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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

E' di Ceglie il mago degli appartamenti-truffa: anche con vista Colosseo

ROMA – Bravo ma non certo infallibile nelle truffe. Pur tuttavia incallito nel ripetere il gioco. Non si può certo dire che Francesco Barella - 42 anni, di Ceglie Messapica - non pecchi di eccessiva confidenza con il mercato immobiliare romano. In passato pare sia stato capace di piazzare un paio di appartamenti a Bologna a 26 affittuari diversi. Non c’è che dire, un mago degli affari. Ma già all’epoca a smascherare i suoi arditi giochi di prestigio ci pensarono gli investigatori. A distanza di alcuni anni, Barella è tornato alla ribalta della cronaca capitolina. E anche stavolta la truffa porta la sua firma. Lui la mente, sostengono gli inquirenti. E per complici, la sua compagna (25 anni, di nazionalità straniera) e un amico romano.

ROMA – Bravo ma non certo infallibile nelle truffe. Pur tuttavia incallito nel ripetere il gioco. Non si può certo dire che Francesco Barella - 42 anni, di Ceglie Messapica - non pecchi di eccessiva confidenza con il mercato immobiliare romano. In passato pare sia stato capace di  piazzare un paio di appartamenti a Bologna a 26 affittuari diversi. Non c’è che dire, un mago degli affari. Ma già all’epoca a smascherare i suoi arditi giochi di prestigio ci pensarono gli investigatori. A distanza di alcuni anni, Barella è tornato alla ribalta della cronaca capitolina. E anche stavolta la truffa porta la sua firma. Lui la mente, sostengono gli inquirenti. E per complici, la sua compagna (25 anni, di nazionalità straniera) e un amico romano.

I carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Piazza Dante, al termine di un'articolata attività investigativa, hanno messo la parole fine alla redditizia attività della banda di truffatori che operava nella Capitale e che metteva a segno i suoi colpi ai danni delle agenzie di intermediazione immobiliare, mediante transazioni on-line effettuate con dati di carte di credito rubati a ignari cittadini. In sintesi, il modus operandi: dopo aver rubato i dati riportati sulle carte di credito degli ignari clienti di un esercizio commerciale della Capitale, dove per un periodo il “compare” della coppia è stato l'addetto alla cassa, avveniva la messa in scena.

La prima mossa consisteva nella telefonata ad un'agenzia di casa/vacanze ovvero ad un'agenzia di intermediazione immobiliare, dove uno dei componenti della banda si fingeva interessato a prendere in fitto, per un soggiorno di lavoro, un appartamento  preferibilmente nella zona del Colosseo (accidenti alle coincidenze con le più note vicende che stanno squassando il Palazzo), con caratteristiche ben precise. Se l'agenzia non aveva la disponibilità dell'immobile richiesto, si adoperava e prendeva tempo. Passavano soltanto pochi giorni. E a questo punto entrava puntualmente in azione un secondo componente la banda, che chiamava la medesima agenzia ed offriva in locazione un appartamento, all'insaputa dei reali proprietari, con le caratteristiche richieste in precedenza dal complice.

A quel punto al titolare dell'agenzia non pareva vero che si verificasse una simile combinazione favorevole. Accettava di effettuare la mediazione in cambio di una percentuale. Perché il raggiro andasse a buon fine, i componenti della banda richiedevano, «in qualità di clienti-conduttori», che il pagamento avvenisse on-line e con carta di credito. Il responsabile dell'agenzia, inconsapevole della truffa, accettava la modalità di pagamento richiesta e una volta avvenuta la transazione on line, consegnava il denaro in contanti al «proprietario dell'appartamento». Solo in un secondo momento il titolare dell'esercizio realizzava di essere stato raggirato e cioè quando riceveva la telefonata del cittadino a cui erano stati rubati i codici della carta di credito o quando verificava lo storno dei pagamenti da parte della banca.

I tre, con questo metodo, erano riusciti a capitalizzare un profitto di circa 20.000 euro, danneggiando sia le varie agenzie della Capitale sia i proprietari di un appartamento realmente esistente nella zona del Colosseo. I due pregiudicati si trovano ora presso il carcere romano di Regina Coeli a disposizione dell'Autorità Giudiziaria, mentre la 25enne è stata ristretta agli arresti domiciliari. La truffa andava avanti da un bel pezzo. Decine le operazioni andate a buon fine per la combriccola. In altri casi l’affare sarebbe saltato, per l’indisponibilità delle agenzie contattate ad accettare il pagamento on line per la liquidazione delle commissioni.

Nel 2002, invece, Barella fu arrestato, insieme ad altre quattro persone che operavano tra Bologna e Roma. Le forze dell’ordine riuscirono a scovare la cricca grazie proprio ad una leggerezza di Barella, riconosciuto dalle vittime in una puntata di "Stranamore". Tradito dalla voglia di andare in tv, il  truffatore cegliese non si preoccupò di rischiare davanti alle telecamere e dichiararsi agente immobiliare.

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