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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

"Così la Bg pagò le mazzette al sindaco". In aula un investigatore della Finanza

BRINDISI - Una indagine tira l’altra. Furono le verifiche sulla Tangentopoli made in Brindisi, quella che decimò una intera amministrazione comunale, a indirizzare gli inquirenti sul terreno minato del rigassificatore. Lo ha detto il luogotenente della Guardia di Finanza, Enrico Mancarella, testimone chiamato in causa dal pubblico ministero Giuseppe De Nozza. Trait d’union delle due vicende, un humus di corruttela entro il quale privato e pubblico stringevano accordi, siglavano patti, appaltando il presente e il futuro della città.

BRINDISI - Una indagine tira l’altra. Furono le verifiche sulla Tangentopoli made in Brindisi, quella che decimò una intera amministrazione comunale, a indirizzare gli inquirenti sul terreno minato del rigassificatore. Lo ha detto il luogotenente della Guardia di Finanza, Enrico Mancarella, testimone chiamato in causa dal pubblico ministero Giuseppe De Nozza. Trait d’union delle due vicende, un humus di corruttela entro il quale privato e pubblico stringevano accordi, siglavano patti, appaltando il presente e il futuro della città.

Mentre la Digos indagava su uno dei fronti aperti sulla vicenda, le fiamme gialle procedettero agli accertamenti documentali, acquisendo agli atti della procura un faldone di diverse migliaia di pagine, la summa dei passaggi finanziari fra le società private in ballo nello stesso affare e le istituzioni brindisine, il Comune ma anche l’Autorità portuale. Un esempio su tutti, quello “strano” contratto di consulenza da 360 milioni delle vecchie lire stipulato da Bg Italia con la Iss, la società intestata a Elide Ricci (suocera di Scagliarini) e Maria Teresa Scatigna (prima moglie di Giovanni Antonino), ma amministrata di fatto, secondo gli inquirenti, da Luca Scagliarini.

La posizione delle due signore, amministratrici della società, passò al setaccio della magistratura, ma venne stralciata immediatamente dal fascicolo di indagine. Del tutto altrimenti andò per il resto dei soggetti coinvolti. Secondo gli inquirenti Scagliarini e la Iss furono il tramite attraverso il quale la somma transitò fino all’ex sindaco Giovanni Antonino, in dieci rate mensili dell’ammontare di trenta milioni ciascuno, più Iva.

Mancarella ha ribadito ieri in aula, che nel faldone acquisito agli atti, figurano le prove documentali della natura fittizia di quel contratto di consulenza, uno dei tanti magheggi (veri o presunti) utili a oliare gli ingranaggi amministrativi fino ad ottenere l’autorizzazione a realizzare il rigassificatore in zona Capobianco, e proprio lì. Pronta ad affilare le armi la difesa di Bg (avvocati Giulia Bongiorno e Paola Severino), di Giovanni Antonino (Massimo Manfreda) e  Luca Scagliarini (Ernestina Sicilia), che si prepara al controesame di Mancarella nella prossima udienza, del 15 ottobre prossimo

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