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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Crollo nella scuola, assolti dirigente del Comune e direttore lavori: nessuna responsabilità

Il pm aveva chiesto la condanna a un anno e sei mesi per Molentino e a un anno per Melpignano. Parti civili una maestra e due alunni per l’episodio del 13 aprile 2015

BRINDISI – Assolti sia il dirigente del Comune che il direttore dei lavori. Assolti dal Tribunale di Brindisi per il crollo avvenuta in una classe della scuola elementare Pessina di Ostuni, durante l’ora di lezione la mattina del 13 aprile 2015: per gli ingegneri Roberto Melpignano, imputato in qualità di responsabile dell’ufficio tecnico dell’Amministrazione cittadina, e Salvatore Molentino, responsabile dei lavori di manutenzione, non c’è alcuna condotta penalmente rilevante.

L'ingresso della scuola Pessina-2-2-2

La sentenza

Il verdetto è stato pronunciato nel pomeriggio di oggi dal collegio presieduto da Gienantonio Chiarelli, di fronte quale è stato incardinato il processo scaturito dalla conclusione dell’inchiesta sul distacco di un pezzo d’intonaco dal soffitto di una classe dell’istituto. Episodio che determinò paura non solo tra gli alunni e le insegnanti di quella classe, ma fra tutti gli scolati del plesso e i loro genitori. La notizia, poi, ebbe eco su scala nazionale riportando l’attenzione sulla sicurezza delle scuole.

A conclusione del dibattimento, durato quasi un anno, per i giudici “il fatto non sussiste”. Più esattamente non sussistono le contestazioni mosse dal rappresentante della pubblica accusa nei capi di imputazione in relazione ai quali i due imputati sono finiti sotto processo.

Le richieste del pm

Molentino (difeso dagli avvocati Francesco Sabatelli e Francesco Stella) era accusato di lesioni personali, distruzione colposa e induzione al falso in una certificazione relativa ai lavori di manutenzione eseguiti dalla ditta: il pm Pierpaolo Montinaro, al termine della requisitoria, aveva chiesto la condanna alla pena di un anno e sei mesi di reclusione. Melpignano era accusato di falso con riferimento al certificato: il pm aveva chiesto la condanna a un anno di reclusione. I penalisti in fase di arringa hanno evidenziato che i controlli, previsti dalle disposizioni di legge, furono regolarmente svolti e che il crollo era e resta da addebitare a un caso fortuito.

Per le motivazioni bisognerà aspettare novanta giorni, termine che il Tribunale ha dato per il deposito, al momento della lettura del dispositivo in aula.

Parti civili

Parti civili nel processo erano una insegnante e due alunni, presenti nella classe, rappresentanti in giudizio dagli avvocati Alessandro Dello Russo e Michele Laforgia.  Solo per l’insegnante c’era stata quantificazione del risarcimento con richiesta pari a 50mila euro.

Patteggiò la pena legata all’accusa di lesioni personali Palmiro Brocca, di Lecce, legale rappresentante della ditta incaricata di eseguire i lavori di intonacatura del plesso scolastico: il concordato tra pm, difesa e gup, portò all’applicazione della pena pari a 13 mesi, con il riconoscimento dei benefici della sospensione e della non menzione, più un’ammenda e una multa.

Il processo bis sul crollo

La Procura, nel frattempo, ha chiuso l’inchiesta bis sul crollo, per approfondire gli aspetti legati ai lavori di consolidamento e messa in sicurezza dell’edificio eseguiti fra il 2009 e il 2015, quando la scuola venne inaugurata. In sette risultano imputati, in seguito al rinvio al giudizio disposto dal gup del Tribunale di Brindisi.

I dirigente del commissariato Angiuli al cancello posteriore della scuola Pessina-3

Nel processo bis sono imputati Roberto Melpignano Salvatore Molentino, il responsabile del piano sicurezza, l’architetto Stefania Farina incaricato per il risanamento della igienico sanitario; Vito Urgesi titolare della srl Messapia Intonaci; Antonio Barletta gestore di fatto della stessa srl; Armando Cafiero, titolare della ditta Acca Costruzioni; e Angelo Iaia titolare della Tecnoclima srl. Nel collegio difensivo, gli avvocati Francesco Sabatelli, Domenico Terlizzi, Amleto Carobello, Francesco Stella, Giuseppe Tanzarella, Carlo Annese, Roberto Gualteri.

Secondo l’impostazione accusatoria i lavori necessari anche al “risanamento igienico sanitario” del plesso, di importo pari a un milione e 814.335,30 euro dovevano essere affidati “mediante un’unica gara pubblica” e invece non sarebbe stata questa la strada seguita dall’Amministrazione comunale della Città Bianca. “Di contro”, si legge nel capo di imputazione” è stata “pregiudicata la libera concorrenza, mediante mezzi fraudolenti consistiti nel portare artificiosamente sotto la soglia dei 40mila euro l’importo dei singoli lavori per cottimo fiduciario”, il Comune “ha eluso i principi di pubblicità e libera concorrenza nonché altri principi procedurali chiesti dal Codice degli appalti”.

In tal modo, sarebbe stato “turbato il procedimento amministrativo di scelta del contraente con un artificioso frazionamento, senza alcuna plausibile ragione riportata nelle determinazioni adottate”. Fatti contestati dal 10 maggio 2014 sino al 31 dicembre successivo. Con “ingiusto vantaggio patrimoniale procurato intenzionalmente” ai privati e con “danno erariale al Comune di Ostuni che sborsava una somma superiore rispetto a quella che avrebbe erogato se fosse stata eseguita la gara pubblica”. Stando alla contabilità tenuta dal sostituto procuratore, all’esito dell’esame della documentazione raccolta, su 1,8 milioni investiti, 666mila furono  assegnati alle ditte senza gara pubblica.

Nel frattempo sei classi della scuola Pessina sono state trasferite nel plesso Monnet in attesa del completamento di alcuni lavori necessari per le messa in sicurezza.

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