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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Ecco come la polizia ha stoppato i giovani emergenti della Scu

I particolari dell'inchiesta condotta dalla Squadra mobile di Brindisi, sotto la regia della Dda di Lecce, sfociata nell'emissione di un'ordinanza di custodia cautelare a carico delle nuove leve della Scu di Brindisi e Mesagne

BRINDISI – Estorcevano denaro ai giostrai delle festività di San Teodoro, costringevano i titolari di note discoteche a dare in gestione i parcheggi a persone di fiducia del clan, ordinavano spedizioni punitive in carcere, spacciavano, risolvevano dissidi privati con attentati incendiari e mandavano messaggi intimidatori a colpi di Kalashnikov. Queste sono solo alcune delle azioni malavitose di cui fra il 2013 e il 2014 si sarebbero resi protagonisti i rampolli della Scu di Brindisi e Mesagne cresciuti all’ombra dei capi storici. Gli esordienti della mafia brindisina sono stati arrestati stamani nell’ambito di un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del tribunale di Lecce Antonia Martalò, su richiesta del sostituto procuratore della Dda (Direzione distrettuale antimafia) di Lecce Alberto Santacatterina, che ha coordinato le indagini in sinergia con la collega del tribunale di Operazione The Beginners-2Brindisi Valeria Farina Valaori.

Per due anni, a partire dal marzo del 2013, i poliziotti della Squadra mobile di Brindisi al comando del vicequestore Alberto Somma hanno tenuto sotto controllo decine di persone che orbitavano in contesti malavitosi, ricorrendo a intercettazioni telefoniche e pedinamenti. Fondamentali si sono rivelati pure i “pizzini” (messaggi su fogli di carta) sequestrati in carcere dagli agenti della polizia penitenziaria e le conversazioni fra i detenuti e i loro parenti registrate dagli inquirenti. Anche la Divisione anticrimine della questura di Brindisi e la polizia stradale coordinata dal vicequestore Pasqualina Ciaccia hanno dato un contributo importante alle indagini.

IL VIDEO DEGLI ARRESTATI IN QUESTURA

L’operazione “The Beginners”, sfociata stamani nell’arresto di 27 persone residenti fra Brindisi e Mesagne (in cinque erano già reclusi in carcere, in sei risultano indagati a piede libero), regala uno spaccato inedito della Sacra corona unità brindisina: quello delle nuove leve che fanno il salto di qualità, assumendo ruoli di rilievo nell’organizzazione fondata da Pino Rogoli. Certo, molti dei personaggi finiti sotto la lente di ingrandimento della Dda erano già assurti all’onore delle cronache. Ma in pochi, prima d’ora, avevano dovuto rispondere del reato di associazione mafiosa (articolo 416 bis del Codice penale).

IL VIDEO DEL BLITZ NOTTURNO

Sono due le figure di spicco di quello che il procuratore di Lecce, Cataldo Motta, ha tinteggiato come il clan degli emergenti della Scu. Si tratta del Ciampi Luca bis-2mesagnese Tobia Parisi, considerato referente del boss Daniele Vicientino per il territorio di Mesagne, e del brindisino Luca Ciampi (foto a destra), di 29 anni, affiliato secondo gli inquirenti al clan di Vicientino, che con il benestare dello stesso Tobia Parisi reggeva le redini di un sodalizio che agiva seguendo un modus operandi “tipico delle organizzazioni mafiose”.

All’origine delle indagini c’è un grave atto intimidatorio(di cui sono ritenuti responsabili Luca Ciampi e il 25enne Andrea Reho) verificatosi il pomeriggio del 29 marzo 2013 in piazza Locchi, al rione Paradiso, dove vennero esplosi 3 colpi di Kalashnikov contro una Fiat 600 di proprietà di una donna del posto (ma secondo la polizia il vero bersaglio era un individuo già noto alle forze dell’ordine che risiedeva in zona).

