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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Truffa finanziaria miete vittime nel Brindisino: tre condanne e un'assoluzione

Truffati piccoli imprenditori: hanno versato ingenti somme per l'apertura di fantomatiche linee di credito a fondo perduto

BRINDISI – Si è concluso con un’assoluzione e tre condanne il processo di primo grado su una truffa finanziaria che ha mietuto diverse vittime in provincia di Brindisi. E’ stata assolta la 44enne Anna Maria Polito, domiciliata a San Donaci, difesa dall’avvocato Marcello Marasco. Sono stati condannati: un  56enne, residente a Ronco Briantino (Monza), 6 anni di reclusione; un 62enne di Brindisi, 5 anni e 1 mese di reclusione; un 63enne, di Brindisi, 4 anni e 2 mesi di reclusione.

Le accuse

Agli imputati è stato contestato il reato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, con le aggravanti di aver cagionato alla persona offesa dal reato un danno patrimoniale di rilevante gravità e di aver commesso il fatto con abuso di autorità o di relazioni domestiche, ovvero con abuso di relazioni di ufficio, di prestazione d'opera, di coabitazione, o di ospitalità.

Stando al teorema accusatorio, gli imputati, ciascuno con un suo specifico ruolo, facevano parte di una società con sede in America tramite la quale sono stati spillati fior di quattrini a piccoli imprenditori residenti nei Comuni di Cellino San Marco, San Donaci, Brindisi, San Pietro Vernotico, Mesagne e San Vito dei Normanni. Le querele sono state sporte dal maggio 2007 ad aprile 2011. Ma in cosa consisteva la truffa?

Il modus operandi

Alla vittima designata veniva prospettata la possibilità di ottenere una linea di credito (addirittura a fondo perduto) ammontante a milioni di euro da parte di una (fantomatica) banca londinese, previa presentazione da parte dell’interessato di un business plan per la realizzazione di un progetto imprenditoriale (in qualche caso masserie da ristrutturare ed adibire a ristorazione, oppure case di riposo o opifici industriali).

I pseudo agenti si facevano consegnare a tal fine enormi somme per l’avvio delle pratiche per l’avanzamento delle iniziative finanziarie. Ma una volta intascati i soldi, delle linee di credito non si vedeva alcuna traccia. La polito, stando all’accusa sostenuta dalla Procura, avrebbe avuto il compito di procacciare clienti al gruppo. Ma la donna nel corso del dibattimento ha dimostrato la sua estraneità dei fatti, tanto da ottenere un’assoluzione con formula piena: per non aver commesso il fatto.

Iniziato nell’ottobre 2013, il processo si è concluso nel gennaio 2018. La sentenza è stata emessa dalla sezione collegiale del tribunale di Brindisi presieduta da Genantonio Chiarelli (a latere i giudici Barbara Nestore e  Francesco Cacucci). I condannati sono stati interdetti dai pubblici uffici per la durata di cinque anni e dovranno risarcire il danno, da liquidarsi in separata sede, a nove persone che si sono costituite parte civile. Il giudice ha inoltre disposto l’immediata restituzione agli aventi diritto di quanto posto sotto sequestro.

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