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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Dinapoli, via incolpazione più grave. Ora ricorso

ROMA - Si va disarticolando l’impianto “accusatorio”, naturalmente di carattere disciplinare, nei riguardi del procuratore della Repubblica di Brindisi, Marco Dinapoli finito dinanzi al Csm per aver chiamato e colloquiato via mail con il gip di Lecce, Ines Casciaro, sulla fondatezza dell’aggravante della finalità terroristica per l’attentato davanti alla Morvillo Falcone.

ROMA - Si va disarticolando l’impianto “accusatorio”, naturalmente di carattere disciplinare, nei riguardi del procuratore della Repubblica di Brindisi, Marco Dinapoli finito dinanzi al Consiglio superiore della magistratura per aver chiamato e colloquiato via mail con il gip di Lecce, Ines Casciaro, sulla fondatezza dell’aggravante della finalità terroristica per l’attentato davanti alla Morvillo Falcone. La sezione disciplinare del Csm ha applicato stamani una delle sanzioni più lievi, ossia la “censura” che corrisponde a una nota di biasimo.

Ma la decisione può essere impugnata e lo sarà, dinanzi alle Sezioni unite civili della Corte di Cassazione. Non una “manipolazione” insomma, allo stato. Ma un intrusione che poteva essere evitata. Si vedrà in seguito se reggerà anche tale ipotesi, scremata dei suoi risvolti più preoccupanti (ritenuti insussistenti) o se prevarrà la tesi della difesa di Dinapoli e dello stesso procuratore.

“Sono sereno e fiducioso, attendo che siano depositate le motivazioni e poi farò ricorso per Cassazione. E’ caduto il capo di incolpazione più importante, ossia la ‘grave scorrettezza’ che mi veniva contestata inizialmente. Ora si parla di ‘interferenza’. Resto convinto, ad ogni modo, che sia stata invece una ‘legittima interlocuzione’”: commenta così il procuratore della Repubblica di Brindisi, Marco Dinapoli, di ritorno in treno in Puglia dopo aver partecipato a Roma all’udienza dinanzi alla sezione disciplinare del Csm che lo ha condannato alla sanzione della censura per la telefonata e le mail inviate al gip di Lecce, Ines Casciaro, nelle quali vi era “giurisprudenza e dottrina” riguardo l’aggravante della finalità terroristica al reato di strage, contestato a Giovanni Vantaggiato, reo confesso dell’attentato di Brindisi del 19 maggio 2012. L’aggravante fu determinante per il trasferimento dell’inchiesta alla Dda di Lecce.

“E’ stata chiesta dal procuratore generale e poi applicata la sanzione meno severa” prosegue Dinapoli che aggiunge “inizialmente era stato chiesto il trasferimento in via cautelare, richiesta che non fu accolta”. Era il 18 dicembre 2012, il Csm disse no al trasferimento ad altra sede e ad altre funzioni invocato dal procuratore generale. Secondo il procuratore si sta quindi gradualmente disarticolando l’impianto accusatorio: “Devo dire che non ho notato alcun tipo di accanimento nella requisitoria del pg”. Secondo quanto riferisce Dinapoli ci vorranno alcuni mesi per conoscere la motivazione del “tribunale delle toghe”, poi vi saranno 45 giorni per impugnare la decisione dinanzi alle Sezioni unite civili della Corte di Cassazione.

Le sanzioni disciplinari sono le seguenti: l’ammonimento, che è un richiamo ai doveri del magistrato; la censura che è una dichiarazione di biasimo, la perdita dell’anzianità, l’incapacità temporanea ad esercitare un incarico direttivo o semi direttivo, la sospensione dalle funzioni o la rimozione che determina la cessazione del rapporto di servizio. Il trasferimento d’ufficio è una sanzione “accessoria”e può essere adottato, come era stato richiesto per Dinapoli, in via provvisoria. La difesa di Dinapoli è sostenuta da Alfonso Pappalardo. Il pg che ha invocato la sanzione è invece Vincenzo Geraci, sostituto della Cassazione.

Lo stesso Dinapoli ha preso oggi la parola per dire che non aveva avuto alcuna intenzione di interferire: "Ero convinto di essere di aiuto non di ostacolo al giudice che doveva decidere”. La partita è tutt’altro che chiusa. Va ricordato inoltre che era stato archiviato dal Tribunale di Potenza competente su Brindisi il procedimento (avviato dal procuratore della Dda Cataldo Motta) per una telefonata fatta al difensore di Vantaggiato. Dinapoli, insomma, potrebbe uscirne del tutto "pulito".

 

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