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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Duemila euro per l'esame via telefono

BRINDISI – Ti piace vincere facile? Vieni a fare l’esame per la patente di guida con la premiata ditta Lanzillotti – Caramia. La spesa? Pare duemila euro, mica tanti se proprio non ce la fai a superare i test online della prova scritta. Ma alla signora Giuseppina Lomartire, alla quale era stata prospettata tale possibilità per superare lo scoglio dei quiz, la cosa non sembrava giusta. La proposta gliela aveva fatta il titolare della “Nuova Autoscuola di Fasano”, Giuseppe Caramia; lei aveva persino fatto la prova di simulazione sotto la direzione di tale Giuseppe (Lanzillotti Giuseppe da Carovigno, “Scuola Guida Lanzillotti”), ma aveva preferito raccontare tutto alla Guardia di Finanza con formale denuncia. E da qui è nata l’operazione “Patente 2.0” che oggi è sfociata nell’arresto di 8 persone.

BRINDISI – Ti piace vincere facile? Vieni a fare l’esame per la patente di guida con la premiata ditta Lanzillotti – Caramia. La spesa? Pare duemila euro, mica tanti se proprio non ce la fai a superare i test online della prova scritta. Ma alla signora Giuseppina Lomartire, alla quale era stata prospettata tale possibilità per superare lo scoglio dei quiz, la cosa non sembrava giusta. La proposta gliela aveva fatta il titolare della “Nuova Autoscuola di Fasano”, Giuseppe Caramia; lei aveva persino fatto la prova di simulazione sotto la direzione di tale Giuseppe (Lanzillotti Giuseppe da Carovigno, “Scuola Guida Lanzillotti”), ma aveva preferito raccontare tutto alla Guardia di Finanza con formale denuncia. E da qui è nata l’operazione “Patente 2.0” che oggi è sfociata nell’arresto di 8 persone.

Gli arrestati finiti in carcere sono Giuseppe Lanzillotti, Carovigno, 37 anni; Giuseppe Flora, Carovigno, 37 anni; Giuseppe Caramia, Alberobello, 42 anni, titolari di scuole guida a Carovigno, Ostuni e Fasano; ai domiciliari Antonio Massaro, Brindisi, 57 anni;  Marco Borini, Castel San Pietro, 21 anni; Angelo Ferrari, Brindisi, 45 anni; Cristian Ferrari, Brindisi, 19 anni; Giovanni Dorsi, Castellana Grotte, 57 anni, candidati e parenti candidati (Angelo Ferrari).

I reati contestati dal gip Maurizio Saso su richiesta del pm Pierpaolo Montinaro sono quelli previsti dagli articoli  416, associazione per  delinquere finalizzata alla commissione di delitti contro la fede pubblica ai titolari di scuola guida, e 48 e 479 del codice penale, induzione, mediante inganno, a formare atti pubblici ideologicamente falsi, e 1, comma 1 e 2 ed art. 2 Legge 475/25, presentazione, come propria, di opera altrui a titolari di scuola guida e candidati.

Dal mese di gennaio 2011 sono state effettuate dalla compagnia di Fasano della Guardia di Finanza, che ha condotto le indagini, intercettazioni telefoniche di 12 utenze; intercettazioni delle comunicazioni “tra presenti”; servizi di osservazione e pedinamento dei soggetti coinvolti nelle attività delittuose;  ascolto in atti di persone informate sui fatti; perquisizioni domiciliari e personali; accertamenti presso gli uffici della Motorizzazione civile di Brindisi; analisi della voluminosa documentazione acquisita nel corso di attività di polizia giudiziaria, e riscontri documentali presso amministrazioni pubbliche e società private.

Come funzionava la truffa. “Colui che sosteneva la prova di esame, presentato normalmente come privatista, era dotato – fa sapere la Guardia di Finanza -  di una trasmittente, costituita da un orologio incorporante anche un telefono cellulare, nonché di due telefoni cellulari, in modalità vibrazione, tenuti il primo nella tasca sinistra e il secondo nella tasca destra”.