Parisi Tobia-2I due avrebbero agito a bordo di uno scooter Yamaha T-Max sottratto con violenza a un motociclista pochi istanti prima, sempre al rione Paradiso. Reho venne arrestato pochi giorni dopo, il 5 aprile del 2013, per reati in materia di stupefacenti ed evasione. Ascoltando i suoi colloqui in carcere, i poliziotti hanno acquisito le prime tessere del complesso mosaico investigativo. (nella foto a sinistra, Tobia Parisi).

Operazione "The Beginners": le foto degli arrestati e dei sequestri, le intercettazioni

Dunque i “pizzini” erano lo strumento di comunicazione fra i detenuti e i sodali a piede libero. In alcuni dei fogliettini finiti in mano agli inquirenti, Luca Ciampi scrive: “La nostra famiglia sarà sempre la migliore in assoluto anche se il nostro amato nonno Antonio (Antonio Vitale, boss storico della Scu, stando alla chiave di lettura data dagli inquirenti, ndr) e il nostro amato padre (Daniele Vicientino secondo gli investigatori) non ci saranno, ci sarai tu e io sempre con amore al tuo fianco per portare tutto avanti e pronti a tagliare in 2 a chi si permetterà solo a guardarci a noi e a tutti i nostri amici”; “Comunque siamo diventati tantissimi e tutti buoni e seri, ho carta bianca, mi raccomando strappate subito questa lettera”.

Il clan era pronto a supportare gli affiliati finiti dietro le sbarre. Il 29enne Antonio Grassi dice in una conversazione ambientale: “Dobbiamo badare a guadagnare i soldi adesso…che stiamo aiutando i ragazzi in galera compà”.

Come emerso già in altre inchieste, sono le donne a fare da collante fra i leader in carcere e i sodali in libertà, curando anche in prima personaGirardo Veronica-2 aspetti riguardanti: il sostentamento economico dei detenuti; la gestione dei proventi delle attività illecite. Di tutto ciò si sarebbero occupate, da quanto emerge dalle indagini, Veronica Girardo (foto a destra), moglie di Tobia Parisi, e Tamara Niccoli. Quest’ultima dice in una conversazione ambientale: “Adesso dobbiamo stringere i denti, non è che puoi mantenere 18 famiglie”.

Un dialogo fra la Girardo e Parisi permette inoltre alla Squadra mobile di far luce su un episodio estorsivo ai danni del proprietario di una villetta situata nell’agro di Torre Santa Susanna. Il malcapitato, non riuscendo a estinguere un debito maturato con il mesagnese riconducibile a una precedente compravendita di auto usate, di fatto ha dovuto cedere l’abitazione all’associazione. L’immobile poi è stato utilizzato anche come rifugio da Daniele Vicientino, durante la sua latitanza del biennio 2010/2011.

Niccoli Tamara (Ciampi)-2“Dì ma come me la trovo io quella casa – dice Parisi alla moglie – me la trovo che mi servivano i soldi, loro non ne avevano e me la sono presa”. La Girardo gli risponde: “Un modo sbagliato di acquisto, ma è un modo”. La villetta espropriata con la forza è stata posta sotto sequestro insieme ad altri beni immobili di considerevole valore ai quali stamani sono stati apposti i sigilli, contestualmente all’esecuzione dell’ordinanza. Fra questi figurano anche 39 auto di proprietà di un prestanome al quale era stata intestata l’autoconcessionaria “Carlucci Car”. (A sinistra, Tamara Niccoli)

Nel corso delle indagini è stato sequestrato inoltre un fucile a canne mozze rubato nel 2008 a Bologna che il 29 luglio 2013 fu trovato nel cassone di un autocarro in disuso parcheggiato in via Boldini, per essere poi prelevata e utilizzata da un indagato (di tale ritrovamento devono rispondere Antonio Grassi, Andrea Prudentino e Francesco Trane).

Le armi servivano all’associazione per imporre il proprio dominio sul territorio e coltivare gli affari illeciti (fra cui anche lo spaccio di cocaina, hascisc operazione the beginners 2-2-2e marijuana). A tal proposito, spulciando l’ordinanza, spuntano vari episodi emblematici. Nel giugno del 2013, ad esempio, venne perpetrato un furto ai danni di una tabaccheria, dalla quale vennero rubati ingenti quantitativi di sigarette per un valore complessivo di circa 9mila euro. Il clan di Luca Ciampi, secondo gli inquirenti, su richiesta dei gestori dell’attività rintracciò i responsabili e con minacce e violenza fisica li costrinse a consegnare una parte del bottino e una somma di denaro a integrazione dello stesso. La refurtiva recuperata tornò al commerciante. Il denaro contante, invece, finì nelle casse del sodalizio (a destra, la villetta sequestrata).

