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Cronaca

Coniugi uccisi a fucilate in casa: il pm nomina tre periti, i dubbi ancora da chiarire

Si è svolta oggi la prima fase dell'autopsia sui corpi di Antonio Calò e Caterina Martucci. Disposti anche accertamenti balistici. Presente un consulente di parte

BRINDISI – Il tipo di arma utilizzata, il numero di colpi esplosi, l’eventuale utilizzo anche di armi improprie e la data e gli orari presunti dei decessi. Questi alcuni fra i dubbi da sciogliere tramite l’autopsia e le perizie balistiche disposte dal pm del tribunale di Brindisi, Francesco Carluccio, nell’ambito delle indagini sul duplice omicidio dei coniugi Antonio Calò, 70 anni, e Caterina Martucci, 64 anni, uccisi in un’abitazione in contrada Canali, nelle campagne di Serranova, agro di Carovigno. Stamani (martedì 14 marzo) il magistrato ha formalizzato il conferimento dell’incarico per accertamenti tecnici irripetibili a tre consulenti tecnici. Si tratta del medico legale Domenico Urso, dell’ingegnere Riccardo Ramirez, esperto in balistica, e della biologa Giacoma Mongelli, esperta in analisi su Dna e liquidi biologici. 

L’unico indagato, il reo confesso Cosimo Calò, di 84 anni, fratello di Antonio, difeso dall’avvocato Carmela Roma, non ha nominato consulenti di parte. Per quanto riguarda i prossimi congiunti delle due vittime, Carmelo Calò, fratello di Antonio Calò, rappresentato dall’avvocato Nicola Pepe, ha nominato come consulente di parte il medico legale Francesco Galasso. Al momento nessun consulente è stato nominato da una sorella di Caterina Martucci, assistita dall’avvocato Francesco Sozzi.

Il delitto di Serranova

I dubbi da chiarire

Nel pomeriggio di oggi, presso l'obitorio del cimitero di Ostuni, si è svolta la prima fase dell’autopsia, eseguita Domenico Urso. La seconda fase è in programma per la giornata di domani. Sono previsti anche prelievi, analisi ed esami chimici, tossicologici e alcolemici. I periti dovranno chiarire vari aspetti. In particolare: il tipo di arma ed il tipo di munizionamento utilizzati (nello specifico si dovrà accertare se si tratta di un fucile con canne sovrapposte marca Breda, calibro 12, sequestrato in casa di Cosimo Calò); la direzione e la sequenza dei colpi di arma da fuoco; la distanza fra l’omicida e le vittime; l’orario presunto della morte dei due coniugi. I risultati di tali accertamenti dovranno essere depositati entro 90 giorni. Sono attesi per i prossimi giorni, inoltre, i risultati dei rilievi effettuati dai carabinieri della Sezione investigazioni scientifiche (Sis) di Bari. Le indagini sono state condotte dai carabinieri del Nor della compagnia di San Vito dei Normanni al comando del capitano Vito Sacchi e del tenente Alberto Bruno. 

La confessione

Cosimo Calò, arrestato giovedì scorso (9 marzo), ha riferito agli investigatori di aver ucciso il fratello e la cognata la sera del 28 febbraio. La sua confessione trova riscontro nelle registrazioni delle telecamere situate nei pressi della villetta dell’84enne, alle porte di San Vito dei Normanni, che dimostrano come il pensionato si sia allontanato in un arco temporale compatibile con la sua ricostruzione dei fatti. Lo stesso ha inoltre dichiarato di essersi recato presso l’abitazione del fratello Carmelo con l’intenzione di uccidere anche lui, ma di non averlo trovato in casa. I cadaveri sono stati rinvenuti intorno alle ore 18 dell’1 marzo dallo stesso Carmelo, che quella sera aveva un appuntamento con Antonio. I due dovevano recarsi da un avvocato per una questione ereditaria.

Il movente

E proprio nell’ambito di ataviche incomprensioni familiari legate anche a un’eredità da 100mila euro sarebbe maturato l’odio covato da Cosimo nei confronti dei fratelli Antonio e Carmelo. Quest’ultimo, ascoltato dai carabinieri la sera dell’1 marzo, ha spiegato infatti che “i motivi degli attriti di Antonio ed anche suoi con il fratello Cosimo – si legge nel decreto di fermo emesso a carico di Cosimo Calò - erano diversi e riferiva che Cosimo provava astio nei loro confronti perché presumeva che i beni di Antonio (compresi quelli che questi avrebbe ereditato dalla morte del fratello Angelo in base ad un testamento olografo dello stesso Angelo) potessero essere ereditati da sua figlia, che per Antonio era la nipote preferita”. Carmelo ha anche riferito di un inquietante episodio avvenuto sette mesi fa, quando Cosimo si recò in casa di Antonio, dove si trovavano anche la moglie Caterina e lo stesso Carmelo, minacciando i tre di morte. “Vi ammazzo a tutti – sarebbe la frase pronunciata da Cosimo -  tanto a me non mi arrestano visto che ho superato gli 80 anni”. 

Cosimo Calò-2

Il gip: "Calò altamente pericoloso per il mondo esterno"

Cosimo Calò è tuttora ristretto presso la casa circondariale di Brindisi, per i reati di omicidio aggravato dal rapporto di parentela con una delle vittime e dalla premeditazione e di porto in luogo pubblico di arma comune da sparo. Il gip Vilma Gilli ha emesso a suo carico un’ordinanza di custodia cautelare in cui rimarca come “i familiari (di Cosimo Calò, ndr), ma anche coloro che potrebbero avere in qualche misura contatto con lui, sono a elevatissimo rischio anche di vita proprio perché l’indagato ha dimostrato di voler perseguire un disegno criminoso in seno a cui si è rivelato privo di freni inibitori e, perciò, altamente pericoloso per il mondo esterno”. 
 

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