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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

“E’ morto sul colpo, volevo andare dai carabinieri”: l'indagato torna libero

Interrogato dal gip il brindisino di 35 anni finito ai domiciliari per aver travolto e ucciso un migrante in bici

BRINDISI – “Quella maledetta notte mi è preso il panico dubito dopo l’incidente: mi sono fermato al lato della strada e ho aperto lo sportello, ho visto il corpo del ragazzo a terra, l’ho toccato e ho capito che era morto. Sono andato dai carabinieri, non c’era nessuno e a quel punto ho aspettato che arrivasse l’avvocato”.

L'interrogatorio

Il cadavere era quello di un ragazzo del Mali di 28 anni che viaggiava in bici. Il racconto davanti al gip è quello che oggi ha reso l’indagato accusato e arrestato, ai domiciliari: R.M. 35 anni, di Torre Santa Susanna, necroforo, è stato rimesso in libertà dal giudice per le indagini preliminari con obbligo di dimora a conclusione dell’interrogatorio che si è svolto alla presenza degli avvocati Raffaele Missere e Serena Missere.

Il brindisino ha voluto affrontare il fuoco di domande del pm, Pierpaolo Montinaro, che chiedeva la conferma della custodia ai domiciliari, e del giudice per spiegare cosa vide quella sera e cosa successe subito dopo. Era in auto e stava percorrendo la strada provinciale che collega i comuni di Torre Santa Susanna ed Erchie, quando sostiene di aver visto un’ombra arrivare dall’altra parte della strada e di aver sentito, contemporaneamente, un botto. “A quel punto ho fermato l’auto e ho aperto lo sportello del lato destro e solo allora ho capito cosa fosse successo”, ha detto l’indagato. “Ho visto un ragazzo e ricordo di averlo toccato”. Il migrante, in possesso di regolare permesso di soggiorno, è morto sul colpo: “Il cuore non batteva. Mi è preso il panico, ho rimesso in moto e sono andato a casa”.

La ricostruzione

Cosa è avvenuto dopo? Per l’accusa c’è stata la fuga. Diversa la versione fornita dal brindisino: “Ho lasciato l’auto e ho preso la moto e ho imboccato la strada per andare dai carabinieri, ma la stazione era chiusa. Sono tornato sul posto dell’incidente, ho visto gente e ho chiamato il mio avvocato: volevo dire tutto quello che era successo”.

Lo stato di incensurato e la condotta tenuta dall’indagato, unitamente al fatto che il test relativo all’assunzione dell’alcol ha dato esito negativo, hanno portato il gip ad accogliere la richiesta dei difensori di disporre la remissione in libertà, con la prescrizione dell’obbligo di dimora.

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