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Cronaca

Convenzione università, contabilità contestata dai nuovi revisori

Non solo Multiservizi e Fondazione del Nuovo Teatro Verdi: qualcosa non quadra anche guardando le convenzioni con le Università del Salento e di Bari, stando alle valutazioni dei revisori del Comune di Brindisi. Sia quelli "nuovi" che quelli ormai diventati "ex"

BRINDISI – Non solo Multiservizi e Fondazione del Nuovo Teatro Verdi: qualcosa non quadra anche guardando le convenzioni con le Università del Salento e di Bari, stando alle valutazioni dei revisori del Comune di Brindisi. Sia quelli “nuovi” che quelli ormai diventati “ex”. Perché il collegio di controllo interno fresco di nomina ha condiviso in toto le contestazioni lasciate in eredità dai vecchi colleghi.

Tre milioni di euro. Perfetta continuità, quindi, tra gli uni e gli altri. Altro che rottura con il passato di cui parlavano i consiglieri comunali di maggioranza (centrosinistra), salutando il nuovo organismo. Lo zoom dei revisori si riferisce alla somma di quasi tre milioni di euro, segnalata come debito fuori bilancio che deriverebbe dal mancato versamento da parte dell’amministrazione cittadina della quota di partecipazione necessaria per alimentare i corsi di laurea.

Si tratta dell’unica voce consistente, dal momento che l’altro debito arrivato dal passato è pari a 12.500 euro e si riferisce all’ammontare delle fatture che il Comune non ha pagato in favore della ditta brindisina che si occupò del deposito e della custodia degli elementi della colonna Romana, dal capitello ai rocchi. Qui, nulla quaestio. Prima o poi l’impresa sarà pagata.

La nota che sembra dolente attiene all’Università e alla tenuta della contabilità: “In merito alla rendicontazione delle spese previste dall’articolo 20 della convenzione Immobili Poli di Brindisi, non è stata in alcun modo verificata e validata dagli uffici preposti al Comune”, si legge nella relazione firmata dai nuovi revisori, Antonio Simone, Raffaele Petracca e Alberta Caterina Colella. Contenuto esattamente identico al parere del collegio passato rilasciato in prima istanza il 26 novembre 2012 e poi ripreso il 18 dicembre 2013.

La contabilità. Non solo. “Non vi è traccia – si legge ancora – della corretta applicazione dei criteri di rendicontazione di cui all’articolo 23 della citata convenzione, secondo cui le spese ammissibili devono risultare da una contabilità separata del progetto, mediante l’implementazione di un dedicato programma-progetto da iscrivere all’atto della sottoscrizione della Convenzione”.

E ancora: “Non vi è traccia di alcun documento, né di alcun verbale redatto dal comitato di controllo previsto dall’articolo 4 del protocollo d’intesa sottoscritto in data 14 novembre 2005 tra Provincia di Brindisi, Camera di Commercio, Consorzio Sisri, Azienda sanitaria locale ed Università degli Studi di Lecce, così come richiamato dall’articolo 28 della predetta convenzione”.

Il motivo per il quale mancano all’appello questi documenti non è chiaro: non sarebbe stato comunicato dall’amministrazione cittadina né in passato, né tanto meno ora ai nuovi componenti dell’organo di controllo interno.

La giunta. La continuità tra i nuovi e i vecchi revisori resta anche con riferimento ai rilievi mossi alla giunta a proposito dei “criteri di valutazione del patrimonio e delle componenti economiche”, dell’”analisi dei principali scostamenti intervenuti rispetto alle previsioni” e delle “motivazioni delle cause che li hanno determinati”: questi elementi “non sono stati evidenziati” nella relazione di accompagnamento al rendiconto consuntivo 2014.Nè lo sono stati in precedenza, negli anni 2013 e 2012.

“La relazione, quindi, non contiene tutte le informazioni indicate” in alcuni punti del “Principio contabile emanato dall’Osservatorio per la finanza e la contabilità degli Enti locali”, si legge. “Ciò evidenziato, si raccomanda, per il futuro, di apportare tutte le integrazioni necessarie a garantire che la relazione contenga le principali informazioni sulla natura e sulla modalità di determinazione dei valori contabili e fornisca elementi anche di natura non strettamente contabile”.

Nonostante ciò e nonostante la nomina del collegio sia stata recente, per cui è stato possibile “eseguire solo un controllo formale, senza tuttavia poter entrare nel merito degli accadimenti contabili e gestionali”, i revisori hanno comunque rilasciato parere favorevole al conto consuntivo versione 2104, approvato dal Consiglio comunale lo scorso 29 maggio, ultimo giorno possibile tenuto conto della diffida del prefetto.

L’avanzo lievitato. Lo stesso giorno, la giunta ha deliberato il riaccertamento straordinario dei residui al primo gennaio 2015, con la conseguenza che l’avanzo di amministrazione indicato nel rendiconto non è più quello: è lievitato, passando da “24.732.399 euro e 86 centesimi a 28.191.390 euro e 37 centesimi”. Com’è possibile? Se lo chiedono i consiglieri d’opposizione ai quali non basta il richiamo al contenuto della recente normativa che ha introdotto nuovi principi contabili ai fini dell’armonizzazione, secondo cui l’accertamento e l’impegno vengono registrati solo a seguito di obbligazioni giuridicamente perfezionate.

“Non sono pertanto più ammessi i cosiddetti impegni impropri assunti in contabilità, in assenza del soggetto creditore e dell’ammontare della somma dovuta, al fine di mantenere il vincolo di destinazione dell’entrata”.

E inoltre l’accertamento e l’impegno devono essere imputati nell’esercizio in cui gli stessi vengono a scadenza, ossia diventano esigibili. Non è chiaro se la giunta si sia riunita prima, durante o dopo la seduta del consiglio. E’ invece certo che dalla squadra di governo mancassero il sindaco Mimmo Consales, l’assessore Alfredo Sterpini e Carmela Lo Martire.

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