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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Detenuto suicida, interrogazione ad Alfano e Vendola

Detenuto suicida, interrogazione ad Alfano e Vendola

BRINDISI - Le associazioni "Nessuno tocchi Caino" e "Fratelli famiglie ristretti" (costituita di recente a Brindisi) preannunciano in una nota un appello al governatore della Regione Puglia, Nichi Vendola, e un'interrogazione parlamentare al ministro della Giustizia, Angelino Alfano, in relazione al suicidio l'altro ieri di un detenuto tunisino nel carcere di Brindisi.

A Vendola le due associazioni chiedono il rispetto della legge formulata quattro anni fa che prevede la nomina del "Garante regionale dei detenuti". Dal ministro Alfano, nell'interrogazione, primo firmatario il deputato radicale Rita Bernardini, si intende sapere invece cosa sia accaduto nel carcere brindisino e i motivi del suicidio del detenuto, il quarto in Puglia dall'inizio dell'anno.

Nell'interrogazione si riferisce che il suicidio troverebbe una spiegazione nel fatto che la vittima non riusciva da mesi a vedere i due figli di sei e otto anni. Sembra, infatti, secondo i promotori dell'interrogazione, che non sia stato possibile trovare nessuno che accompagnasse i bambini in carcere, dopo che anche la loro madre era stata arrestata per il furto di alcune bottiglie di alcool in un supermercato. Intanto le due associazioni hanno organizzato per martedì  prossimo10 agosto a Brindisi, a Palazzo Nervegna, un convegno sulla situazione carceraria con la partecipazione di Marco Pannella, Elisabetta Zamparutti (deputato Pd) e Sergio D'Elia, segretario dell'associazione 'Nessuno tocchi Cainò.

L'ultima vista parlamentare nel carcere di Brindisi risale al 9 luglio, quando la struttura è stata oggetto di sopralluogo da parte della sottosegretaria  Maria Elisabetta Alberti Casellati. Nella casa circondariale di via Appia non si verificava un suicidio da 11 anni, e il rapporto tra numero di detenuti e polizia penitenziaria era stato giudicato tra i migliori in Italia dalla stessa sottosegretaria. Ma da fonti mediche del carcere è stato evidenziato come il problema sanitario più grosso sia quello costituito dalle forme di depressione, che non possono essere curate adeguatamente con le attuali disponibilità del servizio offerto dalla Asl il mercoledì e le 20 ore mensili complessive a disposizione dello psichiatra convenzionato.

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