatore si reca proprio per infondere coraggio a chi non vede ancora una strada in discesa dinanzi a sé ma può trovare nel lieto fine altrui l’energia per continuare a combattere.  “Speriamo – dice Pietro – speriamo davvero”. Silvia è l’unica figlia della coppia di Erchie. E’ tutto quel che hanno.

 

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