rotate-mobile
Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Droga nel villino: “Ho aperto le finestre per togliere l’odore”. Trovato un mitragliatore

Inchiesta sul traffico di marijuana dopo il ritrovamento di tre borsoni sulla costa di Torre San Gennaro il 15 aprile 2016: intercettazioni sulle utenze che avevano agganciato le celle. I primi a essere stati identificati sono stati Lococciolo e Zecca, consegne tra Torre Santa Sabina e Guaceto. Naufragio e salvataggio in almeno un’occasione

BRINDISI – “C’erano due borse, dov’è il ragazzo? Credo che abbia preso tutto la polizia. Ho aperto le finestre per fare uscire l’odore. Della casa sapevo solo io”. Di quel villino sulla provinciale San Vito dei Normanni-Latiano sapevano anche i militari della Guardia di Finanza: la sera del 4 agosto 2016, organizzarono il blitz che portò alla scoperta di 70 chili di marijuana, più un mitragliatore da guerra con 119 cartucce, arrestando l’albanese considerato il custode del carico, Seli Dajo.

Operazione antidroga della finanza

I brindisini, a cominciare da Spiridione Baldacci, alias Spiros il greco, che aveva in uso l’immobile, furono costretti a fare i conti con “le sparizioni”. Le ipotesi su cosa potesse essere successo nell’arco di quelle poche ore e il timore di essere stati scoperti non fermò nessuno. Alimentò le congetture e venne “ascoltato”, aggiungendo ulteriori elementi all’inchiesta in atto da mesi. Per il gip del Tribunale di Lecce che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare a carico di 14 uomini, le intercettazioni ambientali e telefoniche, assieme ai servizi tradizionali costituiti da lunghe osservazioni e prima ancora pedinamenti,  non sono solo gravi indizi di colpevolezza ma “prove granitiche di responsabilità”.

Il sospetto che potesse esserci un traffico di droga dall’altra parte dell’Adriatico, ebbe avuto conferma a seguito del rinvenimento di 580 chili di “maria” il 2 febbraio dello scorso anno sulle coste salentine. Da qui l’inizio delle indagini con svolta nella notta del 15 aprile successivo, quando furono trovati tre borsoni nei pressi di Torre San Gennaro: c’erano uomini in attesa a riva, venne deciso di avviare intercettazioni sulle utenze che agganciarono quella località. I primi nomi a venire a galla furono quelli di Antonio Lococciolo e Antonio Zecca. In tal modo sono stati ricostruiti gli sbarchi nei pressi di Torre Guaceto e Torre Santa Sabina, sino ad arrivare alla contestazione legata all’esistenza di un sodalizio finalizzato al narco traffico.

sequestro droga finanza1-2

Il ruolo di “promotore” è stato contestato al brindisino Gianfranco Contestabile, il quale secondo la Dda di Lecce avrebbe “diretto e organizzato il sodalizio finalizzato  al trasporto via mare della marijuana, per l’ingresso sul territorio italiano” in contatto diretto con gli albanesi. A Contestabile avrebbe fatto diretto riferimento, in quanto “uomo di fiducia” Rosario Fioretti, “presente ai punti di sbarco della droga”; partecipe nel ruolo di “fornitore del gommone e del motore, Giuseppe De Simone, incaricato di occuparsi del rifornimento di benzina; Andrea Esposito avrebbe assicurato il trasporto e lo stoccaggio della sostanza stupefacente; Luca Sabetta, anche questi ritenuto uomo di fiducia di Contestabile; Damiano Libardo, chiamato anche quando “l’approvvigionamento non andava a buon fine”. E ancora, sempre seguendo l’organigramma tracciato dalla procura, Attilio Di Bello, avrebbe avuto un ruolo in seno all’associazione come “scafista”, mentre gli albanesi Shefik Muho e i fratelli Emilian e Leonard Bufi sarebbero stati i “referenti in loco dei fornitori” del Paese delle Aquile.

Parallelamente al sodalizio avrebbe operato il gruppo composto da Antonio Lococciolo, Antonio Zecca, Spiridione Baldacci, detto Spiros il greco e Vaso Mekshi assieme a Selio Daio arrestato il 4 agosto dello scorso anno: Lococciolo sarebbe stato lo scafista, Zecca è indicato come “il proprietario dello stupefacente, in contatto diretto con gli albanesi, mentre Baldacci è indagato in quanto “conduttore dell’abitazione in agro di San Vito dei Noromanni, presa in locazione, per dare assistenza agli albanesi” e fornire un primo nascondiglio per la marijuana. Lococciolo e Zecca sono stati arrestati, a loro volta, il 17 agosto 2016, al largo di Torre Rinalda, con l’accusa di aver trasportato dall’Albania 408 chili di droga, “per conto di albanesi” non ancora identificati, destinati a Contestabile.

Nel corso dell’inchiesta, i finanzieri hanno arrestato anche Luca Sabetta, il 10 novembre 2016, per “detenzione di 386 chili di droga, scoperti in un deposito di contrada Bellanova, nel comune di San Pietro Vernotico. In almeno un’occasione il trasporto non andò a buon fine a causa delle avverse condizioni meteo, con naufragio dell’imbarcazione affidata ad Attilio Di Bello, tratto in salvo dagli stessi militari. Gli interrogatori di garanzia avranno inizio lunedì.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Droga nel villino: “Ho aperto le finestre per togliere l’odore”. Trovato un mitragliatore

BrindisiReport è in caricamento