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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Crudeltà nel parco: il profilo degli autori, grave la carenza di controlli

Molti lettori sono rimasti sconvolti dal leggere le barbarie avvenute nel parco "Cillarese" ad opera di alcuni folli verso animali indifesi,torturati e barbaramente uccisi. Non si conosce il numero degli esecutori materiali di tale crimine né la loro età, però possiamo ben comprendere che certe persone abbiano agito spinti da una bestialità inusuale che, nella pratica clinica, assume il nome di "disturbo della condotta"

BRINDISI - Molti lettori sono rimasti sconvolti dal leggere le barbarie avvenute nel parco "Cillarese" ad opera di alcuni folli verso animali indifesi,torturati e barbaramente uccisi. Non si conosce il numero degli esecutori materiali di tale crimine né la loro età, però possiamo ben comprendere che certe persone abbiano agito spinti da una bestialità inusuale che, nella pratica clinica, assume il nome di "disturbo della condotta".

 La caratteristica clinica principale del disturbo della condotta, che insorge già dopo i 6 anni, è la sistematica e persistente violazione dei diritti dell’altro e delle norme sociali, con conseguenze molto gravi sul piano del funzionamento scolastico e sociale (www.apc.it). La fenomenologia del disturbo si caratterizza principalmente per la presenza di aggressività a diversi livelli. Bambini e gli adolescenti con tale disturbo possono mostrare un comportamento prepotente, minaccioso o intimidatorio, innescare intenzionalmente colluttazioni, rubare affrontando le loro vittime, costringere l’altro fino all’abuso sessuale.

Si verificano spesso aggressioni gratuite e sadiche verso persone o animali, comportamenti minacciosi e l'uso di armi che possono causare seri danni fisici verso le vittime designate. Tutti questi comportamenti, una volta terminata l'età adolescenziale, si riversano nel disturbo di personalità antisociale: profilo parzialmente sovrapponibile a chi si macchia di reati penali.

Le cause di questi disturbi sono multifattoriali: si va dalla disorganizzazione dell’attaccamento con le figure genitoriali, al neglect e l’abuso. In relazione all'aspetto cognitivo, molti esperti ritengono che le personalità affette dal disturbo della condotta possano riflettere un problema che coinvolge ragionamento e consapevolezza morale. In particolare, caratteristica centrale sarebbe la mancanza di senso di colpa e l’assenza di rimorso, fenomeni fondati sulla considerazione del fatto che le regole vengano imposte da autorità riconosciute come ostili ed umilianti.

Una volta spiegato il fenomeno resta il nodo cruciale della sua risoluzione. Vista l'età adolescenziale in cui insorgono tali disturbi, il sistema scolastico dovrebbe essere fortemente coinvolto nella segnalazione e gestione di queste problematiche affinché possa esser approntato un intervento precoce prima che si arrivi ad una gravità del disturbo come quello riportato nell'articolo.

Infine, é necessario che il sistema sociale non rinforzi tali condotte. Infatti,gli adolescenti che da giovanissimi possiedono questo disturbo, da grandi faranno parte del tessuto sociale locale, mostrandosi  pericolosi verso se stessi e gli altri. Un secondo tipo d'intervento verte sui meccanismi di controllo e punizione a livello sociale: i soggetti che si macchiano di comportamenti disturbati devono esser sorpresi in flagrante e indirizzati verso programmi di recupero psicologico e sociale. Purtroppo nella nostra città ciò non avviene ma, anzi, l'anarchia e l'impunità sembrano essere padroni del nostro vivere quotidiano.

Basti pensare ai segni degli atti vandalici ancora presenti nella centralissima Piazza Cairoli, o a quanto avviene quotidianamente nella zona della chiesa del Cristo dove adolescenti giovanissimi hanno deturpato le mura storiche con scritte oscene, salendo addirittura sopra queste per consumare stupefacenti di vario genere.

Si parla tanto di sistemi di controllo, ma la verità è che le telecamere spente o scassate serviranno a poco se non ci saranno occhi e cervelli deputati ad un controllo attivo, cosi come a poco servono proclami, sagre e lodevoli premiazioni sportive finché, davanti all'inciviltà, coloro che hanno il potere di cambiare gli eventi ignoreranno la sconfortante situazione che vige in città. Con buona pace delle papere e delle famiglie gioiose che confidano in una Brindisi migliore. (v.brugnola@libero.it)

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