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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Fasano

Disastro ferroviario, scarcerato autista

BRINDISI - Non c’è pericolo di reiterazione del reato. Poi c’è anche da considerare che è incensurato, l’autista del Tir che è in carcere dal 24 settembre scorso per aver provocato un incidente ferroviario in corrispondenza del passaggio a livello di Pozzo Faceto, nei pressi della stazione di Cisternino. E’ con queste motivazioni che Ionut Cociabab è ritornato in libertà in attesa del processo che inizerà il 7 marzo prossimo.

BRINDISI - Non c’è pericolo di reiterazione del reato. Poi c’è anche da considerare che è incensurato, l’autista del Tir che è in carcere dal 24 settembre scorso per aver provocato un incidente ferroviario in corrispondenza del passaggio a livello di Pozzo Faceto, nei pressi della stazione di Cisternino. E’ con queste motivazioni che Ionut Cociabab è ritornato in libertà in attesa del processo che inizerà il 7 marzo prossimo.

I giudici del Tribunale del riesame (presidente Silvio Piccinno) hanno accolto il ricorso della difesa dell’autista 26enne che guidava il mezzo pesante, rappresentata dall’avvocato Giuseppe Tanzarella, il quale aveva impugnato il rigetto del gip che non aveva concesso alcun beneficio al giovane autotrasportatore romeno.

Cociabab attenderà quindi libero, senza dover osservare alcuna prescrizione, l’avvio del processo a suo carico fissato per il 7 marzo prossimo dinanzi al Tribunale di Brindisi in composizione collegiale. Prima di Natale, infatti, il gip Giuseppe Licci aveva accolto la richiesta di rito immediato formulata dal pm Pierpaolo Montinaro. Due i capi di imputazione: disastro ferroviario e omicidio colposo.

Il 18 dicembre scorso, poi, erano stati depositati gli esiti della consulenza tecnica disposta dalla procura sulla scatola nera del treno e su rilievi eseguiti sul luogo dell’incidente. A quanto è emerso il guidatore del Tir sarebbe passato con il rosso, mentre il dispositivo di chiusura delle sbarre, perfettamente funzionante, era in funzione.

Il macchinista del convoglio, Giuseppe Campanella, morto nell’incidente, avrebbe tentato il possibile per evitare lo schianto. Il treno, stando alle risultanze degli accertamenti compiuti dall’ingegnere Angelo Nocioni, procedeva a 146 chilometri orari, quindi entro i limiti previsti. L’impatto sarebbe avvenuto invece a 118 chilometri orari, quindi dopo un tentativo di frenata.

Si tratta di conclusioni di parte, alle quali si contrapporranno le considerazioni degli altri consulenti che hanno partecipato all’accertamento tecnico irripetibile: i periti di parte di Trenitalia e Rfi (David Russo e Paolo Genovesi) e dei famigliari della vittima (Giuseppe Rizzo), oltre a Michele Zongoli, nominato dai legali dell’autista del Tir. Secondo l’accusa, l’autotrasportatore avrebbe oltrepassato il passaggio a livello nonostante le sbarre fossero in fase di chiusura.

Ai tecnici è stato chiesto di “ricostruire e descrivere previo esame della documentazione in atti e del contenuto della scatola nera di testa del treno e dei veicoli in sequestro” oltre che con l’esame dei luoghi “l’esatta dinamica del sinistro accertando le cause che lo hanno determinato ed evidenziando eventuali violazioni del codice della strada o comunque ogni eventuale profilo di responsabilità ravvisabile”.

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