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Cronaca

Costruttore ed evasore totale

BRINDISI – Evasore totale per oltre un milione di euro, nonostante le regolari fatture rilasciate ai clienti. Un milione 125mila mila euro per la precisione. E’ questa la cifra calcolata dopo le indagini, dei militari della compagnia della guardia di finanza di Brindisi diretta dal capitano Giovanni Andriani, nei confronti di un importante imprenditore edile. Le fiamme gialle sono partite dal triennio fiscale 2006-2009, ma hanno esteso le verifiche agli anni 2010 e 2011.

BRINDISI – Evasore totale per oltre un milione di euro, nonostante le regolari fatture rilasciate ai clienti. Un milione 125mila mila euro per la precisione. E’ questa la cifra calcolata dopo le indagini, dei militari della compagnia della guardia di finanza di Brindisi diretta dal capitano Giovanni Andriani, nei confronti di un importante imprenditore edile. Le fiamme gialle sono partite dal triennio fiscale 2006-2009, ma hanno esteso le verifiche agli anni 2010 e 2011.

Il 52enne di Brindisi era sulla piazza da anni, di certo prima dei periodi cui si riferisce l’arco delle ricerche e delle indagini economico-bancarie intraprese dei militari dopo un’attenta programmazione dell’attività d’indagine. Quel che lascia perplessi, non solo gli investigatori, è il fatto che l’imprenditore operasse con la “massima regolarità” nei confronti di clienti e fornitori attraverso bonifici bancari e regolari fatture per i lavori svolti soprattutto nel campo del risparmio energetico delle abitazioni, per i quali - se la documentazione non è regolare - il cliente non può avere diritto alle detrazioni previste per legge.

Di fatto però, per il fisco la persona in questione era un autentico fantasma, assieme alla sua società a responsabilità limitata. Numerosi i lavori effettuati negli anni con l’impresa edile di cui è amministratore unico nel campo delle ristrutturazioni e degli impianti a risparmio energetico: secondo il fisco avrebbe incassato, dal 2006 al 2011, oltre 970mila euro, omesso la dichiarazione Iva dovuta per oltre 60mila euro e per quanto attiene all’imposta sul valore aggiunto il buco ammonta a circa 55mila euro.

L'imprenditore nonostante avesse una tracciabilità precisa dei lavori svolti ha mancato puntualmente di dichiarare tutto al fisco. Un vantaggio importante nei confronti della concorrenza perché poteva così essere più competitivo sul mercato. I finanzieri lo hanno denunciato all'autorità giudiziaria.

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