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Cronaca

Droga al gelsomino nel gommone: “Profitto rilevante, legami con gruppi criminali”

Il gip convalida l’arresto e lascia in carcere Fulvio Lonero e Massimo Ferrero, entrambi di Brindisi. Il primo confessa, l’altro nega: “Stavo solo tornando dal mare”

BRINDISI – Possibili legami con la criminalità organizzata, secondo il gip, anche se uno ha negato, mentre l’altro si è limitato ad ammettere il trasporto di droga, di fronte all’evidenza: 250 chili di marijuana, con flagranza al gelsomino, nascosti nei tubolari del gommone, trainato sul carrello. Fulvio Lonero ha preferito confessare senza riferire i nomi dei fornitori, Massimo Ferrero ha rivendicato la propria estraneità ai fatti: “Non so niente, stavo solo rientrando da una giornata al mare di Gallipoli con gli amici. Ho pure l’infradito”.

La convalida davanti al gip

LONERO Fulvio Classe 1981-3-2-2I due brindisini restano nel carcere di via Appia, dove sono ristretti dal pomeriggio dello scorso 4 luglio, dopo essere stati arrestati in flagranza di reato dai carabinieri dell’Aliquota operativa e radiomobile. Il gip ha convalidato l’arresto, dopo aver interrogato Lonero, 31 anni, titolare di una piccola impresa, e Ferrero, stessa età, autista della Società trasporti pubblici (difesi rispettivamente dagli avvocati Giuseppe Guastella e Cosimo  Luca Leoci) e ha emesso ordinanza di custodia cautelare per tutti e due, evidenziando “allarmanti circostanze e modalità del fatto”. I penalisti potrebbero ricorrere al Tribunale del Riesame nei prossimi giorni.

Le indagini: il sospetto della criminalità

FERRERO Massimo Classe 1981-3-2-2Intanto proseguono le indagini sulla provenienza dell’ingente quantitativo di droga. Sul punto il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi, Stefania de Angelis, nel provvedimento di custodia cautelare  ha scritto la quantità della sostanza stupefacente, divisa in 245 involucri, nascosti nei tubolari del natante “consente di ritenere ragionevole che gli indagati abbiano legami con organizzazioni criminali dedite al traffico di droga e che ne ricavino un rilevante profitto”. Il che costituisce indice di “probabile e specifica recidivanza”. Il gip, inoltre, ha evidenziato “la personalità negativa di Lonero e Ferrero, i quali hanno entrambi precedenti penali anche per spaccio di droga”.

La ricerca dei complici

Per questi motivi, il gip ha concluso sottolineando la “spiccata pericolosità sociale”, aderendo alla richiesta di custodia in carcere avanzata dal pubblico ministero Luca Miceli: “Le esigenze di cautela sociale possono essere garantite solo con la misura coercitiva del carcere”, ha scritto. Peraltro – si legge ancora – le esigenze attinenti alle indagini in corso, legate alla necessità di individuare i complici, potrebbero essere pregiudicate dalla remissione in libertà o dall’adozione di una misura più attenuata”.

Nessuna indicazione su chi abbia fornito la droga è arrivata da Lonero in sede di interrogatorio. Quel che è certo è che la marijuana era nascosta nel natante trainato sul carrello agganciato alla Honda alla cui guida c’era Lonero. E’ stato il primo a essere stato fermato dai militari attorno alle 15 dello scorso 4 luglio, lungo la strada provinciale 82, in contrada Trullo. I motore marino montato sul gommone era assicurato con polizza intestata a Ferrero. E Ferrero è stato fermato poco dopo, quando i carabinieri hanno notato che la Honda era seguita da una Fiat Marea. Sembrava stessero proseguendo a staffetta. Sospetto confermato, secondo i militari, dalla circostanza che i due si siano messi a parlare, quando le auto si sono affiancate prima di prendere strade differenti.

I telefonini cellulari

Le perquisizioni personali hanno dato esito negativo. Sono stati posti sotto sequestro i telefonini cellulari in uso ai due indagati. Di conseguenza, non è escluso, che spunti ritenuti importanti per le indagini possano venire a galla dalla lettura del registro chiamate. Fra telefonate in arrivo e in uscita.

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