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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

"E' un folle, seriale come Unabomber"

BRINDISI - “E’ come Unabomber, un bombarolo seriale”. Malato, disturbato, paranoide. Con manie di onnipotenza e un’ossessione per le esplosioni in tutte le forme. Anche metaforiche. Lo sostengono i consulenti della difesa di Giovanni Vantaggiato, gli esperti di criminologia e psichiatria Francesco Bruno, Maria Pia De Giovanni e Luca Chianelli che hanno ricostruito la storia dell’imprenditore di Copertino e consegnato le proprie relazioni il 29 novembre scorso.

BRINDISI - “E’ come Unabomber, un bombarolo seriale”. Malato, disturbato, paranoide. Con manie di onnipotenza e un’ossessione per le esplosioni in tutte le forme. Anche metaforiche. Lo sostengono i consulenti della difesa di Giovanni Vantaggiato, gli esperti di criminologia e psichiatria Francesco Bruno, Maria Pia De Giovanni e Luca Chianelli che hanno ricostruito la storia dell’imprenditore di Copertino e consegnato le proprie relazioni il 29 novembre scorso.

Si legge: “la personalità del Vantaggiato si presenta molto simile a quella dei cosiddetti ‘bombaroli seriali’ il più famoso dei quali quel tal Ted Kaczynski, detto ‘Unabomber’, che finche’ non è stato individuato inviava ordigni esplosivi contro l’università e contro le compagnie aeree da lui, ex professore universitario, vissute come la causa di tutti i suoi danni e la causa di tutte le nefandezze del sistema americano”.

“I reati compiuti – in conclusione - possono e a nostro parere devono inquadrarsi in atti concepiti nell’ambito di una mente viziata per infermità da un deficit almeno parziale di imputabilità”. Le conclusioni dei periti sono contenute in due diverse relazioni di cui, l’avvocato Franco Orlando ha chiesto alla Corte d’Assise di Brindisi, ieri, l’acquisizione al fascicolo processuale, contestualmente alla disposizione di una perizia super partes.

Quanto alla ricostruzione dei fatti, Vantaggiato avrebbe detto ai consulenti che “in un primo momento aveva pensato di far esplodere la macchina del giudice che aveva emesso la sentenza a carico di Cosimo Parato, sentenza a suo dire ingiusta e ridicola”.

Sarebbe quindi “entrato nel recinto del Tribunale di Brindisi. E’ riuscito a far questo perché ha prima posizionato la telecamera sul muretto retrostante il tribunale e poi, una volta entrato a mani libere, si è recato dove aveva lasciato la telecamera l’ha recuperata in modo da riprendere tutte le macchine presenti nel parcheggio dei giudici. Tutto ciò, al solo scopo di individuare la macchina del giudice che conosceva e che avrebbe voluto far saltare per aria”.

“Il contenuto paranoico della mente del Vantaggiato – si legge ancora nella relazione-lo portava ad individuare facilmente il nemico, a percepirlo come mortale e distruttivo ed a desiderarne una morte che fosse quasi come la rappresentazione di una vendetta divina”. In definitiva, il 69enne presenterebbe “una infermità capace di ridurre grandemente le sua capacità di intendere e di volere nei momenti dei fatti che gli vengono addebitati e che ha confessato di aver compiuto”.

La sua personalita’ avrebbe aspetti paranoidei, narcisistici e borderline con disturbo bipolare e “depressioni trasformate in rabbia distruttiva e momenti di maniacalità trasformati in esibizione di forza e di potenza”. Dall’analisi della scena del crimine è invece emerso che: “avrebbe potuto fare tutto da solo” e che “verosimilmente, Vantaggiato non aveva modo di vedere eventuali persone in avvicinamento alla scuola”.

Ai colloqui con i criminologi si è presentato “poco curato nell’abbigliamento e nella persona, ma appare accessibile e disponibile”. Egli “non sembra comprendere la gravità dei reati che gli vengono ascritti e che ha confessato, infatti ritiene che in fondo voleva solo giocare con quell’ esplosivo che è fiero di aver confezionato da solo e che inoltre avesse un certo diritto a vendicarsi di chi lo aveva truffato ed ingannato e ciò nonostante non era stato sufficientemente punito dalla legge”.

Più tecnicamente, poi, sostengono gli specialisti, la sua personalità sarebbe “disturbata per una grave forma di coartazione che impedisce una normale dinamica dei contenuti psichici dall’Inconscio e dal Super-Io verso l’Io e viceversa in una personalità che non ha il controllo degli impulsi che si possono manifestare sia sotto forma di desideri infantili non moderati da senso di realtà, sia sotto forma di sentimenti distruttivi di rabbia prodotti da una gestione incongrua e conflittuale del senso di colpa che porta ad odi insuperabili e ad esplosioni incontrollate di aggressività nei confronti di tali oggetti di odio”.

Nell’incontro del 4 luglio 2012 infatti avrebbe parlato “esclusivamente e prettamente del suo odio e della sua sete di vendetta nei confronti di Cosimo Parato, autore di una grave e prolungata truffa ai suoi danni”. Nello stesso colloquio Vantaggiato racconta nei minimi dettagli ciò che accade in lui quando la rabbia sale e lo pervade, riferisce testualmente: “…è come il fulmine che scarica la tensione sul suolo…la nuvola carica di energia si avvicina al suolo e scarica la tensione, così il boato…il botto scarica la tensione interna sul suolo…”.

E poi ancora: “…Se subisco un torto, la rabbia è così forte che non riesco a tollerarla ed esplodo”.  Tutto ciò peggiorato dal proprio handicap fisico e dal desiderio, per una vita intera, di colmare l’inferiorità rispetto al resto del mondo percepita da ragazzo. Il profilo tracciato è assolutamente di parte. Dai colloqui intercettati in carcere (si tratta di attività di indagine che fu eseguita su richiesta del pm Milto Stefano De Nozza) si evince invece un progetto, una strategia che sembrerebbero il frutto di estrema lucidità.

Non la pensano così l’avvocato Orlando e i suoi consulenti che invece continuano a ribadire che, anche l’idea di dimagrire per ‘arrivare al processo mezzo vivo e mezzo morto’ sia il frutto di pura follia.

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