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Cronaca Fasano

Due indagati per la morte dell’operaio precipitato dal terrazzo

FASANO – Non sarebbe stato colto da infarto prima di cadere nel vuoto. Questo il primo verdetto emesso dal medico legale, Giuliano Saltarelli, a margine dell’autopsia eseguita sul cadavere di Leonardo Albanese: il cinquantanovenne operaio fasanese deceduto lunedì mattina a causa delle ferite (fratture multiple in diverse parti del corpo) riportate a seguito della rovinosa caduta dal terrazzo di uno stabile, sito in via Togliatti, a Fasano, dove stava eseguendo alcuni lavori di manutenzione, commissionati in nero dall’amministrazione del condominio. Un volo di 10 metri che non gli ha lasciato scampo. Due, intanto, gli indagati.

FASANO – Non sarebbe stato colto da infarto prima di cadere nel vuoto. Questo il primo verdetto emesso dal medico legale, Giuliano Saltarelli, a margine dell’autopsia eseguita sul cadavere di Leonardo Albanese: il cinquantanovenne operaio fasanese deceduto lunedì mattina a causa delle ferite (fratture multiple in diverse parti del corpo) riportate a seguito della rovinosa caduta dal terrazzo di uno stabile, sito in via Togliatti, a Fasano, dove stava eseguendo alcuni lavori di manutenzione, commissionati in nero dall’amministrazione del condominio. Un volo di 10 metri che non gli ha lasciato scampo. Due, intanto, gli indagati.

L’esame autoptico, disposto dal Pubblico ministero Raffaele Casto, ha sciolto dunque i primi dubbi sulla morte dello sfortunato manovale. Ulteriori conferme e magari ulteriori elementi potranno emergere all’esito degli esami di laboratorio. Al termine dell’esame autoptico il feretro di Leonardo Albanese è stato consegnato ai familiari. Domani l’estremo saluto. Il corteo funebre muoverà nel pomeriggio dalla Chiesa dell’Assunta per l’attigua Parrocchia di Sant’Antonio Abate, dove alle 16.30 si svolgeranno i funerali. In tanti, in queste ore, si stanno stringendo attorno alla moglie e ai due figli del manovale edile, travolti dall’assurda e terribile tragedia.

Novità, intanto, anche sul fronte delle indagini, curate dal locale Comando dei vigili urbani e coordinate dal maggiore Antonio Orefice. Sul registro degli indagati ci sarebbero già due nomi: quello dell’Amministratore della palazzina di via Togliatti e quello di un condomino, che avrebbe sostanzialmente agito da intermediario, proponendo di affidare ai due manovali (insieme a Albanese stava lavorando sul terrazzo anche un giovane che avrebbe dichiarato di essersi allontanato proprio nei frangenti della tragedia, per recarsi a un bar nelle vicinanze) i lavori di ristrutturazione dell’edificio.

Il tutto, evidentemente, sarebbe avvenuto all’ombra di norme e leggi in materia di sicurezza. E le conseguenze, purtroppo, sono state fatali nella circostanza. Per Albanese non c’è stato nulla da fare. Un salto nel vuoto, poi lo schianto sul terreno del cortile, tanto violento da non lasciare speranza. Una ricostruzione dei fatti  resa difficile anche dalla reticenza a collaborare offerta in prima battuta dai testimoni.

I vigili urbani, incaricati dal pubblico ministero, hanno ascoltato a lungo lunedì pomeriggio l’amministratore del condominio di via Togliatti, che per quanto si è appreso si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere. Il terrazzo, intanto, resta sotto sequestro. Gli stessi vigili, titolari dell’inchiesta, in collaborazione con il nucleo ispettorato del lavoro dei Carabinieri, nelle prossime ore vaglieranno ulteriori provvedimenti.

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