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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Duplice tentato omicidio mafioso, due brindisini assolti in Appello

Riconosciuti estranei ai fatti Gianluca Candita e Giovanni Tramacere, dopo la condanna in primo grado. Per entrambi resta l’accusa di traffico di droga. Mentre cade l’imputazione per Patrik Colavitto, condannato per spaccio

BRINDISI -  Assolti in Appello dall’accusa legata al tentato omicidio di stampo mafioso di Marino Manca e Luca Greco, per non aver commesso il fatto: Gianluca Candita 45 anni, di Torchiarolo,  e Giovanni Tramacere, 42 anni, di San Pietro Vernotico sono stati riconosciuti estranei ai fatti dalla Corte salentina che ha cancellato la condanna inflitta in primo grado, con rito abbreviato. Confermata la partecipazione di entrambi al traffico di droga, con pena finale (rispettivamente) a undici anni e dieci mesi e a nove anni e quattro mesi.

La sentenza

francesco cascione-4La pronuncia di secondo grado attiene all’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Lecce, tenuta a battesimo con il nome di Vortice-Dejà-vu, sulla presunta esistenza di frange della criminalità organizzata legata anche alla Sacra Corona Unita, attive soprattutto nel settore del traffico di droga. Cocaina in particolare, tra le province di Lecce e Brindisi.

Il dispositivo è stato letto nel tardo pomeriggio di oggi dal presidente Carlo Errico, a conclusione della camera di consiglio, iniziata subito dopo il termine delle arringhe difensive. La Corte ha aderito alla tesi sostenuta nei motivi di appello dagli avvocati Francesco Cascione (nella foto accanto) per Candita e Giuseppe Miccoli per Tramacere: i penalisti, infatti, hanno invocato l’assoluzione con formula piena in riforma della sentenza del giudice per l’udienza preliminare del 27 giugno 2016.

I due brindisini 

Sia Candita che Tramacere erano stati riconosciuti colpevoli del duplice tentato omicidio, deciso nelle logiche di stampo mafioso, datato 8 settembre 2012, in agro di Trepuzzi, nel Salento, in accoglimento dell’impostazione sostenuta dal pubblico ministero. In Appello, tutto ribaltato con assoluzione per non aver commesso il fatto e conseguente rideterminazione della pena complessiva: Candita è stato condannato per narcotraffico a undici anni e dieci mesi e Tramacere a nove anni e quattro mesi, rispetto a 15 anni e quattro mesi e undici anni inflitti dal gup. E’ rimasta, infatti, l’accusa di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacente. I penalisti hanno anticipato la volontà di ricorrere in Cassazione, una volta depositate le motivazioni della sentenza d’Appello.

L’accusa di duplice tentato omicidio

Il rappresentante della pubblica accusa contestava, oltre l’aggravante mafiosa, quella della premeditazione al tentato omicidio di Greco e Manca, attirati “con un tranello”. L’espediente, nella ricostruzione del pm, sarebbe stato costituito dal “voler acquistare una moto, presentandosi per questo nell’abitazione di Greco, in ragione della pregressa e consolidata  conoscenza con Salvatore Milito, richiedendo poi la presenza di Manca, proprietario della moto”.

Il movente

Come armi sarebbero state usate prima una pistola semiautomatica calibro 9, inceppatasi, poi un coltello. L’azione sarebbe stata concepita al fine di “agevolare l’associazione mafiosa operante sul territorio salentino e in particolare per affermare l’egemonia del gruppo di Squinzano, capeggiato da Sergio Notaro”. Quest’ultimo considerato il mandante del duplice tentato omicidio, accusa da cui è stato assolto, con rideterminazione della pena a 18 anni. La frangia era attiva “nei settori della droga, delle estorsioni e dell’usura e sarebbe stato in contrasto con la fazione capeggiata da Marino Manca”, si legge nel capo d’imputazione.

Il traffico di droga

Dall’accusa di aver fatto parte dell’associazione finalizzata al traffico di droga, è stato assolto Patrik Colavitto, 44 anni, di Brindisi, difeso dall’avvocato Francesco Cascione. La Corte ha affermato la colpevolezza dell’imputato in relazione allo spaccio e lo ha condannato alla pena di sei anni e quattro mesi di reclusione più 20mila euro di multa.

Gli altri imputati

Gli altri imputati sono residenti nella provincia di Lecce. Le condanne sono le seguenti: Fabio Caracciolo condanna a sette anni  e sei mesi in continuazione; Damiano De Blasi, pena rideterminata in quattro anni e otto mesi più 20.800 euro; Danilo Campanella De Santis otto anni più 2.200 euro; Liliana De Tommasi quattro anni, due mesi e venti giorni più 13.334;  Angelo Di Pierro otto anni; Salvatore Elia quattro anni e dieci mesi più 18mila euro; Luca Mita cinque anni e otto mesi più 22mila euro.

E ancora: Francesco Taurino cinque anni e otto mesi più 18mila euro; Luigi Taurino sei anni e quattro mesi più 19.333 euro; Walter Tramacere cinque anni e sei mesi più18mila euro; Andrea Valentino tre anni, un mese e dieci giorni più 1.800 euro; Emiliano Vergine nove anni e quattro mesi. Nel collegio difensivo, gli avvocati: Ladislao Massari, Antonio Savoia, Elvia Belmonte e Ivan Feola.

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