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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Dal ladro al "compro-oro", ecco il giro

BRINDISI – Il “compagno che sbaglia” Aldo Gigliola, 40 anni, già esponente del Comitato dei disoccupati, arrestato più volte negli ultimi tempi per reati che vanno dalla detenzione di droga alle armi, non aveva alcuna intenzione di aspettare un altro posto di lavoro dopo essere stato licenziato per giusta causa da Monteco, e così si arrangiava svaligiando appartamenti e monetizzando subito la refurtiva attraverso un commerciante compiacente, titolare di un compro - oro sequestrato ieri sera dalla Squadra mobile, contestualmente all’arresto in flagranza di reato di Gigliola, Giuseppe Polito di 30 anni e Fabio Spagnolo di 28.

BRINDISI – Il “compagno che sbaglia” Aldo Gigliola, 40 anni, già esponente del Comitato dei disoccupati, arrestato più volte negli ultimi tempi per reati che vanno dalla detenzione di droga alle armi, non aveva alcuna intenzione di aspettare un altro posto di lavoro dopo essere stato licenziato per giusta causa da Monteco, e così si arrangiava svaligiando appartamenti e monetizzando subito la refurtiva attraverso un commerciante compiacente, titolare di un compro - oro sequestrato ieri sera dalla Squadra mobile, contestualmente all’arresto in flagranza di reato di Gigliola, Giuseppe Polito di 30 anni e Fabio Spagnolo di 28.

Una rapida combinazione investigativa ha portato subito la polizia da un furto in un appartamento in via Marco Biagi al negozio che acquistava preziosi in via Martiri delle Ardeatine, “Le Tre Piramidi” di Umberto My, assieme al padre piuttosto noti nel giro delle gioiellerie brindisine, complice il fatto (a vantaggio degli investigatori diretti dal vicequestore Francesco Barnaba) dell’avvistamento nella zona, al quartiere Paradiso, poco dopo il furto, di una Fiat 500 nuovo modello con a bordo Gigliola, Politi e Spagnolo. Un’auto già notata sul luogo di altri casi recenti al centro del lavoro della Sezione antirapine della stessa Squadra mobile.

Quando si dice l’importanza del lavoro di strada, per un poliziotto. Infatti nel corso del sopralluogo nell’appartamento svaligiato, la polizia rilevava una impronta di scarpa nel vano cucina, dove i ladri avevano frugato alla ricerca di nascondiglio di denaro e preziosi, ma notava anche che un appartamento di un immobile attiguo era dotato di sistema di videosorveglianza. Un veloce esame delle registrazioni consentiva di individuare, sia pure in maniera non nitidissima, tre soggetti che si allontanavano dopo il furto, e soprattutto il loro abbigliamento.

Dove andare a rintracciare i ladri? Un ispettore della sezione ha deciso che il posto giusto era proprio “Le Tre Piramidi”, dove era stata segnalata da qualche tempo l’assidua presenza proprio di Aldo Gigliola e degli altri due complici. Insomma, quadrava tutto: i tre identificati a bordo della Fiat 500 nella zona del furto, la corrispondenza tra l’abbigliamento dei ladri ripresi dalle videocamere e quello dei pregiudicati a bordo dell’utilitaria, la possibilità che fossero andati subito a sbarazzarsi del malloppo al compro – oro.

E’ iniziato così l’appostamento in via Martiri delle Ardeatine, e alle 20 ecco la “500” di Gigliola, Polito e Spagnolo, che venivano accolti cordialmente dai titolari del negozio, e poi – fa sapere la Squadra Mobile – fatti accomodare in un locale riservato. Per evitare che il bottino del furto potesse sparire mentre qualcuno si decideva ad aprire la porta a comando automatico, una poliziotta della squadra è stata mandata a suonare al campanello, fingendosi una cliente. Poi è stata lei a tenere la porta aperta per l’irruzione dei colleghi. La perquisizione si è presentata subito difficile, data “la quantità notevole di materiale in oro presente non adeguatamente catalogata e riposta alla rinfusa unitamente ad un generale disordine dell’ambiente”, spiegano gli investigatori diretti dal vicequestore Francesco Barnaba.

Circostanze che hanno indotto gli operatori a porre il locale sotto sequestro. Ma le perquisizioni personali e domiciliari a carico dei tre sospettati portavano la polizia al risultato sperato: alcuni degli oggetti in oro rinvenuti sono stati riconosciuti dal proprietario dell’appartamento di via Marco Biagi, convocato in questura. In più, la comparazione effettuata dalla polizia scientifica tra l’impronta rilevata sul posto e le scarpe da ginnastica di uno dei fermati dava esito positivo. Da qui, l’arresto per concorso in furto pluriaggravato in abitazione, e il trasferimento al carcere dei tre della “500” (che non sarà stata la Ferrari o l’Aston Martin dei tempi d’oro di Gigliola, ma bisognerà pur arrangiarsi in qualche modo).

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