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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Fasano

Disastro ferroviario, via alle perizie

BRINDISI - Quella tragedia va ricostruita, attimo per attimo, perché va assolutamente constatato se il disastro ferroviario del 24 settembre scorso fosse evitabile, se ci fu errore umano o se invece furono le macchine a fallire. La procura di Brindisi, proprio per questo, ha disposto una maxi-perizia che è in corso dal 18 ottobre scorso. Uno solo è il quesito cui i consulenti tecnici della procura e i colleghi nominati dalle parti sono chiamati a rispondere entro 60 giorni.

BRINDISI - Quella tragedia va ricostruita, attimo per attimo, perché va assolutamente constatato se il disastro ferroviario del 24 settembre scorso fosse evitabile, se ci fu errore umano o se invece furono le macchine a fallire. La procura di Brindisi, proprio per questo, ha disposto una maxi-perizia che è in corso dal 18 ottobre scorso. Uno solo è il quesito cui i consulenti tecnici della procura e i colleghi nominati dalle parti sono chiamati a rispondere entro 60 giorni.

Si deve “ricostruire e descrivere previo esame della documentazione in atti e del contenuto della scatola nera di testa del treno e dei veicoli in sequestro” oltre che con l’esame dei luoghi “l’esatta dinamica del sinistro accertando le cause che lo hanno determinato ed evidenziando eventuali violazioni del codice della strada o comunque ogni eventuale profilo di responsabilità ravvisabile”.

Per quell’incidente ferroviario, in cui ha perso la vita il macchinista, Giuseppe Campanella, 50 anni, di Acquaviva Delle Fonti, è ancora in carcere Ionut Cociabab, 26 anni di nazionalità rumena, il conducente del Tir travolto sui binari, accusato di disastro ferroviario e omicidio colposo.

Agli accertamenti tecnici irripetibili partecipano, oltre ad Angelo Nocioni, consulente nominato dal pm Pierpaolo Montinaro, anche i periti di parte di Trenitalia e Rfi (David Russo e Paolo Genovesi) e dei famigliari della vittima (Giuseppe Rizzo), oltre a Michele Zongoli, nominato dagli avv. Giuseppe Tanzarella e Francesco Abate che difendono l’indagato.

Il dramma ha una datazione precisa. Avvenne alle 13.30 del primo lunedì d’autunno. Il treno Freccia Argento partito alle 8.24 del mattino da Roma e diretto a Lecce stava transitando nei pressi della stazione di Cisternino, per la precisione all’altezza del passaggio a livello di Pozzo Faceto. C’era un camion fermo sui binari. Qualcuno vide il guidatore uscire e rifugiarsi su un muro. Ci fu uno schianto terribile che fu osservato a breve distanza da alcuni testimoni. La cabina del treno andò distrutta, le lamiere completamente accartocciate. Il convoglio ha stazionato a lungo nella stazione di Fasano, poi è stato trasferito a Surbo, dove si trova al momento. Non è sottoposto a sequestro.

Subito la polizia ferroviaria effettuò i controlli sul funzionamento del dispositivo di abbassamento delle sbarre e di segnalazione. Era tutto ok, secondo quanto riferì nell’immediatezza dei fatti anche il procuratore della Repubblica di Brindisi che si recò sul posto. L’autista del tir fu portato in carcere. Secondo l’accusa, egli aveva oltrepassato il passaggio a livello nonostante le sbarre fossero in fase di chiusura.

Al giudice per le indagini preliminari che ne ha convalidato l’arresto il 26 enne disse di non aver visto alcuna segnalazione, le sbarre non si stavano chiudendo. I camion, specificò, si era spento. Non gli restava che la fuga. Le indagini per ricostruire i fatti e circoscrivere anche le responsabilità proseguono. In questi giorni si stanno estraendo, a Milano, i dati della scatola nera. A breve saranno analizzati ed è una operazione che deve avvenire “in contraddittorio”, alla presenza cioè di tutti i consulenti nominati.

Una prima verità dettagliata, ricostruita in ogni istante, sarà sul tavolo del magistrato inquirente entro il 18 dicembre prossimo, prima di Natale. L’attendono i famigliari del macchinista “eroe” di Acquaviva delle Fonti, che, a quanto risulta, fece di tutto per evitare l’impatto. E rimase lì, ai comandi, fino all’ultimo.

E stamattina è stata anche scoperta, nei pressi della stazione di Cisternino (Brindisi), una targa in memoria del macchinista del treno Freccia Argento Roma – Lecce che morì il 24 settembre scorso in un incidente ferroviario. “Giuseppe Campanella, nel percorso della vita a cui daremo più senso e valore ricordandoti sempre, proprio come uno di famiglia, la nostra”.  Alla cerimonia hanno partecipato la moglie e la figlia del 50enne di Acquaviva delle Fonti che perse la vita nello schianto con un Tir fermo sui binari, e personale Rfi, oltre a colleghi e famigliari della vittima e numerosi residenti nella frazione di Pozzo Faceto dove si trova il passaggio a livello all’altezza del quale è avvenuto il disastro.

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