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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Crolla la falesia, e questa volta c'è il morto, un giovane aspirante biologo

TORRE GUACETO – La falesia in erosione può uccidere, e chi ancora non lo ha capito, oppure ha sottovalutato il rischio, con la tragedia di stamane è molto meglio che si ricreda. Un giovane tarantino di 29 anni, Paolo Rinaldi, è morto poco prima delle 11 di stamani con il torace schiacciato da un blocco staccatosi dalla scarpata che sovrasta la spiaggia tra Torre Guaceto ed Apani, all’interno della riserva marina. Un guardaparco che era con lui, Franco Marinò di 44 anni, di Carovigno (fratello del presidente di Confindustria Brindisi, Giuseppe), è rimasto ferito, e un’altra stagista Anna Scapino di 20 anni, di Matino (Lecce), è stata l’unica ad essere risparmiata.

TORRE GUACETO – La falesia in erosione può uccidere, e chi ancora non lo ha capito, oppure ha sottovalutato il rischio, con la tragedia di stamane è molto meglio che si ricreda. Un giovane tarantino di 29 anni, Paolo Rinaldi, è morto poco prima delle 11 con il torace schiacciato da un blocco staccatosi dalla scarpata che sovrasta la spiaggia tra Torre Guaceto ed Apani, all’interno della riserva marina. Un guardaparco che era con lui, Franco Marinò di 44 anni, di Carovigno (fratello del presidente di Confindustria Brindisi, Giuseppe), è rimasto ferito, e un’altra stagista Anna Scarlino di 30 anni, di Matino (Lecce), è stata l’unica ad essere risparmiata.

Il fatto è accaduto presumibilmente tra le 10,30 e le 10,36 quando Anna Scarlino è riuscita a dare l’allarme con il suo telefono cellulare, mentre alle 10,44 è partita la richiesta di soccorso alle “118”. L’ambulanza è arrivata alle 11. Tutto rapido, senza ritardi. Ma Paolo Rinaldi non c’era più nulla da fare, malgrado la respirazione bocca a bocca praticatagli da uno dei responsabili dello stage, giunto per primo sul posto.

Il luogo è esattamente a mare del parcheggio di servizio del Consorzio di Torre Guaceto a poche centinaia di metri dallo svincolo per Apani della superstrada Brindisi-Bari, riconoscibile da una casa rossa e da un radiofaro dell’aeroporto. Sembra che la vittima e la sua collega, entrambi laureati - pare - alla facoltà di Scienze ambientali dell'Università del Salento, stessero effettuando una serie di rilevamenti con il Gps proprio lungo uno dei tratti della costa in erosione. Un’esercitazione pratica, per rilevare i dati sull’arretramento della costa in quel tratto. Stavano seguendo un corso di formazione di Universus-Csei, in convenzione con il consorzio di gestione della riserva.

Sul posto i carabinieri della stazione Casale di Brindisi, i poliziotti della squadra mare della questura, il servizio Spesal della Asl, la Guardia costiera, i tecnici del Comune di Brindisi e naturalmente i responsabili della riserva di Torre Guaceto. Intanto bisogna ricordare che la scorsa estate il Consorzio di Torre Guaceto aveva lanciato l'allarme sul rischio falesia, e che la Capitaneria aveva perciò vietato l'avvicinamento dal lato mare. Dal lato terra avrebbe dovuto pensarci il Comune di Brindisi.

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