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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

"Dateci spazio. Noi siamo Melissa"

MESAGNE – Sulle poltrone della sala consiliare del Comune di Mesagne, stamane, non c’erano cariche politiche, ma ragazzi, a partire dal sindaco, Anna Paola D’Apolito, agli assessori e ai consiglieri. Una seduta convocata per la Giornata della Legalità, che si tiene oggi nella città colpita dall’attentato del 19 maggio scorso non perché teatro dello stesso, ma perché la ragazza uccisa, Melissa Bassi, e le cinque ferite sono di qui. A parlare e porre quesiti, sono stati loro, ragazzi dagli 8 ai 14 anni.

MESAGNESulle poltrone della sala consiliare del Comune di Mesagne, stamane, non c’erano cariche politiche, ma ragazzi, a partire dal sindaco, Anna Paola D’Apolito, agli assessori e  ai consiglieri. Una seduta convocata per la Giornata della Legalità, che si tiene oggi nella città colpita dall’attentato del 19 maggio scorso non perché teatro dello stesso, ma perché la ragazza uccisa, Melissa Bassi, e le cinque ferite sono di qui. A parlare e porre quesiti, sono stati loro,  ragazzi dagli 8  ai 14 anni.

“Dovete darci spazio. Dovete, voi adulti, difenderci perché noi andremo avanti grazie al nostro impegno senza paura. Inizieremo a scrivere una nuova pagina della nostra vita, dopo il 19 maggio”. Al consiglio dei ragazzi erano presenti il papà di Melissa, Massimo, don Luigi Ciotti, l’assessore regionale Nicola Frantoianni e alcuni sindaci arrivati da diverse parti d’Italia.

I lavori del consiglio comunale sono stati aperti da Anna Paola D’Apolito, sindaco dei ragazzi. “Come sindaco – ha detto la ragazza – parlo a nome di tutti gli studenti di Mesagne. Quando abbiamo organizzato questa giornata, non pensavamo che dovesse tingersi anche di nero per la tragedia del 19 maggio che ci ha tolto Melissa, una nostra compagna, ma credevamo che dovesse essere una giornata tesa verso una nuova realtà. Una giornata di sole che, invece, si è oscurata in quella maledetta mattina. Perché proprio quelle ragazze di Mesagne? – si chiedono i giovani studenti – .Chiediamo al sindaco Scoditti di difenderci, così come tutti i politici che sono sulle poltrone, devono difendere il nostro futuro. Noi ci mettiamo e metteremo tutte le nostre forze, bisogna partire da noi. Sarà il nostro impegno a darci il coraggio per reagire. Tutto questo lo dobbiamo ai genitori di Melissa e a lei, che a soli 16 anni è morta anche per la nostra libertà”

La voce tremante, di una ragazzina, che ha una fascia tricolore sul corpo. Un coraggio che solo dal loro ventre può uscir fuori. Loro, uniti, non dimenticheranno quel maledetto sabato del 19 maggio 2012. Una data che è entrata nella storia di Brindisi, della Puglia, dell’Italia e del mondo. Ricominceranno a scrivere una nuova pagina ma con colori accesi e non dipinta dal “nero” così come invece si tinge la giornata del 19 maggio. Una serie di domande degli alunni/consiglieri e assessori, a don Luigi Ciotti, si susseguono durante il consiglio. “Mi sento troppo piccola per risolvere questi problemi, ma cosa posso fare per aiutare?”; “Secondo lei, c’è un’alleanza mafia-Stato?”; e ancora: “Lei ha paura nell’affrontare la mafia?”.

La scuola ha il dovere di formare giovani e cittadini consapevoli alla legalità, l’educazione a rispettare l’altro e avere la cultura della non violenza. Un compito forte, che però, non parte solo dalla scuola. Bisogna lottare fin da piccoli e decidere “da che parte stare”, così come la parola d’ordine della Giornata della Legalità di oggi a Mesagne.

“Volevo dire prima di tutto Grazie ad Anna Paola, il sindaco dei ragazzi – ha esordito don Ciotti – così io posso parlare a te e tu essere la portavoce per gli altri. Non dovete sentirvi attaccati, come mesagnesi, perché non siete un popolo mafioso. Qui, c’è stato qualcuno che ha portato la mafia, la Sacra Corona Unita, ma questo non vuol dire che i mesagnesi e Mesagne siano ed è una città di mafia. Melissa – ha continuano il presidente di Libera – vive con noi. Non c’è una scuola in Italia che non si senta la “Morvillo-Falcone”. Quelle bombole hanno fatto violenza a ciascuno di noi. Dobbiamo imparare a sperare insieme. La speranza ha il volto dell’impegno”.

“In latino la parola speranza vuol dire piede e noi dobbiamo usare i nostri piedi per camminare insieme. Io mi sento un cittadino di Mesagne – ha continuano – è con il ‘noi che vinceremo questa dura battaglia. Siamo noi adulti che dobbiamo mettervi in condizioni solo di guardare ma anche di vedere, così come sentire e capire. Bisogna iniziare dalle piccole cose, dai piccoli gesti. Non dovete smettere di voler sapere e conoscere”.

Don Luigi Ciotti, prima di arrivare presso Palazzo Celestini, ha fatto visita a Melissa al cimitero, insieme a papà Massimo. “Melissa è viva – ha detto don Ciotti in consiglio – Melissa è viva perché ha svegliato i giovani. La mafia teme la scuola più della giustizia. I criminali temono la cultura, le istituzioni. La cultura è la sveglia delle coscienze e noi dobbiamo andare avanti consapevoli di questo.

Un momento di riflessione, quello di stamattina, fatto di giovani occhi e nuove coscienze, insieme a quelli degli oramai “grandi”, adulti. Sono prevalse emozioni, perché, e paure (giustificate). Un timore che però, viene sotterrato dalla voglia di vivere e soprattutto vivere in un mondo diverso da quello vissuto il 19 maggio scorso. Un coraggio che nasce dal cuore, quel cuore, che si sente traumatizzato da un lato, e forte dall’altro, sì, perché loro chiedono giustizia per Melissa Bassi, loro, il futuro, chiedono di essere difesi, di non essere abbandonati, di dare a loro spazio, voce perché loro potevano essere al posto di Melissa ed essere ammazzati.

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