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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Ecco come metteranno in sicurezza la falesia, e quanto ci vorrà

Il sospirato via libera per la cantierizzazione che tutti aspettavano da mesi è arrivato dalla capitale nelle ore scorse, ha rappresentato un importante passo in avanti verso il rilancio della costa brindisina. Ma in cosa consiste, poi, nello specifico il progetto il cui appalto per i lavori era stato affidato alla ditta RA Costruzioni Srl nel mese di marzo 2014 con oltre 2 milioni e 600mila euro?

BRINDISI - I lavori dovrebbero cominciare a ridosso dell’estate e terminare entro fine anno, in modo tale da restituire ai brindisini il tratto nord del litorale nell’anno 2016. Il progetto relativo al consolidamento della falesia, approdato ieri (lunedì 27 aprile)  a Roma dove nel corso di una riunione alla presenza delle autorità locali, la presidenza del Consiglio dei Ministri ha sciolto la riserva, escludendolo dalla valutazione di impatto ambientale, partirà a breve giusto il tempo di definire gli ultimi dettagli burocratici e aprire così il cantiere.

Il sospirato via libera per la cantierizzazione che tutti aspettavano da mesi e arrivato dalla capitale nelle ore scorse, ha rappresentato un importante passo in avanti verso il rilancio della costa brindisina. Ma in cosa consiste, poi, nello specifico il progetto il cui appalto per i lavori era stato affidato alla ditta RA Costruzioni Srl nel mese di marzo 2014 con oltre 2 milioni e 600mila euro?

Secondo quanto spiegato dall’architetto del Comune, Teodoro Indini, responsabile del procedimento e dall’ingegnere Gianluca Fischetto per conto dell’azienda già sopra citata, l’intervento prevede, infatti, la realizzazione di opere che consentiranno l’accesso ai bagnanti in quelle aree della falesia catalogate oggi come Pg3 per elevato rischio di crollo.

Il consolidamento e la messa in sicurezza della falesia avverrà prima di tutto mediante una protezione al piede della stessa, semisommersa, fin sotto la battigia, in parte costituita dagli scogli presenti nella zona e per il resto da materiale proveniente dalle attività di scavo, dopodiché si procederà con la risagomatura della falesia al fine di eliminare il pericolo geomorfologico.

A questo, si aggiungerà, poi, l’intervento di rinaturalizzazione delle aree in questione attraverso sistemi di piantumazione, ma anche di imbrigliamento delle acque meteoriche superficiali con pendenze prestabilite che consentono di convogliare le acque di scolo verso impluvi studiati allo scopo di “controllare” il deflusso delle stesse verso mare. In questo modo si riduce il fenomeno di erosione dovuto allo scorrimento delle acque superficiali.

I lavori interesseranno dieci punti lungo la costa a nord della città per un totale di circa 2 chilometri considerando il tratto che va dal lido dei vigili del fuoco e Torre Guaceto, dove nel 2010 Paolo Rinaldi, ricercatore di Taranto perse la vita a causa proprio del crollo di parte della falesia.  

Stando ai fatti, va aggiunto, questo è da considerarsi un primo progetto di intervento dal momento che nello stesso, vale la pena precisare, non sono incluse le barriere sommerse poco al largo della costa così come prevede la legge regionale. Ma si tratta di un aspetto che – come ha spiegato l’architetto Indini – “potrà essere valutato in futuro e per cui bisognerà mettere in conto una cifra di spesa superiore.”

Il tutto, in ogni caso, così come ha chiarito anche Alessandro Ciccolella, direttore del Consorzio di Torre Guaceto, si svolgerà con tecniche di ingegneria naturalistica utilizzando materiale vegetale vivo (piante o parti di esse) in abbinamento con altri inerti non cementizi quali il pietrame, la terra, il legname, l’acciaio, ma rispettando le prescrizioni venute fuori nella riunione di ieri tra le quali sono inseriti l’aumento della pendenza per ridurre l’impatto visivo e ambientale; gli interventi di verifica della stabilità richiesti dall’autorità di bacino e l’attenta valutazione dei tempi di lavoro affinché questi non intralcino lo svolgimento della stagione estiva.

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