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Cronaca

Elezioni regionali e usura con metodo mafioso: condanne per più di 80 anni

Otto anni a Francesco Campana. La vicenda nacque dalla denuncia dell'ex consigliere regionale di Forza Italia, Danilo Crastolla

BRINDISI - Dalla denuncia dell'ex consigliere regionale forzista Danilo Crastolla (rappresentato dal legale Felice Grassi) partì il processo per usura aggravata dal metodo mafioso. Il pm della Dda di Lecce Alberto Santacatterina aveva chiesto nel 2019 assoluzioni per tutti, ma oggi (22 luglio 2021) sono arrivate invece le condanne: più di 80 anni di carcere per i 16 imputati. E arrivano anche confische per migliaia di euro da parte del Tribunale di Brindisi, presidente il giudice Simone Orazio. Tra gli imputati condannati ci sono nomi eccellenti: quello del boss della Sacra Corona Francesco Campana (otto anni di reclusione, nella foto sotto), l'ex politico Teodoro Tagliente (sei anni e un mese) e Francesco Luigi Poci (dieci anni e tre mesi di reclusione).

Francesco Campana

Prestiti per la campagna elettorale

I fatti: Danilo Crastolla, già consigliere regionale dal 2000 al 2005, nel 2005 si ricandida senza successo alle consultazioni regionali. Spende, per la sua campagna elettorale, circa 280mila euro, contraendo debiti con banche e finanziarie. Non riesce a ripianare la sua esposizione debitoria con gli istituti di credito e così, nel 2009, fa ricorso all'intermediazione di uno degli imputati che, a sua volta, lo mette in contatto con dei personaggi di Mesagne, alcuni legati anche alla Scu, al fine di ottenere dei prestiti a tassi usurari. La sua esposizione debitoria con i predetti usurai si aggravava ulteriormente nel 2010, quando, ricandidatosi senza successo alle consultazioni regionali, assume impegni di spesa, per la campagna elettorale, per ulteriori 150mila euro. Arrivano anche le minacce. Ma, il 18 settembre 2014, arrivano gli arresti degli uomini della Dia, coordinati dal pm Alessio Coccioli: 16 persone sono indagate, a vario titolo, per associazione di stampo mafioso, usura, estorsione e riciclaggio (questi ultimi reati aggravati dalle modalità mafiose). C'è anche un sequestro beni per un milione di euro. E' l'operazione Fenus Unciarum, da cui è scaturito l'attuale processo.

Le condanne

Oggi, presso il Tribunale di Brindisi, arrivano le condanne, di seguito elencate. Roberto Antoniolli: 4 anni, 6 mesi e 8.100 euro di multa; Rossella Antoniolli: 2 anni, 8 mesi e 2.667 euro di multa; Angelo Bellanova: 4 anni, 4 mesi e 8.400 euro di multa; Sandro Bruno: 5 anni, 8 mesi, 15 giorni e 11.117 euro di multa; Francesco Campana: 8 anni e 4mila euro di multa; Luigi Oreste Secondo Devicienti: 5 anni, 10 mesi, 15 giorni e 11.317 euro di multa; Domenico Fioravante: 4 anni e 8mila euro di multa; Francesco Lavino: 4 anni, 1 mese e 8.100 euro di multa; Antonio Maizza: 2 anni, 8 mesi e 6.667 euro di multa; Antonio Occhineri: 6 anni, 4 mesi, 15 giorni e 11.417 euro di multa; Carmine Palermo: 4 anni, 1 mese, 15 giorni e 8.150 di multa; Pierpaolo Palermo: 6 anni, 8 mesi, 15 giorni e 12.317 euro di multa; Francesco Luigi Poci: 10 anni, 3 mesi e 16.567 euro di multa; Vincenzo Primiceri: 6 anni, 5 mesi e 6mila euro di multa; Pietro Soleti: 8 anni e 4mila euro di multa; Teodoro Tagliente: 6 anni, 1 mese e 11.567 euro di multa. Quattordici imputati sono stati interdetti dai pubblici uffici per sei anni.

Le difese

Cosimo Lodeserto, Massimo Manfreda, Ladislao Massari, Rosanna Saracino, Stefano Prontera, Giancarlo Camassa, Luca Mangia, Giulio Bellanova, Gianfrancesco Castrignanò, Marcello Marasco, Gerardo Giorgione.

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