Nel mirino di alcuni fra gli indagati (Luca Ciampi, Tamara Niccoli, Aldo Cigliola, Antonio Grassi e Vincenzo Trono) finirono anche i titolari di una rivendita di frutta e verdura di Brindisi costretti con la forza a versare all’associazione circa 20mila euro in denaro. Degno di nota pure l’incendio appiccato la sera del 6 agosto 2013 al garage di pertinenza di un condominio situato in via Modigliani, al rione Sant’Elia, il cui proprietario aveva auto dei dissidi privati con persone vicine al gruppo mafioso.

Sempre in tema di assoggettamento e intimidazione, il 21 dicembre del 2013, Luigi Girardo, nella sala colloqui della casa circondariale di Taranto, invitò il genero, Tobia Parisi, a scrivere una lettera a una persona “inserita nella gestione dei rifiuti solidi urbani per invitarlo a reperirgli un posto di lavoro”. Parisi lo rassicurò sul fatto che avrebbe provveduto personalmente “e che avrebbe sicuramente trovato il modo di scrivere alla persona in questione aggiungendo che quel posto gli spettava di diritto”, si legge nell’ordinanza. Veronica Girardo, figlia di Luigi, a sua volta commentò: “Di regola deve essere così”. 

I NOMI DEGLI ARRESTATI

Clan Parisi: Tobia Parisi, 35 anni, di Mesagne, già recluso; Veronica Girardo, 29 anni, di Latiano; Giuseppe Vinci, alias “nano”, 38 anni, di Mesagne; Massimo Esperti, 46 anni, di Mesagne; Antonio Emanuele Tarantino,  detto “Toni”, 32 anni, di Mesagne; Luigi Campana, 41 anni, di Mesagne. 

Clan Ciampi: Luca Ciampi, 29 anni, di Brindisi, già detenuto; Tamara Niccoli, 24 anni, di Brindisi;  Alfonso Polito, detto “gemello”, 31 anni, di Brindisi; Alessandro Leto, detto Sandro, 38 anni, di Brindisi; Aldo Cigliola, 44 anni, di Brindisi; Vincenzo Trono, 31 anni, di Brindisi; Ivano Cannalire, 33 anni, di Brindisi, già detenuto; Antonio Grassi, detto Toto, 28 anni, di Brindisi; Davide Di Lena, 27 anni, di Brindisi, già recluso; Cosimo Papa, detto Mino, alias Scapriciatello, 31 anni, di Brindisi, recluso a Foggia; Andrea Reho, 25 anni, di Brindisi, già recluso; Morris Cervellera, 39 anni, di Brindisi; Claudio Pupino, 50 anni, di Brindisi; Giuseppe Polito, 34 anni, di Brindisi; Andrea Prutentino,27 anni, di Brindisi; Francesco Franchin, ; alias Franchino o “ciccgiese”, 26 anni, di Brindisi; Marcello Di Mola, alias “Lecca Lecca”, 42 anni, di Brindisi; Fabrizio Campioto, 37 anni, di Brindisi; Mario Polito, alias “gemello”, 31 anni, di Brindisi; Francesco Trane, detto Checco, 25 anni, di Brindisi; Antonio Salvatore Del Monte, detto Toni, alias pizzaredda, 23 anni, di Brindisi. 

Indagati a piede libero: Marco Antico, detto bombetta, 34 anni, di Brindisi; Franco Dimastrodonato, 42 anni, di Latiano; Luigi Girardo, 49 anni, di Latiano; Monica Grasi, 34 anni, di Brindisi; Roberto Vito Orlandino, 34 anni, di Brindisi; Renato Simonetti, 21 anni, di Brindisi, Giuseppe Vantaggiato, 38 anni, di Brindisi.
 

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