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Enel sporse querela: il video su Youtube dedicato a Cerano finisce in tribunale

BRINDISI – “Brindisi, centrale termoelettrica a carbone di Cerano”. E’ il titolo del filmato realizzato da Edward Dibble, 54 anni, nativo di Houston (Usa), residente da anni a Brindisi, e pubblicato in internet, sul sito Youtube. Era il 2008. Esattamente il 15 ottobre. Questo filmato non fu gradito da Antonio Ascione, responsabile dell’Unita business di Brindisi di Enel Produzione, che sporse querela per diffamazione.

BRINDISI – “Brindisi, centrale termoelettrica a carbone di Cerano”. E’ il titolo del filmato realizzato da Edward Dibble, 54 anni, nativo di Houston (Usa), residente da anni a Brindisi, e caricato su Youtube. Era il 2008. Esattamente il 15 ottobre. Questo filmato non fu gradito da Antonino Ascione, responsabile dell’Unità di business Enel Produzione di Brindisi, il quale sporse querela per diffamazione contro l'autore per le affermazioni contenute nel commento di accompagnamento.

Ieri mattina Dibble, difeso dall’avvocato Gianvito Lillo, è comparso dinanzi al giudice monocratico Simona Panzera per discolparsi  e per sostenere di aver parlato di Enel riportando quello che i giornali scrivono da tempo, riportando le opinioni degli ambientalisti e anche di amministratrori e politici. Il processo è stato rinviato al 20 ottobre. Ascione si è costituito parte civile e la notifica è avvenuta appena due giorni fa, per cui l’avvocato Lillo ha chiesto ed ottenuto un aggiornamento per termini a difesa.

Nel filmato diffuso attraverso Youtube, Dibble, che si sente ormai brindisino a tutti gli effetti, tra le altre cose aferma che l’acqua scaricata in mare dalle condotte era causa di odori non proprio gradevoli e che la temperatura degli scarichi idrici, vanamente irrorati attraverso ugelli per raffreddare il flusso, aveva alterato la fauna ittica dei fondali della zona circostante.

La querela di Ascione era stata già vagliata dal giudice per le indagini preliminari Eva Toscani che aveva, ritenendo la sussistenza della diffamazione, emesso decreto penale di condanna di Dibble al pagamento di una multa. Ma lo statunitense non accettò il provvedimento perché ritenne e ritiene di non avere diffamato alcuno e il giudice Toscani lo mandò a giudizio ordinario. Che è iniziato ieri ma è stato poi rinviato per una questione procedurale.

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