Due chili di marijuana a casa: blitz dei carabinieri al rione Sant'Elia
In carcere Pasquale Luperti, 34 anni, residente nel rione Sant'Elia, con l'accusa di spaccio di droga: piante ed "erba essiccata" nascosta nelle scatole delle scarpe. E' il figlio di Salvatore Luperti, ucciso nel '98 sulla litoranea
BRINDISI – “Erba” essiccata per quasi due chili e due piante di marijuana, tutto a casa. Nell’abitazione di Pasquale Luperti, 36 anni, nato a Brindisi e residente nel rione Sant’Elia: nel suo appartamento i carabinieri si sono affacciati avendo il sospetto che il brindisino, figlio di Salvatore, ucciso da Bullone nel ’98 a colpi di kalashnikov, avesse più di qualcosa da nascondere.
I militari si sono presentati nel pomeriggio di oggi, martedì 11 ottobre, nell’ambito di servizi di controllo del territorio definiti ordinari. Ma non è escluso che stessero tenendo d’occhio Pasquale Luperti da tempo. Ha lo stesso nome del cugino, attuale capogruppo dei Coerenti per Brindisi in Consiglio dopo essere stato assessore all’Urbanistica, assolutamente estraneo ai fatti e mai indagato in vicende di questo genere.
Fatto sta che i carabinieri non hanno sbagliato “mira” perché in quell’abitazione la droga c’era. Parecchia. Hanno posto sotto sequestro due piante di marijuana e droga dello stesso tipo già sottoposta ad essicazione del peso di due chili, trovata in diverse scatole, tra quelle usate per le scarpe e contenitori di plastica.
La sostanza stupefacente, secondo gli investigatori, sarebbe stata immessa sul mercato di Brindisi e della provincia, dove di recente si sono moltiplicate le scoperte di piante coltivate in casa se non addirittura in serre artigianali. Basti considerare che nei giorni scori gli agenti delle Volanti hanno scoperto una piantagione lungo canale Patri e prima ancora i finanzieri hanno fatto una scoperta analoga a Restinco.
Luperti è stato trasferito nel carcere di Brindisi, su disposizione del pubblico ministero di turno, Simona Rizzo, in attesa dell’udienza di convalida dinanzi al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi. In quella occasione avrà modo di essere interrogato e rispondere alle domande del gip, alla presenza del suo difensore, Luca Leoci.
L’omicidio del padre, avvenuto il 26 giugno 1998 lungo la litoranea Apani, a Nord di Brindisi, è stato ricostruito da Vito Di Emidio, alias Bullone, autore dell’esecuzione a colpi di kalashnikov. Di omicidi il pentito ne ha ricostruiti oltre venti solo nella provincia di Brindisi, confessando vendette personali e trasversali.