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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Ostuni

L'ex sindaco Guglielmo Cavallo: "Mai ricevuto pressioni dalla criminalità"

L'ex amministratore fornisce la sua posizione rispetto alla sentenza del Tar che boccia i ricorsi contro lo scioglimento dell'amministrazione comunale di Ostuni per infiltrazioni della malavita: "Troppe situazioni sono state trattate in maniera sintetica, non si dà atto del grande lavoro svolto dalla nostra amministrazione”

OSTUNI – “Troppe situazioni sono state trattate in maniera sintetica. Non si dà atto del grande lavoro svolto dalla nostra amministrazione”. Guglielmo Cavallo torna a difendere l’operato dell’amministrazione comunale di Ostuni sciolta per infiltrazioni della criminalità organizzata, nel dicembre 2021. L’ex primo cittadino ha convocato una conferenza stampa il giorno dopo la pubblicazione della sentenza con cui il Tar del Lazio ha bocciato il ricorso presentato dagli ex amministratori, fra cui lo stesso Cavallo, contro il provvedimento di sospensione degli organi comunali approvato dalla presidenza del Consiglio dei ministri e successivamente confermato con decreto del presidente della Repubblica.

Il sindaco e gli altri ex amministratori, fra ex assessori ed ex consiglieri comunali, assistiti dagli avvocati Pietro Quinto e Costantino Ventura, faranno appello al Consiglio di Stato. “In alcuni passaggi (della sentenza del Tar, ndr) – rimarca Cavallo – sembra che non sia stata compresa bene nemmeno la relazione del prefetto, oltre alla nostra documentazione”.

Gli affidamenti di parcheggi e servizio di salvataggio

Nella procedura di scioglimento ricoprono un ruolo importante le vicende riguardanti gli affidamenti del servizio di salvataggio sulle spiagge pubbliche e di gestione dei parcheggi comunali situati sul litorale, a società poi attinte da interdittive antimafia. “Questi episodi – afferma Cavallo- sono un aspetto marginale dell’attività che abbiamo svolto. La mia amministrazione ha gestito decine di milioni di euro in opere pubbliche e non una sola di queste è stata appaltata a società vicine alla criminalità”. Il sindaco rimarca come negli atti non ci sia traccia “di qualcuno che abbia fatto pressioni nei miei confronti e nei confronti della giunta e che noi avremmo potuto orientare le nostre scelte secondo queste pressioni". “Manca l’elemento – insiste l’ex sindaco – della pressione e della infiltrazione. Non sono contestati reati. Non ci sono atti illegittimi annullati”. Cavallo rimarca inoltre come la sentenza fissi un principio secondo il quale “il potere di apprezzamento dello Stato è talmente ampio che supera anche le responsabilità individuali degli amministratori”. E nel procedimento in questione “non ci sono indicazioni precise di amministratori coinvolti – spiega ancora Cavallo - tranne un caso”.

Le intimidazioni

Le pressioni, dunque, vengono individuate, a detta di Cavallo, soprattutto negli episodi che hanno visto vittime il consigliere comunale Domenico Tanzarella, già sindaco di Ostuni, e un ufficiale di polizia locale al quale è stata incendiata una villa di campagna. “Diversamente - insiste Cavallo - non ci sono altre segnalazioni di pressioni. I dirigenti non me ne hanno mai parlato. Non c’è traccia neanche nella relazione del prefetto”.

I controlli antimafia

Cavallo respinge anche l’ipotesi di anomalie nei controlli antimafia. “Nel comune di Ostuni - afferma - non è vero che non si facessero i controlli nella banca dati antimafia. Si facevano quelli obbligatori e sui non obbligatori si faceva una selezione a campione. Nel momento in cui è intervenuta l’interdittiva abbiamo solo disposto che da quel momento in poi si facessero a tutti. Inoltre abbiamo fatto anche controlli antimafia a ritroso, fino all’inizio del mio mandato. Purtroppo il Tar evidenzia solo il dato che ha riferito la prefettura”.

Gestione immobili comunali

Cavallo fornisce dei chiarimenti anche riguardo alla gestione del patrimonio immobiliare. “Nel primo decennio del 2000 – afferma - le amministrazioni allora in carica hanno assegnato degli appartamenti a famiglie con soggetti pregiudicati. E’ una cosa che viene da lontano che non riguarda la mia amministrazione. Una volta che ci siamo insediati noi abbiamo rispettato il regolamento comunale che prevede che una volta all’anno il dirigente faccia un report e faccia chiarezza sulla situazione. Al primo anno di scadenza del mio mandato eravamo in piena emergenza Covid e abbiamo iniziato a renderci conto dei contratti in scadenza e delle morosità”. Ma a causa del blocco degli sfratti deciso dal governo in piena emergenza pandemica, l’amministrazione comunale non poté procedere, come spiegato da Cavallo, a carico dei morosi. “Questa procedura di messa in mora – prosegue - è partita nel novembre 2020: questo il motivo per cui c’è stato uno sfasamento di quattro mesi rispetto alla scadenza annuale. Nessuna pressione”.

Ritardi nelle riscossioni

Sul fronte dei ritardi nella riscossione delle spese legali nei confronti di soggetti controindicati, l’ex sindaco spiega come tali azioni di recupero siano state avviate dalla sua amministrazione. “Mai avuto – assicura - il timore di procedere”. In merito al mancato utilizzo dei beni confiscati, Cavallo rimarca come i giudici amministrativi vi riservino poche righe “per riconoscere implicitamente il nostro interesse per i beni confiscati", ma allo stesso tempo dalla sentenza si evince che “dovevano essere intraprese azioni ulteriori”.

Questione incandidabilità

Su Guglielmo Cavallo e su altri due ex amministratori pende, fra l’altro, un giudizio di incandidabilità del tribunale di Brindisi, che ha chiesto l’acquisizione della documentazione agli atti del procedimento incardinato presso il Tar. “Attenderemo il deposito – spiega Cavallo – dopo di che procederemo nel giudizio”. Cavallo fornisce una ulteriore puntualizzazione sul nodo incandidabilità. “Tutte le persone che abbiamo candidato - dichiara Cavallo - avevano i requisiti per essere candidate. La sentenza del Tar fa riferimento a conoscenze, vicinanze, lontane parentele, ma tutti i candidati avevano la possibilità di essere candidati e questo basta per me. Dopo di che le persone che danno dei problemi all’amministrazione devono essere emarginate e messe da parte”. E’ il caso dell’ex consigliere comunale Francesco Beato, che “si è dimesso volontariamente – ricorda Cavallo - seppur su accorato suggerimento e consiglio di tutta la maggioranza per evitare strumentalizzazioni politiche, non perché si sentisse responsabile di alcunché. Non è la caccia alle streghe che costruisce un mondo migliore”.

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