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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Diplomi facili: in dodici scelgono l'abbreviato

BRINDISI - In 12 hanno scelto di essere giudicati allo stato degli atti, puntando allo sconto di un terzo della pena (in caso di condanna) previsto dal rito abbreviato. Gli altri 9 invece intendono affrontare il corso “ordinario” della giustizia e dovranno quindi riaffrontare l’udienza preliminare per sapere se saranno rinviati a giudizio o meno, come chiesto dal pm Raffaele Casto.

BRINDISI - In 12 hanno scelto di essere giudicati allo stato degli atti, puntando allo sconto di un terzo della pena (in caso di condanna) previsto dal rito abbreviato. Gli altri 9 invece intendono affrontare il corso “ordinario” della giustizia e dovranno quindi riaffrontare l’udienza preliminare per sapere se saranno rinviati a giudizio o meno, come chiesto dal pm Raffaele Casto che ha condotto un’inchiesta sui falsi diplomi di scuola superiore acquistati presso gli istituti parificati.

Hanno scelto l’abbreviato Marco Macchitella, difeso dagli avvocati Vincenzo Farina e Angelo Pallara; Enza Macchitella, difeso da Danilo Di Serio; Alessandra Macchitella, sempre da Danilo Di Serio; Gabriella Greco, da Gianvito Lillo ; Giuseppe Toraldo difeso da Gianvito Lillo; Ines Aprile, assisita da Cosimo Lodeserto; Tito Sartorio, difeso da Cosimo Lodeserto e Adolfo Sartorio; Quintino Rizzelli, difeso da Karin Pantaleo; Antonio De Stradis da Karin Pantaleo; Mimma Zanzarelli dall’avv. Santoro; Damiano Chiego dall’avvocato Maria Di Castri. Torneranno in aula il 10 aprile dinanzi al gup Valerio Fracassi.

Percorso non alternativo per gli altri: Marco Argentieri, difeso da Giampiero Iaia; Cosimo Argentieri, anch’egli da Giampiero Iaia; Alessandro Salicandro, difeso da Antonio Andrisano; Antonella D’Alema, difesa da Antonio Andrisano; Alberto Salicandro, difeso da Antonio Andrisano; Cosimo Ligorio, Maria Filomena Suma, difesi dall’avvocato Di Noi; il consigliere comunale Carmelo Palazzo e Alessandro Palazzo difesi da Carlo Caniglia.

Agli imputati è contestata l’associazione per delinquere, ma anche i reati di abuso di ufficio, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, falsa dichiarazione sostitutiva di certificazione. Il capo e promotore sarebbe un 59enne di Brindisi, Marco Macchitella, al timone della scuola paritaria “Icos” di Lecce, la sede in cui “si conseguivano titoli di idoneità, superavano esami intermedi o finali aventi valore legale” in cambio di denaro. Fino a 3mila euro.

I “maturandi”, finiti sotto la lente della magistratura, venivano reclutati a Francavilla Fontana, Ostuni e San Donaci e Galatina, in scuole paritarie in cui avrebbero dovuto avere luogo le lezioni e nelle quali sono state piazzate microspie.Sono accusati di aver fatto parte dell’associazione per delinquere anche Giuseppe Toraldo, 57enne brindisino, incaricato di gestire le pratiche e Maria Enza Macchitella, 63 anni, che possedeva alcune delle quote della “Giovanni Pascoli Srl”, uno degli istituti privati, con sede nel Brindisino. Il corrispettivo pagato per ottenere la garanzia di superare gli esami senza difficoltà, veniva chiamato “tassa esame” o “tassa di frequenza”: si trattava di somme versate “con la consapevolezza dell’inutilità dei corsi, come compenso illecito per il rilascio degli attestati”.

 

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