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Cronaca Carovigno

Coste abbandonate, un pessimo biglietto da visita per il turismo locale

Ci sono ancora turisti, a settembre inoltrato, sulla costa di Carovigno: coppie anziane, camperisti, ospiti di resort. Le spiagge dei residence sono le ultime ad essere smantellate. Alcune strutture ricettive, soprattutto masserie e bed and breakfast chiudono a fine ottobre

CAROVIGNO – Ci sono ancora turisti, a settembre inoltrato, sulla costa di Carovigno: coppie anziane, camperisti, ospiti di resort. Le spiagge dei residence sono le ultime ad essere smantellate. Alcune strutture ricettive, soprattutto masserie e bed and breakfast chiudono a fine ottobre. Pace e tranquillità sono tornate, l’acqua è cristallina nelle giornate con poco vento. Ma lo spettacolo è desolante. Tralasciando l’urbanizzazione costiera priva di qualsiasi vera governance urbanistica, la condizione del litorale è pietosa. Vale a dire, l’offerta turistica vera e propria si limita ai confini delle strutture ricettive e delle loro spiagge in concessione. Ma se uno decide di fare due passi oltre questi “confini” il bilancio, per l’immagine del territorio, è pesante.

Il relitto di una tavola da windsurf-001-2Se da un lato è soprattutto il mare a portare sulla costa la spazzatura abbandonata al largo da navi commerciali e pescherecci e le acque di sentina dei tank delle petroliere, che macchiano gli scogli e sporcano la sabbia, non c’è nessuno che rimuove questo campionario inesauribile di plastica, bottiglie, rottami, reti, boe sfondate, tronchi d’albero, canne, regalo delle pattumiere dei cargo e anche dei fiumi che si riversano in Adriatico. E’ la politica turistica della botta di due mesi e poi via. Non si capisce perché poi la gente dovrebbe ritornare l’anno successivo, ed è sbagliato pensare che tutta la baracca possa essere sostenuta dall’area protetta di Torre Guaceto, se intorno c’è la situazione documentata dalle foto (A destra, il relitto di una tavola da windsurf tra Specchiolla e Pennagrossa).

Sono scontenti coloro che investono nella stagione turistica, i privati che gestiscono le concessioni, per ciò che i loro clienti vedono a partire da poche decine di metri fuori dalle spiagge attrezzate. Una costa oltraggiata. Ciò non fa economia, non stimola a programmare oltre i mesi di luglio e agosto, intacca la reputazione paesaggistica della zona. Ma se non si può affermare con certezza che ciò dipenda dall’incuria degli amministratori locali, appare invece chiaro che il Comune di Carovigno non dispone né delle risorse finanziarie per gestire una costa tanto estesa, da Lamaforca a Torre Guaceto, con tre borgate marine che in estate superano per popolazione quelle del centro urbano (Santa Sabina, Pantanaggianni e Specchiola).

Turisti passeggiano tra i rifiuti-001-2A questa situazione occorre rispondere con le politiche di area vasta e con unioni tra Comuni che concentrino risorse sulla tutela del territorio e sui servizi ambientali, e sulle politiche dell’accoglienza, che sostengano l’offerta turistica. Le foto mostrano la situazione nel tratto tra le spiagge di Specchiolla e quelle di Pantanaggianni (Morgicchio), e quella del tratto di Costa tra Specchiolla e l’Area marina protetta di Torre Guaceto. Tratti che sarebbero pienamente fruibili se ben recuperati e tutelati, dove si trovano ancora interessanti oasi di macchia mediterranea, canneti e nuove formazioni dunarie. Un’operazione che compenserebbe l’impatto edificazioni realizzate nell’immediato entroterra in assenza – ancora – di un Piano urbanistico, ma alla quale  a Carovigno e nei centri vicini nessuno si dedica studiandone la fattibilità e sollecitandola (Nella foto, turisti che passeggiano tra i rifiuti a Morgicchio)

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