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Cronaca

Teen Explorer: web e prevenzione dei rischi per la salute dei ragazzi

Si è tenuta lunedì 19 gennaio 2015, presso l'Aula Magna del Polo Didattico Asl, la prima delle due giornate di formazione del programma "Teen Explorer: prevenzione dei pericoli per la salute associati all'uso improprio del web"

BRINDISI - Si è tenuta lunedì 19 gennaio 2015, presso l’Aula Magna del Polo Didattico Asl, la prima delle due giornate di formazione del programma “Teen Explorer: prevenzione dei pericoli per la salute associati all'uso improprio del web”. Il progetto, stilato dalla dott.ssa Maria Grazia Foschino insieme all’equipe “Giada” dell’ospedale “Giovanni XXIII” di Bari, assume il nome di "Teen Explorer", per evidenziare il forte legame che salda i giovani adolescenti al mondo della rete.

L'evento formativo é stato diretto dall'assistente sociale Domenica De Iaco che ha moderato gli interventi degli psicologi e psicoterapeuti Roberto Comunale (referente regionale Cismai) e Carmelo Ciracì (psicologo del consultorio familiare di Francavilla Fontana). Oltre agli psicologi, il programma ha visto l’intervento tecnico dell'ispettore Eugenio Cantanna della Polizia Postale e della dirigente scolastica Elvira D’Alò. All’incontro hanno partecipato numerosi docenti provenienti dalle province di Brindisi e di Lecce, in particolar modo vanno menzionati gli istituti “Morvillo Falcone” ed “Ettore Palumbo” che hanno aderito attivamente all’ evento.

Il progetto nasce dalla constatazione che l’utilizzo della rete Internet è cresciuta in modo esponenziale: negli anni ‘70 essa veniva utilizzata a fini militari, mentre oggi il web ormai fa capolino in quasi tutte le azioni quotidiane, riuscendo a soppiantare i comuni mass media. Le “obsolete” linee Adsl stanno lasciando spazio alle rapide connessioni 4lte che rendono gli smarthphone, cellulari sconosciuti solo dieci anni addietro, degli straordinari portali che permettono l’accesso a milioni di contenuti multimediali condivisi nelle situazioni più disparate.

Come ben sappiamo, questi rapidi cambiamenti sono entrati nelle nostre case in modo inarrestabile, non facendo alcuna distinzione tra grandi e piccoli. In virtù di ciò, le cronache nazionali e mondiali spesso riferiscono report shoccanti dovute all’utilizzo improprio da parte di minori della rete. Giusto per fare un esempio, non è difficile imbattersi in notizie riportanti delle adolescenti ricattate per delle foto intime scambiate su Whatsapp o di ragazzi che si sono tolti la vita dopo esser stati presi in giro, dai propri compagni su Facebook, per la loro presunta omosessualità.

Queste dinamiche non sono estreme e lontane dalle nostre case: anche i nostri figli hanno avuto modo di conoscere questi episodi, seppur in maniera attenuata. I dati parlano chiaro: un adolescente su due invia e riceve messaggi con contenuti sessuali, quattro su dieci vengono contatti da sconosciuti e ben tre ragazzi/e su dieci hanno rapporti intimi con individui conosciuti tramite Internet. Conoscere queste verità aiuta a formare e proteggere la nuova generazione dalle ingannevoli dinamiche che si possono stabilire in modo strisciante senza che essa abbia modo di riconoscerle per tempo e potersi difendere.

Immagine-001-5Il senso di colpa, il timore di non esser compresi e il desiderio di trasgredire le regole genitoriali, denotano i processi psicologici sottostanti alla mente adolescenziale, che non riesce a fuggire da una trappola dai confini invisibili ma potentissimi. I genitori non sempre riescono a captare certi segnali di disagio: il trauma successivo a una proposta sessuale esplicita da parte di uno sconosciuto o la frustrazione dovuta all'azione dei cyberbulli possono tradursi in comportamenti sottili non sempre chiari ai non esperti del settore.

Le scuole costituiscono, quindi, un avamposto educativo fondamentale. Quotidianamente i docenti si trovano in difficoltà nello stabilire e far rispettare le più fondamentali regole sottostanti la buona educazione. Entrando in classe non dovremmo stupirci nel vedere studenti che compongono messaggi scritti sotto il banco o che rispondono sgarbatamente davanti agli innumerevoli richiami dei propri professori.

In questo modo le scuole vengono depauperate della loro funzione educativa, non potendo soccorrere i propri studenti nei casi in cui sono necessari interventi d'aiuto ed indebolendo un potenziale circuito virtuoso con la famiglia. L'innovativo progetto della rete “Giada” vedrà degli specialisti presenti sul territorio brindisino, configurandosi come una valida risposta alle dinamiche multifattoriali presenti nell'interazione adolescente-web.

I contesti d'intervento spaziano dall'isolamento sociale al cyberbullismo, passando per la difesa dai reati sessuali online. In sintesi, davanti ai costanti cambiamenti che costituiscono sfide quotidiane per la tutela psicologica dei nostri figli, un vecchio adagio rispecchia perfettamente l’atteggiamento per vincere questa sfida:   Neque irasci, neque admirari, sed intelligere”. Non arrabbiarsi, non stupirsi, ma comprendere. (v.brugnola@libero.it)

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