rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Droga da Torino a Brindisi, torna in libertà Liardi

Il gip revoca gli arresti dopo la richiesta del pm: "Non vi è prova che abbia ricevuto lo stupefacente da Orlando Carella". Era stato arrestato il 31 ottobre nell'inchiesta Last Travel: il difensore aveva già depositato ricorso al Riesame

BRINDISI – Torna in libertà dopo 17 giorni di arresto il brindisino Alessandro Liardi, 35 anni, detto Briciola, destinatario di un’ordinanza cautelare nell’inchiesta sulla droga arrivata a Brindisi da Torino: il gip ha revocato la misura, su richiesta del pm, prima che la difesa discutesse il Riesame.

Alessandro Liardi-2L’avvocato Daniela d’Amuri venerdì avrebbe dovuto affrontare il ricorso davanti al Tribunale di Lecce, in funzione di Libertà, puntando sull’assenza dei gravi indizi di colpevolezza a carico di Liardi, nelle indagini tenute a battesimo con il nome di Last Travel. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi, Paola Liaci, nella giornata di ieri ha rimesso Liardi (nella foto accanto) in libertà, condividendo quanto sottolineato dallo stesso pm che ne aveva chiesto l’arresto ai domiciliari.

Secondo il sostituto procuratore Valeria Farina Valaori non vi è prova che Liardi abbia ricevuto la sostanza stupefacente da Orlando Carella il 27 luglio scorso, unico episodio contestato nell’ordinanza di custodia cautelare eseguita dai carabinieri. Più esattamente, c’è prova che Liardi e Carella si siano effettivamente incontrati quel giorno e che in auto Carella abbia nascosto la droga, ma non c’è alcuna prova della cessione fra i due. Non solo. Nella conversazione intercettata il 25 giugno, si dice che Briciola, ossia Liardi “non ci sta” perché in quel periodo era ai domiciliari dopo essere stato arrestato per spaccio di droga il 17 gennaio. Impossibile, quindi, un suo coinvolgimento. I carabinieri all’epoca trovarono nella sua abitazione, nel rione Sant’Elia, due chili di hashish e 45 munizioni, contestazioni per le quali il brindisino ha patteggiato a tre anni di reclusione il 22 aprile.

daniela d'amuri-5Nell’inchiesta Last Travel gli è stato contestato un solo episodio, rispetto al quale l’indagato ha voluto chiarire, affrontando l’interrogatorio di garanzia, al fianco dell'avvocato d'Amuri (foto al lato), durato oltre mezz’ora. In quella circostanza ha precisato di non aver avuto contatti con nessuno degli arrestati per questioni di droga. Al gip, Liardi ha ricordato le circostanze dell’arresto, ha precisato di essere stato sotto stretta osservazione successivamente all’arresto: “Dopo quella volta, non ho fatto niente”, ha detto. E ha aggiunto: “Ho incontrato Carella solo una volta, quando lui venne a trovarmi al lavoro. Ma non parlammo di droga”.

I gravi indizi di colpevolezza a carico degli altri indagati sono costituiti da intercettazioni telefoniche e ambientali uniti alle scoperte fatte dai carabinieri. Ascoltando le conversazioni, i militari hanno avuto la certezza che una Fiat Croma veniva usata per il trasporto dei carichi da Torino a Brindisi e che quell’auto era stata modificata perché era stato creato un doppiofondo con delle lastre.

L’ascolto delle conversazioni e la lettura dei messaggi ha permesso di avere anche la conferma al sospetto di un pagamento ingente, come quello avvenuto il 31 luglio scorso: “99mila euro in due tranche: 64mila euro quale acconto e 35mila a saldo dello stupefacente ricevuto il 23 luglio”, si legge nell’ordinanza di arresto. Il successivo 9 agosto 2016, c’è stato l’arresto di Antonio Di Giovanni partito da Torino e intercettato nei pressi del centro commerciale Ipercoop di Brindisi. In quella occasione, sarebbe riuscito a fuggire Giovanni Cannalire, il suocero: a bordo di una Fiat Croma c’erano 85 kg di hashish suddivisi in panetti. Nell’auto furono trovate undici  banconote false del taglio di 50 euro ciascuna, per un valore complessivo di 550 euro.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Droga da Torino a Brindisi, torna in libertà Liardi

BrindisiReport è in caricamento