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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

In rianimazione detenuto brindisino aggredito nel carcere di Lecce

L'episodio è avvenuto martedì 25 giugno. Lo denuncia il sindacato Osaap della Polizia penitenziaria. L'autore un calabrese con problemi psichici

LECCE – Un detenuto per omicidio, originario del Brindisino, è ricoverato nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce, in seguito ad una aggressione da parte di un altro detenuto di origini calabresi, affetto da problemi psichici. Il brindisino, di 35 anni, e tre ancora da scontare, ha riportato un grave trauma cranico. Il fatto è avvenuto martedì 25 giugno, nell'infermeria del carcere di Borgo San Nicola. L'aggressore proveniva dalla struttura di Barcellona Pozzo di Gotto, in Sicilia.

Lo rende noto il sindacato Osaaap della Polizia penitenziaria, che il 24 gennaio 2019 aveva chiesto un incontro urgente  al capo del Dipartimento amministrazione penitenziaria, Francesco Basentini , per le condizioni di servizio e di generale agibilità lavorativa del personale in servizio nelle strutture carcerari della Puglia, “che risultano tra le peggiori esistenti sul territorio nazionale, richiesta ad oggi priva di qualsiasi riscontro anche se in parte dopo le pressanti iniziative dell’Osapp qualcosa e cominciato a muoversi”.

Solo l’intervento del personale di polizia penitenziaria, dice l’Osaap (Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria), ha evitato una conclusione ancora più tragica dell’aggressione di martedì scorso nel carcere di Borgo San Nicola. Mentre a Bari è stata scongiurata nello stesso giorno l’evasione di un altro detenuto per omicidio, estorsione, armi ed altro, Marco Barba di Gallipoli, che era in quel momento ricoverato e piantonato.

Il segretario generale aggiunto dell’Osaap, Pasquale Montesano, dichiara che “la criticità degli istituti pugliesi in assenza di interventi e silenzi dell'amministrazione, solo grazie al sacrificio degli uomini e donne della Polizia penitenziaria” non registra “quotidianamente maggiori e più gravi conseguenze”. Ma in questo modo “si vanifica lo sforzo abnorme che i poliziotti mettono in campo ogni giorno per garantire ordine e sicurezza negli istituti e la garanzia che la pena sia conforme all'articolo 27 della Costituzione".

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