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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca San Donaci

Dopo l'omicidio, a galla chili di droga

SAN DONACI – Potrebbe essere definita una vera e propria anonima dello spaccio quella scoperta ieri dai carabinieri della stazione di San Donaci che dal giorno dell'omicidio del 32enne Antonio Presta (avvenuto il 5 settembre scorso) stanno eseguendo controlli e perquisizioni a tappeto a carico di volti noti e non: a casa della 39enne Giuseppina Bevilacqua, incensurata, madre di tre figli, nonché parente acquisita del giovane assassinato, sono stati trovati sei chili di marijuana.

SAN DONACI – Potrebbe essere definita una vera e propria anonima dello spaccio quella scoperta ieri dai carabinieri della stazione di San Donaci che dal giorno dell'omicidio del 32enne Antonio Presta (avvenuto il 5 settembre scorso) stanno eseguendo controlli e perquisizioni a tappeto a carico di volti noti e non: a casa della 39enne Giuseppina Bevilacqua, incensurata, madre di tre figli, nonché parente acquisita del giovane assassinato, sono stati trovati sei chili di marijuana.

Un chilo era nascosto sotto al letto, un altro già suddiviso in dosi e il resto, all'arrivo dei carabinieri, era  disposto su un tavolo, pronto per essere impacchettato. I militari, al comando del maresciallo Francesco Lazzari, sono arrivati al momento giusto. Per la donna sono immediatamente scattate le manette e dopo le formalità di rito è stata rinchiusa nel carcere di Lecce. La droga, insieme al materiale per il confezionamento è stata sequestrata.

Giuseppina Bevilacqua a gennaio scorso è stata vittima di un attentato dinamitardo: ignoti fecero esplodere un grosso petardo davanti al portone della sua abitazione in via Cellino a San Donaci. Ha tre figli di 21, 15 e due anni, tutti avuti con tre compagni diversi, uno ha il cognome “Presta”, il padre è cugino di Antonio Presta il 29enne ammazzato a colpi di fucile e pistola la sera del cinque settembre scorso, figlio di Gianfranco Presta, un importante esponente Scu degli anni Novanta vicinissimo a Salvatore Buccarella e Pino Rogoli, poi collaboratore di giustizia, protezione poi revocatagli a causa di altri reati (furti e rapine) cui avrebbe partecipato in Emilia Romagna durante il periodo di protezione.

Fin dalle primissime ore successive all'omicidio gli investigatori non ebbero dubbi che il movente di quella brutale esecuzione (il 29enne dopo essere stato raggiunto dai colpi di arma da fuoco fu massacrato col gancio del fucile) doveva essere cercato negli ambienti della droga. Iniziarono così le perquisizioni che da settembre ad oggi hanno portato all'arresto di cinque soggetti e numerose denunce per l'attività di spaccio: marijuana, hashish e cocaina. Numerosi anche i giovani segnalati come assuntori. Qualcuno aveva nascosto la droga sotto la statua di Padre Pio, altri sotto la sella della moto.

Gli uomini di Lazzari hanno potuto accertare che nella piccola comunità di San Donaci, poco più di settemila anime, l'attività di spaccio è forse l'attività principale della maggior parte dei disoccupati. Ieri è stato arrestato un minorenne perchè trovato in possesso di ottocento grammi di marijuana. Il ragazzino non avrebbe collegamenti con Presta, o almeno, tra lui e la famiglia dell'ex boss della Scu, non intercorrono legami di parentela ma queste scoperte aiutano a definire in modo sempre più chiaro il quadro delle indagini. Le perquisizioni e i controlli da parte dei carabinieri non si fermano e non si esclude che porteranno ad altri risultati simili.

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