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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Crisi umanitarie, guerra, ambiente, territorio le materie nelle scuole autogestite

Un documento dell'Unione degli Studenti della provincia di Brindisi spiega di cosa si è parlato negli istituti superiori che si sono mobilitati contro la riforma scolastica del governo: accanto alle lezioni ordinarie,le discussioni e gli approfondimenti sulla storia contemporanea

BRINDISI - L’Unione degli Studenti della provincia di Brindisi fa sapere che “a seguito delle mobilitazioni svoltesi nelle scuole dalla seconda metà di novembre sino alla prima metà di dicembre, gli studenti hanno deciso di scrivere un appello circa i temi che hanno trattato durante le assemblee e il modello di scuola da perseguire. Il filo conduttore dell'appello è sicuramente la lotta alle disuguaglianze, al giorno d'oggi riprodotte in tutti gli ambienti della società, quindi anche nelle scuole”.

“Per noi – sottolinea l’Uds provinciale - l'arma più efficace in questa battaglia è la conoscenza, l'unico strumento in grado di emancipare le persone.  La nostra lotta, però, non finisce qui: in ogni scuola si sono aperti nuovi spazi, nuovi percorsi di democrazia che dobbiamo necessariamente continuare a vivere. Dall'altro lato, invece, vogliamo che la nostra esperienza si interfacci sul territorio della nostra provincia, per cui intendiamo riportare i nostri laboratori, le nostre assemblee, le nostre idee, i nostri percorsi nelle strade, nelle piazze, nelle città”. Di seguito, il documento delle scuole in mobilitazione.

"Quest’anno, più forti che mai, siamo tornati fra i banchi consapevoli ed arrabbiati, consci della gravità delle azioni politiche sulla scuola: in piena estate, proprio mentre l’intera popolazione scolastica era lontana dai propri istituti, il Governo Renzi era riuscito a far approvare la proposta della Buona Scuola, nonostante il crescente numero di manifestazioni contrastanti da parte degli studenti e degli insegnanti”.

Ebbene, se volevano metterci a tacere, hanno solo provocato l’effetto contrario: abbiamo scatenato un ciclone di protesta, ogni scuola agitata da un vento di cambiamento vero, abbiamo sperimentato l’alternativa, abbiamo dato spazio alle nostre voce e concretezza ai nostri ideali di incontro e dialogo. Con l’intento di rendere le nostre scuole dei reali presìdi di democrazia, siamo riusciti a riappropriarci dei nostri spazi tutti insieme, come unica forza, sovvertendo il sistema verticalista”.

“Ogni studente che ha partecipato in segno di protesta alle occupazioni ed alle autogestioni nella propria scuola ha avuto modo di maturare riflessioni importanti contro ogni tipo di discriminazione e violenza sessuale e di genere. Ci schieriamo contro chi vuole imporci stereotipi con i quali deformare le nostre menti, accanto a chi combatte per l’emancipazione di ogni essere umano, a prescindere dal suo genere ed orientamento sessuale, accanto a chi rivendica l’uguaglianza dei diritti personali per tutti, accanto a chi si rifiuta di porre dei limiti alla libertà personale di ognuno”.

“Durante questi nostri giorni di mobilitazione ci è parso fondamentale dedicare alcune assemblee al tema ambientale, proprio perché il nostro territorio è da tempo afflitto dai danni di politiche noncuranti e di industrie deleterie. Riteniamo di aver investito informando e lavorando sui problemi della nostra terra, consapevoli della criticità della situazione odierna e dell'importanza che dobbiamo ricoprire in questo momento storico, discutendo sul problema della Xylella, delle industrie Enel, Eni ed Edipower nel brindisino e dell'Ilva nella zona di Taranto e di tutto il marcio che stagna da troppo tempo nella nostra zona”.

“Ci rendiamo promotori di un modello di sviluppo completamente nuovo, pulito, alternativo e sano, che determini un reale progresso eco-ambientale e non il semplice profitto delle grandi aziende. Vogliamo che il nostro territorio venga valorizzato per la sua immensa bellezza e non semplicemente sfruttato per le sue risorse. Vogliamo che lo sviluppo economico sia realmente compatibile con la salvaguardia e la custodia della salute di ognuno di noi: con il nostro gesto di opposizione vogliamo dimostrarci contrari alla totale distruzione del nostro territorio, volenterosi di praticare l'alternativa”.

“Ci impegniamo quotidianamente, consci del ruolo che rivestiamo all'interno della società, a combattere le politiche razziste e i feroci luoghi comuni legate agli attuali flussi migratori partendo proprio dalle nostre scuole, dove non mancheremo nel ribadire che nessuno è straniero e facendoci promotori dell'abbattimento di ogni forma di disuguaglianza. Dimostreremo sempre la nostra solidarietà a chi, fuggendo dalla miseria e dalla guerra di cui anche l’Occidente ha responsabilità, cerca di vivere di nuovo, di darsi un futuro, di restare umano, spesso anche pagando con la propria vita”.

“Dalle scuole in mobilitazione gli studenti inviano un forte messaggio alla società tutta; i recenti fatti di cronaca hanno messo in luce la crudele realtà di un mondo soffocato dai conflitti internazionali mossi da evidenti interessi economici e geopolitici. Nell´analizzare questa realtà non possiamo che dichiararci contro ogni forma di terrorismo, ogni forma di guerra ed oppressione dei popoli. Siamo coscienti della complessità della situazione, ma ci sentiamo di condannare ogni reazione violenta ai tragici fatti di Parigi, così come ogni tipo di deriva xenofoba e razzista”.

“Dalle scuole oggi parte un monito per costruire una società diversa, lontana dall´ipocrisia della politica occidentale interventista, fondata sulla pace, dando piena attuazione all´articolo 11 della nostra Costituzione. Siamo fermamente convinti che l´antimilitarismo, scelta politico-sociale da considerare intelligente anche sotto il punto di vista economico, dal momento che un Paese armato deve sostenere ingenti spese militari, sia l´unica prospettiva per la risoluzione dei numerosi conflitti storici verso la costruzione di un mondo senza guerre, fondato sulla democrazia e i diritti”.

“Desideriamo inoltre professarci contro ogni forma di discriminazione, di esclusione, di disuguaglianza, di prepotenza, di violenza alcuna: crediamo nella scuola dell'alterità, della tolleranza, crediamo in una scuola che sia luogo di culto della parola e del pensiero, tempio del sapere, rifugio dell'emarginato, una scuola covo di idee nuove, che promuova e sottolinei l'importanza delle diversità e delle caratteristiche di ogni studente e che, anziché combattere le differenze fra l'uno e l'altro, le rispetti e le valorizzi”.

“Vogliamo una scuola antifascista, come da Costituzione deve essere, che rifiuti il fascismo come regime ma anche e soprattutto come ideologia, che guardi con disprezzo alla rigidità mentale che impone tale ideologia, che sia amareggiata dal pregiudizio e che lo combatta giorno dopo giorno. Le nostre scuole devono essere aperte, animate e vissute dagli studenti come luoghi di incontro e di scoperta dell'altro”.

“Sul fronte dell'antifascismo dobbiamo esserci ogni giorno, difendendo la nostra identità di uomini, lottando per la libertà nostra e di ognuno. A chi afferma che l’età fascista sia stata ambigua, rispondiamo che quest’ultima ha portato solo guerra, morte, distruzione . Non lasceremo mai passare il fascismo per la porta delle nostre scuole, difendendole come le nostre case, nelle quali chiunque è ben accetto." (Le scuole mobilitatesi Marzolla, Fermi, Ferdinando, Simone e Calamo)

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