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Cronaca

Emiliano in Consiglio. Dec, fondi neri

BARI - Dalle cassette di pesce ai rapporti tra il gruppo Degennaro e il Comune. Un lungo intervento in apertura del Consiglio comunale, per rispondere alla valanga di accuse piovutegli addosso. Emiliano è un fiume in piena. Si difende, non rinunciando ad attaccare. E lo fa nelle stesse ore in cui la magistratura barese ritiene di aver messo le mani sui fondi neri del Gruppo Dec. “Anche senza sapere nulla di cosa accadrà né domani e né tra cinque anni, io, per rendere onore a questo Consiglio comunale, sto parlando perché ho piena fiducia nella giustizia e perché so che nessuno lavora in una Procura della Repubblica in Italia per fare trappole a qualcuno”. Così ha esordito il sindaco di Bari, aprendo la seduta.

BARI - Dalle cassette di pesce ai rapporti tra il gruppo Degennaro e il Comune. Un lungo intervento in apertura del Consiglio comunale, per rispondere alla valanga di accuse piovutegli addosso. Emiliano è un fiume in piena. Si difende, non rinunciando ad attaccare. E lo fa nelle stesse ore in cui la magistratura barese ritiene di aver messo le mani sui fondi neri del Gruppo Dec. “Anche senza sapere nulla di cosa accadrà né domani e né tra cinque anni, io, per rendere onore a questo Consiglio comunale, sto parlando perché ho piena fiducia nella giustizia e perché so che nessuno lavora in una Procura della Repubblica in Italia per fare trappole a qualcuno”. Così ha esordito il sindaco di Bari, aprendo la seduta.

Emiliano, sottolineando l'importanza delle “intercettazioni”, ha detto tra l'altro che “senza gli strumenti di indagine degli inquirenti, non sarebbe stato possibile individuare gli atti illeciti, oggetto dell'inchiesta”.

Quindi il primo cittadino è entrato nel vivo della Bufera: “Oggi c'è chi mi dice ma come, non sapevi chi sono i fratelli Degennaro? E io rispondo ma cosa vuol dire, che questo cognome implica un elemento di tendenza criminale, volete fare un ragionamento alla Lombroso? Vi voglio dire - ha spiegato - che i Degennaro sono una grande famiglia in cui tutti fanno politica. Proprio come i Matarrese, i Di Cagno Abbrescia. Come tante altre famiglie che fanno politica da sempre, da molto prima che la facessi io. Sono politici per passione, forse per interesse. Questa famiglia ha da sempre fatto politica nel centrosinistra. Questa famiglia mi fu presentata quando mi sono candidato a sindaco di Bari: mi hanno detto questa è una famiglia che milita nella Margherita, tutta quanta”.

“Poi - ha aggiunto Emiliano - è accaduto che nell'ottobre del 2007 sono diventato il segretario del Partito democratico di tutta la Puglia. E vi garantisco che io non ero il segretario di un'area ma di tutte le aree. E tutti avevano nei miei confronti, come ancora oggi, affetto, rispetto e simpatia”. E qui il sindaco va a braccio:  “Vi garantisco che ancora oggi quando vado in una sezione del Partito democratico di qualsiasi posto della Puglia, è molto difficile che  mi possa ritirare a casa senza pomodori, arance, vino e tutto ciò che hanno. Perché dalle parti nostre essere amici politici significa farsi dei regali”.

Emiliano, poi va oltre, invitando tutti a non regalargli un agnello per Pasqua: “Viviamo in tempi in cui si rischia che la faccia di un galantuomo possa essere ridicolizzata in tutta Italia e in tutti i telegiornali. E io devo spiegare a mia figlia di dieci anni che mi dice papà ma che cosa hai combinato. A 53 anni, dopo aver servito il mio Paese da Agrigento a Brindisi, dopo aver messo con gioia in palio la mia vita sempre”. Ma cosa volete - ha chiesto - che a me interessi di una cosa materiale? Io vivo in un'altra dimensione di felicità - ha concluso - quella di dover fare il proprio dovere, che io ho sempre fatto”.

