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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Ostuni

Crollo intonaco a scuola, la sentenza del processo bis: assoluzioni e prescrizioni

In sette erano accusati di aver frazionato artificiosamente gli incarichi professionali e di esecuzione di lavori

BRINDISI - La mattina del 13 aprile 2015 crollò una parte dell'intonaco in un'aula della scuola elementare Pessina di Ostuni. Dalle indagini, scaturirono due processi. Il secondo si è concluso ieri, mercoledì 20 aprile 2022, con la sentenza: assoluzioni e prescrizioni per gli imputati. Erano contestati l'abuso d’ufficio e la turbata libertà nella scelta del contrante. Per i giudici, in composizione collegiale (Maurizio Rubino, Luca Scuzzarella e Ambrogio Colombo) il fatto non sussiste e alcuni reati sono estinti per intervenuta prescrizione.

Il processo principale 

La sentenza

Nel dettaglio: Roberto Melpignano, Salvatore Molentino, Stefania Farina, Armando Cafiero, Angelo Iaia, Antonio Barletta e Vito Urgesi vengono assolti perché il fatto non sussiste. I giudici, inoltre, dichiarano il non doversi procedere nei confronti di Roberto Melpignano, Salvatore Molentino e Stefania Farina, per alcuni capi di imputazione, perché i reati contestati sono estinti per intervenuta prescrizione. Le motivazioni saranno rese note entro 90 giorni.

Il rinvio a giudizio

Erano stati rinviati a giudizio Roberto Melpignano in qualità di dirigente del settore Lavori Pubblici del Comune di Ostuni; Salvatore Molentino, professionista incaricato della direzione dei lavori per l'adeguamento del plesso alle norme di sicurezza; Stefania Farina, architetto incaricato per il risanamento della igienico sanitario; Vito Urgesi titolare della srl Messapia Intonaci; Antonio Barletta gestore di fatto della stessa srl; Armando Cafiero, titolare della ditta Acca Costruzioni; Angelo Iaia titolare della Tecnoclima srl.

"Frazionamento artificioso"

Alla base delle accuse mosse in concorso, il "frazionamento artificioso" per gli incarichi professionali e per l'esecuzione dei lavori. Più esattamente, secondo la ricostruzione del pm Pierpaolo Montinaro, i lavori per garantire la sicurezza e ottenere il certificato antincendio non sarebbero stati messi a gara, ma "divisi in tranche". Con conseguente costo maggiore a carico dell'ente e vantaggio dei privati.

L'impostazione accusatoria

Secondo l'impostazione accusatoria, i lavori necessari anche al "risanamento igienico sanitario" del plesso, di importo pari a un milione e 814.335,30 euro dovevano essere affidati "mediante un'unica gara pubblica" e invece non sarebbe stata questa la strada seguita dall'Amministrazione comunale della Città Bianca. "Di contro" - si legge nel capo di imputazione - è stata "pregiudicata la libera concorrenza, mediante mezzi fraudolenti consistiti nel portare artificiosamente sotto la soglia dei 40mila euro l'importo dei singoli lavori per cottimo fiduciario", il Comune "ha eluso i principi di pubblicità e libera concorrenza nonché altri principi procedurali chiesti dal Codice degli appalti".

Lavori senza gara pubblica

Stando alla contabilità tenuta dal sostituto procuratore, all'esito dell’esame della documentazione raccolta, su 1,8 milioni investiti, 666mila furono assegnati alle ditte senza gara pubblica. Le indagini sui lavori furono avviate dopo il cedimento di un pezzo di intonaco in una classe del plesso la mattina del 13 aprile 2015: rimasero feriti due bambini e una maestra. Nel collegio difensivo, gli avvocati Francesco Sabatelli, Domenico Terlizzi, Amleto Carobello, Francesco Stella, Giuseppe Tanzarella, Carlo Annese, Roberto Gualteri.

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