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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Ceglie Messapica

Ristrutturazione dei trulli col trucco: tre indagati e sequestro

Il numero dei manufatti originari era stato artatamente aumentato, i carabinieri forestali scoprono tutto

CEGLIE MESSAPICA - Un nuovo caso di violazione urbanistica a fini di sfruttamento turistico del paesaggio agrario è stato scoperto dai carabinieri forestali della stazione di Ceglie Messapica, nelle campagne non distanti dall’abitato della cittadina collinare, in contrada Pisciacalze. Qui i militari hanno eseguito un provvedimento di sequestro preventivo di un complesso di trulli, emesso dal giudice delle indagini preliminari di Brindisi su richiesta del pm titolare delle indagini.

Le persone indagate al momento sono tre: il proprietario del terreno, S.S. di 52 anni, di Matera; M.P. di 88 anni, firmatario del progetto dell’intervento, e S.A. di 47 anni, comodataria degli immobili colpiti da sequestro e amministratrice di una società di servizi del settore immobiliare turistico.

È stata una relazione dei carabinieri forestali ad innescare il procedimento, dopo una comparazione tra le opere realizzate e le ortofoto satellitari dell’area, che dimostravano come il complesso oggetto degli interventi di ristrutturazione ed ampliamento del 20 per cento, presentato in sede di richiesta autorizzativa come costituito da cinque trulli, in realtà era costituito in origine da tre trulli.

Per far risultare il sito come sede di cinque trulli, ai tre esistenti – hanno evidenziato i carabinieri forestali nella relazione al pm – era stata aggiunta “muratura a secco a pianta circolare, fraudolentemente indicata come perimetro di due strutture crollate e da ristrutturare”.

L’operazione per mimetizzare l’effettiva portata degli interventi, dicono ancora i carabinieri forestali, comprendeva anche vecchia cisterna, sottoposta pure a sequestro preventivo, oggetto di “lavori per la trasformazione in piscina, al servizio di una futura struttura turistico-residenziale”.

I tre indagati dovranno al momento rispondere, in concorso continuato tra loro, dell’avere eseguito interventi edilizi senza idoneo titolo abilitativo e senza la prescritta autorizzazione per le aree sottoposte a vincolo paesaggistico, come quella in questione (“Paesaggi rurali” del Piano Paesaggistico Territoriale Regionale”), oltre che del reato di cui all’articolo 481 del codice penale, falsità ideologica, in relazione a quanto attestato nel corso dell’iter autorizzativo.

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