“In particolare, l’orologio-cellulare, serviva a comunicare ad altro soggetto  dell’organizzazione, normalmente appostato nei pressi della Motorizzazione, dotato di materiale utile per la soluzione dei test e di precise cognizioni in materia sulle domande d’esame. Costui, ricevuto il contenuto della della domanda, faceva squillare il telefono posto nella tasca destra o nella tasca sinistra dell’esaminando, a seconda della correttezza o meno della risposta. Ricevuto il segnale l’esaminando indicava la risposta sul proprio test, così falsando l’intera prova”.

Giuseppina Lomartire era sembrata l’ennesima occasione per incassare qualche extra, aveva pensato Caramia intravvedendo qualche difficoltà della signora in prospettiva della prova scritta(cose che sono capitate a tanti). Ed ecco l’offerta: con 2mila euro le cose per i test sarebbero filate lisce come l’olio. Per la prova pratica se la sarebbe dovuta sbrigare l’allieva, c’era poco da fare. Ma L’interessata già il 22 luglio 2010 si presentò alla Guardia di Finanza, a Fasano, per segnalare la vicenda. Ci tornò anche il 23 agosto successivo, prima dell’esame fissato per il 31 dello stesso mese presso la Motorizzazione civile di Brindisi.

Il 24 agosto, come preannunciato agli investigatori dalla persona che aveva ricevuto l’offerta dal titolare della scuola guida, poi si svolse presso tale sede l’incontro con un certo Giuseppe, che altri non era che Lanzillotti, il quale mostrò alla candidata all’esame il cellulare da polso e quelli da tasca, per una prova pratica. Il candidato dove solo chiamare chi era fuori dalla Motorizzazione in attesa, e leggere una per una attraverso il telefonino-orologio le diverse risposte di ogni singolo quiz. Se la risposta era sbagliata, ci sarebbe stata una vibrazione del cellulare Nokia riposto nella tasca destra, se fosse stata esatta, l’input sarebbe arrivato al cellulare nella tasca sinistra.

Comunque, pagamento anticipato: l’appuntamento era per il 30 agosto 2010, il famoso “giorno prima degli esami”, ma la signora Lomartire la propria scelta l’aveva fatta da tempo, e non si presentò. Gli investigatori della Guardia di Finanza di Fasano erano già al lavoro, e gli episodi successivi dimostreranno che operava una vera e propria associazione per delinquere di cui Lanzillotti (recidivo come uno degli allievi poi coinvolti, Massaro) assieme a Caramia è promotore e organizzatore, mentre Flora risultava come sodale.

Il 14 dicembre 2010 la Finanza va alla Motorizzazione a verificare direttamente ciò che è stato acquisito per altre vie, e nota durante l’esame che il candidato poi identificato per  Marco Borini, presenta nelle tasche dei jeans due evidenti rigonfiamenti a destra e sinistra, e con frequenza accosta alla bocca il polso dove è allacciato il cellulare-orologio. Fuori c’è Flora ad attendere Borini, e i due – esultando per l’esito dell’esame – alla fine vanno via insieme.

Il 20 dicembre, tanto per fissare almeno i primi episodi, tocca al candidato Giovanni Dorsi. Questa volta un investigatore della Finanza lo segue da Fasano, mentre va in auto verso Brindisi assieme a Caramia. I due si incontrano con Flore e Lanzillotti in quella che poi si rivelerà un punto fisso d’incontro prima di proseguire per la Motorizzazione, la stazione di servizio Siciliana Petroli presso il Mercatone Uno, zona industriale di Brindisi. Poi gli investigatori eseguono il monitoraggio dell’esame di Dorsi: anche lui compila i test portando numerose volte il cellulare da polso alla bocca. Per il brindisino Christian Ferrari ci sono anche le intercettazioni telefoniche. L’indagine va. Tutto viene racchiuso nella relazione conclusiva del 29 giugno 2011, il 3 gennaio 2012 il pm chiede otto arresti.

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