Ed in merito ai rapporti col gruppo Degennaro, la vede così: “Da quando Emiliano è sindaco il Comune di Bari ha aggiudicato al gruppo Degennaro una sola opera pubblica, appaltata nel 2005, il centro direzionale del San Paolo, a fronte delle centinaia di opere pubbliche appaltate nel corso di questi sette anni e mezzo. E si tratta di un'opera - ha proseguito Emiliano - finanziata al 70% dagli stessi Degennaro, con proprio danaro, col metodo del project financing. Essi avrebbero dovuto recuperare il loro investimento, gestendo per più di 30 anni la struttura. Sono accusati - ha continuato Emiliano - di avere realizzato opere meno costose per investire meno danaro proprio. Per questo avrebbero corrotto i dirigenti e collaudatori che avrebbero dovuto controllarli. Nessun politico è indagato per questo. Dall'esame degli atti, l'ordinanza del Gip, emerge - ha aggiunto Emiliano - che non sussiste alcuna rilevanza penale nella procedura di aggiudicazione dell'opera indicata”.

Proprio sulla realizzazione dell'imponente centro direzionale del rione San Paolo, due europarlamentari del Pdl, Sergio Silvestris e Raffaele Baldassarre, hanno presentato un'interrogazione alla Commissione europea chiedendo un'inchiesta per verificare l'utilizzo improprio di fondi regionali (Por).

Nel corso della lunga arringa, il sindaco ha anche sottolineato che “contrariamente a quanto riportato in questi giorni, l'Amministrazione Emiliano con i fatti non ha mai favorito Degennaro”, citando ad esempio il ponte dell'asse Nord-Sud per un importo di 32milioni di euro:  “Si tratta dell'appalto più importante degli ultimi dieci anni realizzato interamente con finanziamento pubblico (fondi Cipe) la cui realizzazione era stata aggiudicata dapprima all'impresa Dec (avevano fatto l'offerta col prezzo più basso), ma successivamente - ha spiegato Emiliano - il Comune di Bari l'ha esclusa per vizi formali (mancavano le giustificazioni per la verifica delle anomalie, che venivano richieste già in sede di offerta). L'opera è oggi in fase di realizzazione da parte della ditta Cimolai”.

Dai banchi dell’opposizione forte e colorita la replica: gli esponenti della minoranza hanno partecipato ai lavori della seduta consiliare indossando una maglietta con la scritta: “Emiliano dimettiti, basta con l'ipocrisia”. Richiesta alla quale l'ex pm antimafia ha risposto seccamente: “Non accetto neanche che si possa aprire un dibattito sulle mie dimissioni”, aggiungendo comunque che si tratta di un'iniziativa legittima: “Forse l’avremmo fatta anche noi, anche se con maggiore garbo”.

Sul fronte dell’inchiesta barese, intanto, trapelano sostanziali novità. Sono spuntati, infatti, tre milioni di euro movimentati in nero tra il 2006 e il 2007 con 908 passaggi di danaro: sarebbe questo - secondo l'accusa - il tesoro occulto gestito dalla Dec dei fratelli Degennaro, al centro dello scandalo appalti per le opere pubbliche realizzate a Bari dal 2004 ad oggi durante l'amministrazione di centrosinistra guidata da Michele Emiliano.

Dagli atti dell'inchiesta che il 13 marzo scorso ha portato anche all'arresto dei fratelli Daniele e Gerardo Degennaro (quest'ultimo consigliere del Pd alla Regione Puglia) continuano ad emergere fatti nuovi, come la contabilità parallela del gruppo di cui parlano nelle carte i pm inquirenti Renato Nitti e Francesca Pirrelli. «È evidente - annotano i magistrati - che questi documenti costituiscono indiscutibilmente la cosiddetta contabilità parallela più comunemente conosciuta come nero”. La cassa parallela - viene sottolineato - è stata alimentata in entrata da operazioni annotate con l'utilizzo di acronimi, sigle e nominativi riconducibili a soggetti che hanno avuto rapporti commerciali con il Gruppo Degennaro”.

In uscita, invece, “è stata utilizzata come contenitore di denaro per avere sempre una disponibilità finanziaria per effettuare pagamenti e per registrare somme di denaro erogate in nero talvolta indicate o camuffate con la metaforica dicitura “fiori”, spesso a favore degli stessi dipendenti o collaboratori del Gruppo Degennaro”. Trenta le annotazioni con la dicitura “fiori” per complessivi 200mila euro.

Stando sempre alle indagini, il conto sarebbe stato utilizzato dai fratelli Degennaro per prelevamenti personali talvolta registrati con una descrizione parzialmente indecifrabile.

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