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Cronaca San Vito dei Normanni

"Domenico era una persona prudente"

MONZA – Una coincidenza sfortunata quella che si è abbattuta sabato 8 dicembre scorso su Domenico Loparco, 37 anni, ingegnere di San Vito dei Normanni (Brindisi) trasferitosi a Monza, mentre si trovava sulle montagne di Lecco per una scalata insieme ad alcune guide alpine del Cai. Domenico Loparco è scivolato in fase di aggiramento di un ostacolo, un grosso masso, così come confermato dai compagni che si trovavano sulla montagna insieme a lui. Il 37enne ha perso l’equilibrio e la sua sfortuna è stata proprio quella di trovarsi sotto i piedi l’abisso dove è precipitato. La salma di Loparco farà ritorno in Puglia domani martedì 11 dicembre.

MONZAUna coincidenza sfortunata quella che si è abbattuta sabato 8 dicembre scorso su Domenico Loparco, 37 anni, ingegnere di San Vito dei Normanni (Brindisi) trasferitosi a Monza, mentre si trovava sulle montagne di Lecco per una scalata insieme ad alcune guide alpine del Cai.  Domenico Loparco è scivolato in fase di aggiramento di un ostacolo, un grosso masso, così come confermato dai compagni che si trovavano sulla montagna insieme a lui.  Il 37enne ha perso l’equilibrio e la sua sfortuna è stata proprio quella di trovarsi sotto i piedi l’abisso dove è precipitato. La salma di Loparco farà ritorno in Puglia domani martedì 11 dicembre.

Responsabile, prudente, attento sempre e comunque a tutto ciò che faceva nella vita. Questi sono i termini più giusti per raccontare la persona dell’ingegnere morto tragicamente proprio mentre era impegnato in ciò che amava: le escursioni in vetta. Quella di sabato 8 dicembre era stata programmata come tante altre. Erano in poche persone sul Grignone, sabato mattina. Tutto stava andando per il meglio quando ad un certo punto si è presentato un ostacolo durante la discesa. Un grosso masso che bisognava superare aggirandolo.

E’ stato proprio in quel fatidico momento, mentre Loparco passava accanto all’ostacolo da un lato e un’altra escursionista da quello opposto, che l’uomo ha perso l’equilibrio mettendo il piede in fallo, precipitando lungo la cresta di Piancaformia. Erano circa le 13.15 quando è avvenuto l’incidente. Gli altri escursionisti hanno immediatamente chiamato il soccorso alpino, che dopo pochissimi minuti ha individuato la quota dove era avvenuto l’incidente facendo scendere dall’elicottero gli operatori per iniziare le operazioni di recupero.

Domenico Loparco era precipitato a 50 metri di profondità e le operazioni di  recupero sono state complesse anche per la temperatura al di sotto dei meno 10 gradi. Solo nel pomeriggio di sabato il corpo di Loparco è stato individuato ma già privo di vita. Non è stato possibile recuperarlo subito a causa del buio e dell’abbandonante neve. Il corpo dell’escursionista è stato recuperato ieri mattina intorno le ore 13 quando gli uomini del soccorso alpino – sette tecnici della IX Delegazione speleologica lombarda e tre alpini della XIX Lariana – sono sbarcati nuovamente in quota per  riprendere le operazioni di recupero.

Domenico Loparco è morto a causa dei diversi traumi causati dall’impatto contro le rocce. Il magistrato inquirente, si è appreso stamani, non ha disposto l’autopsia sul corpo dell’alpino e la sorella di Domenico, Annalisa, ha effettuato il riconoscimento della salma nella camera mortuaria dell’ospedale Manzoni di Lecco, dove sono anche giunti i genitori partiti ieri sera da San Vito dei Normanni. Il corpo dell’alpinista partirà domani da Monza per far rientro in Puglia mentre i funerali si terranno mercoledì 12 dicembre.

“Domenico è morto facendo quello che amava – è il commento di Massimiliano Argentieri, un caro amico dell’ingegnere -. Amava la montagna, la natura, il mare, stare all'aria aperta. Era una persona sensibile e riservata e quel contatto con la natura gli dava tanta serenità. Domenico era una persona buona, generosa, pronta a dare tutto per gli altri”.

Domenico Loparco stava frequentando un corso per diventare istruttore. La sua passione l’ha portato sempre ad essere attento, prudente e responsabile delle azioni che svolgeva. E’ stata davvero una triste fatalità quella di trovare, in quell’istante, mentre scivolava dopo aver messo un piede in fallo, quell’abisso, quella grotta profondissima. “E’ stata una coincidenza sfortunata” hanno detto dal Cai. “Non si era mai verificata prima”.

Domenico Loparco aveva lasciato la sua città d’origine, San Vito dei Normanni, per studiare all’università di Bologna dopo il liceo, dove si è laureato in ingegneria elettronica. Dopo gli studi si era trasferito a Milano per lavoro ma viveva a Monza, era un ingegnere della STMicroelettronics. Ed è proprio tra le montagne di Lecco, storica palestra dell’alpinismo italiano, che Loparco ha approfondito la sua passione per l’escursionismo e l’alpinismo. Il 37enne era uno sportivo nato, ha sempre praticato diverse discipline anche le più estreme ma sempre con prudenza

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