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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Villa Castelli

Elezioni comunali a Villa Castelli, pasticci a catena: altri 5 rinvii a giudizio

VILLA CASTELLI - Ennesima vicissitudine giudiziaria legata alle ultime amministrative 2009 a Villa Castelli. Rinviati a giudizio per falso cinque rappresentanti di lista: Sandro Nisi, Luca Cantoro, Angelo Fieschi, Aurelia Carlucci, Francesco Pezzolla. Secondo l’accusa, con dichiarazioni sostitutive di atto notorio, sostennero che nel corso delle operazioni successive al voto, le schede bianche nelle sezioni 1 e 6 erano in numero maggiore rispetto a quelle conteggiate e verbalizzate, pur avendo sottoscritto di loro pugno quegli stessi verbali. Il giudice per le indagini preliminari Valerio Fracassi ha respinto la richiesta di archiviazione formulata dal pubblico ministero di turno, disponendo l’approfondimento del caso in sede processuale, sulla scorta di un esposto alla procura firmato dall’assessore alla Cultura in carica, Rocco Alò.

VILLA CASTELLI - Ennesima vicissitudine giudiziaria legata alle ultime amministrative 2009 a Villa Castelli. Rinviati a giudizio per falso cinque rappresentanti di lista: Sandro Nisi, Luca Cantoro, Angelo Fieschi, Aurelia Carlucci, Francesco Pezzolla. Secondo l’accusa, con dichiarazioni sostitutive di atto notorio, sostennero che nel corso delle operazioni successive al voto, le schede bianche nelle sezioni 1 e 6 erano in numero maggiore rispetto a quelle conteggiate e verbalizzate, pur avendo sottoscritto di loro pugno quegli stessi verbali. Il giudice per le indagini preliminari Valerio Fracassi ha respinto la richiesta di archiviazione formulata dal pubblico ministero di turno, disponendo l’approfondimento del caso in sede processuale, sulla scorta di un esposto alla procura firmato dall’assessore alla Cultura in carica, Rocco Alò.

L’allora assessore uscente, candidato nella lista dell’attuale sindaco Francesco Nigro, sporse querela contro i giovani rappresentanti della civica capeggiata dal candidato sindaco sconfitto Vitantonio Caliandro, che avevano esplicitamente parlato di presunte illegittimità in sede di redazione dei verbali di scrutino da parte dei componenti dei seggi elettorali. I cinque rappresentanti di lista insomma, denunciarono irregolarità – a posteriori – malgrado la firma apposta in calce agli atti dei seggi. Il caso, di segno uguale e contrario, fa il paio con il procedimento parallelo a carico dei tredici presidenti e segretari di sezione elettorale, rinviati recentemente a giudizio con identica ipotesi accusatoria.

Il giudice per l’udienza preliminare Giuseppe Licci dispose il rinvio a giudizio per tutti il 12 maggio scorso per tutti gli imputati finiti nel registro del sostituto procuratore Pierpaolo Montinaro per falso in atto pubblico. Si tratta dei sei presidenti, e altrettanti segretari, delle sezioni elettorali della cittadina castellana, che ricoprirono il ruolo nella stessa doppia tornata elettorale del 6-7 giugno 2009, in cui si votò per il rinnovo dei consigli comunale e provinciale, oltre che naturalmente per l’elezione del sindaco e del presidente della Provincia, quest’ultimo designato nel turno di ballottaggio del 21-22 giugno.

I nomi sono quelli di Giuseppina Nigro e Antonella Petronella (rispettivamente presidente e segretaria della sezione uno), Maria Santoro e Caterina Monetti (sezione due), Angela Chirulli e Maria Luisa Neglia (sezione tre), Cataldo Barletta e Graziella Almiento (sezione quattro), Maria Siliberto e Lucia Muolo (sezione cinque), Mario Barletta e Cira Inatteso (sezione sei). L’inchiesta scoperchiò una serie di presunte irregolarità, tutte da verificare. Cittadini stranieri ammessi al voto, pur non avendone diritto. Disabili, ammessi al voto, pur non allegando ai verbali i certificati elettorali. Verbali redatti male. Conteggi errati. Insomma, a Villa Castelli le elezioni furono apparentemente un  pasticcio del quale non si riesce a intravedere la fine.

Ed è incognita anche sull’esito del procedimento pendente di fronte alla giustizia amministrativa. Il Consiglio di Stato ha infatti confermato il sindaco eletto Francesco Nigro, mentre la procura della Repubblica rileva invece presunte e ripetute violazioni della legge elettorale compiute sul campo, cioè nei seggi. In realtà le cose non stanno così, perché il Consiglio di Stato si è pronunciato a suo tempo solo in sede cautelare, sospendendo la decisione del Tar che azzerava le elezioni. Mentre per il merito, il supremo organo della giustizia amministrativa è condizionato dell’esito di un giudizio per falso pendente davanti al giudice civile, ancora in corso.

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