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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Denunciò estorsore, l'antiracket lo aiuta

BRINDISI - Disperato per le persecuzioni di un uomo che pretendeva soldi, dopo un incidente stradale dubbio a tal punto da essere forse simulato, presentò denuncia recandosi allo sportello di Brindisi dell’associazione Antiracket Salento. Oggi l’associazione si è costituita parte civile nel processo con rito abbreviato che ha avuto inizio dinanzi al gup Maurizio Saso.

BRINDISI - Disperato per le persecuzioni di un uomo che pretendeva soldi, dopo un incidente stradale dubbio a tal punto da essere forse simulato, presentò denuncia recandosi allo sportello di Brindisi dell’associazione Antiracket Salento. Oggi l’associazione si è costituita parte civile nel processo con rito abbreviato che ha avuto inizio dinanzi al gup Maurizio Saso.

A S.R, sarà fornita assistenza legale gratuita durante il giudizio che è stato aggiornato al 7 maggio prossimo. Il presunto estorsore alla sbarra è Walter Leo, brindisino di 45 anni, arrestato dalla Squadra mobile nello scorso mese di luglio.

Secondo l’accusa Leo che fu sottoposto a custodia cautelare su ordinanza del gip del Tribunale di Brindisi, tentò di estorcere sotto minaccia una somma pari a 500 euro quale pagamento per presunti danni derivanti da un sinistro stradale verificatosi con un commerciante di Brindisi, incidente a quanto pare simulato.

“Se mi denunci alla polizia taglio la gola a te, a tua moglie, a tuo figlio e anche alla tua nipotina, perché so che ce l’hai”, aveva detto alla vittima il 45 enne che risponde oltre che di tentata estorsione di incendio e di istigazione a delinquere. Le indagini furono avviate dopo che, nei primi giorni di maggio l’autocarro della vittima era stato misteriosamente dato alle fiamme. Il fuoco aveva provocato danni alla facciata del palazzo dinanzi al quale era parcheggiato.

“Siamo solo all’inizio di un cambiamento radicale circa l’emersione dei fenomeni estorsivi sul territorio brindisino – commenta la presidente di Antiracket Salento, Maria Antonietta Gualtieri- e iniziamo a dare le prime risposte concrete alla gente, ricordando che in questo caso specifico, il coraggio che la vittima ha dimostrato rivolgendosi a noi e chiedendo aiuto, ha portato risultati rapidi e decisivi”.

L’antiracket, con gli avvocati Pierfilippo Centonze e Francesco Cavallo, quest’ultimo il legale del denunciante, ha presentato richiesta simbolica di risarcimento danni per 30mila euro.  Il pm inquirente, Savina Toscani, a conclusione delle indagini aveva chiesto il giudizio immediato ma la difesa di Leo ha invece chiesto per l’imputato un processo “allo stato degli atti”.

L’udienza è stata rinviata in attesa del pronunciamento della Cassazione sulla misura cautelare cui è sottoposto Leo. Ritiene infatti il gup che le motivazioni degli Ermellini possano essere rilevanti anche riguardo alla decisione di merito sui fatti accaduti nel febbraio dello scorso anno e denunciati qualche settimana dopo.

Prima l’estorsione, poi il sinistro stradale i cui danni non furono mai accertati e comunque non esigibili, essendo il suo mezzo, privo di copertura assicurativa obbligatoria.“Mi devi dare subito i soldi, altrimenti non sai cosa sono capace di fare, ti brucio il negozio e il camion, non ho paura di nessuno!”, disse alla sua vittima. Dopo qualche mese, e precisamente i primi giorni di maggio, andò a fuoco l’autocarro di proprietà del commerciante preso di mia da Leo, il mezzo era parcheggiato sulla pubblica via.

L’incendio danneggiò la facciata dello stabile e le finestre di una abitazione. Lo scorso mese di giugno, Walter Leo, dopo essere stato convocato in Questura, e aver compreso che c’erano in atto indagini a suo carico, si ripresentò nuovamente dalla sua vittima, minacciandola gravemente per costringerla a rendere false dichiarazioni all’autorità giudiziaria, oppure a eludere le investigazioni a suo carico.

“Sono stato convocato in Questura, mi hanno chiamato, se ti chiameranno per il riconoscimento, dì che non mi conosci. Se invece lo farai, taglierò la gola a te, tua moglie, tuo figlio e anche alla tua nipotina, perché so che hai una nipotina”. In quell’occasione si assunse anche la responsabilità dell’incendio del camion precisando che lo aveva fatto per la mancata corresponsione dei 500 euro.

Leo fu controllato costantemente dagli agenti della Mobile. Il 16 luglio scorso fu trovato a bordo di un motociclo rubato mentre percorreva la litoranea Nord di Brindisi. Fu denunciato per ricettazione. Il 24 luglio l’arresto. Oggi il processo. Il vetraio non è solo, al suo fianco c’è l’associazione cui si rivolse per cercare protezione, per uscire dall’incubo. Morale della favola, che una favola proprio non è: non lo hanno lasciato solo.

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